La bolla immobiliare spagnola continua a mietere vittime tra gli istituti di credito iberici. Banco Santander ha registrato nel primo trimestre 2012 un utile di 1,604 miliardi di euro: un 24% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A pesare sono stati i 3,2 miliardi di accantonamenti per le insolvenze e le sofferenze del settore immobiliare: un 51% in più rispetto ai primi tre mesi del 2011. Senza tali risanamenti il gruppo ha registrato un utile ante-accantonamenti di 6,28 miliardi, un “record trimestrale” e un aumento del 9,2% rispetto al 2011.
Per quanto riguarda gli indici patrimoniali, la banca ha inoltre migliorato il proprio core capital al 9% prima del tempo – l’Eba aveva richiesto un 9,11% entro giugno 2012. Alla fine di marzo la morosità del gruppo si è attestata al 3,98%, in aumento rispetto al 3,89 di dicembre, ma contro una media nazionale del 5,75%.
Resta chiave per il Gruppo la diversificazione geografica. L’America latina, che conta per un 52% dell’utile (Brasile 27%, Messico 13% e il Cile 6%) ha portato benefici per 647 milioni di euro. Mentre in Europa continentale gli utili sono diminuiti del 34%, soprattutto in Spagna e Regno Unito. Male anche negli Usa dove Santander ha registrato un calo del 17,2%.
Il presidente dell’istituto Emilio Botin ha assicurato che nel 2012 il dividendo sarà stabile a 0,6 euro.
Intorno alle ore 11.00 alla Borsa di Madrid il titolo Santander perde il 4,74% a 4,68 euro.