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Sardegna, alberghi di lusso più grandi fino al 25% anche sulla costa: ecco tutte le novità

Pixabay

In Sardegna gli hotel di lusso, anche vicino al mare, potranno aumentare le volumetrie. Il Consiglio regionale ha approvato per il rotto della cuffia (con 25 voti a favore e 23 contrari) la norma che consente la riqualificazione e ampliamento fino al 25% degli alberghi a 5 stelle o superiori, anche vicino al mare. Il testo, che interviene sulla legge regionale salvacoste del 2004, era già stato approvato dalla Quarta commissione (Urbanistica), coi soli voti della maggioranza di centrodestra. Contraria l’opposizione. In serata sono state approvate, sempre a maggioranza, anche le norme che autorizzano, a particolari condizioni, riuso e recupero di sottotetti, seminterrati, pilotis e soppalchi.

Cubature per i nuovi hotel di lusso

“Seguendo l’obiettivo di favorire la riqualificazione degli insediamenti costieri e il rafforzamento e la diversificazione dell’offerta turistica”, i Comuni possono recuperare fino al 25% della capacità volumetrica a suo tempo “congelata” dalla salvacoste (mediante adeguamento del Puc al Ppr). Queste volumetrie valgono solo per i nuovi alberghi a 5 stelle o superiori purché localizzati oltre la fascia dei 300 metri dal mare, ridotta a 150 metri per le isole minori. In poche parole, tutti i Comuni che hanno raggiunto il 50% di volumetrie (come stabilito dalla salvacoste), possono programmare il 25% del restante 50% fino ad oggi inutilizzabile. Se ad esempio un Comune ha già impegnato il 90%, potrà disporre del 25% del solo 10% di volumetrie residue. “A differenza dell’offerta indiscriminata di volumetrie proposte in passato – ha detto agli Enti Locali Aldo Salaris – la previsione delle nuove strutture è contestualizzata in quanto subordinata alla dimostrazione del fabbisogno di ulteriori posti letto e alla verifica della compatibilità del carico sostenibile del litorale”.

I “vecchi” hotel di lusso

Riguardo l’esistente, “l’incremento del 25% può essere utilizzato per elevare lo standard qualitativo delle strutture ricettive già operative a prescindere dalla loro classificazione, fino a un massimo del 15% del volume realizzato dalla singola struttura in base al titolo abilitativo originario, senza aumento dei posti letto. In questo secondo caso l’intervento è ammissibile a condizione che sia finalizzato alla riqualificazione generale del complesso edilizio esistente e delle relative aree di pertinenza, senza incremento delle superfici impermeabili (adeguamento spazi comuni, spa, piscine, estensione hall e via dicendo); in arretramento rispetto all’edificio preesistente e non verso il mare; nel rispetto del limite fondiario massimo e della dotazione degli spazi pubblici per le zone F”. Le disposizioni possono trovare applicazione solo in seguito all’adeguamento del Piano urbanistico comunale al Piano paesaggistico regionale, nel rispetto degli indirizzi applicativi che l’Assessore dell’urbanistica emanerà previa condivisione con il Ministero della Cultura.

Le altre misure

Ma ci sono anche altre norme approvate in quella che è stata definita l’ottica finalizzata a limitare il consumo del suolo. “È consentita la realizzazione di soppalchi e l’ampliamento volumetrico fino a 120 metri cubi per adeguare gli spazi destinati a persone diversamente abili con gravi patologie (non è previsto il cambio di destinazione d’uso). Per allungare la stagione turistica è consentita la chiusura di verande per 240 giorni l’anno per le strutture ricettive”. Tutto resta vietato in zone a rischio idrogeologico e dove eventualmente non consentito dal piano paesaggistico regionale.

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