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Sanremo: quanto perderebbe la Rai senza il Festival? Una batosta per gli incassi pubblicitari

Dopo la sentenza del Tar della Liguria, sono in molti a interrogarsi sul futuro di Sanremo. Certo è che per la Rai perdere il Festival significherebbe rinunciare a una gallina dalle uova d’oro. Facciamo un po’ di conti

Sanremo: quanto perderebbe la Rai senza il Festival? Una batosta per gli incassi pubblicitari

Sanremo non è solo musica. Negli ultimi anni è diventato un’enorme macchina da soldi che la Rai rischia di perdere dopo la sentenza del Tar della Liguria che ha stabilito che il comune non potrà più affidare direttamente alla Rai l’organizzazione del Festival, ma dal 2026 dovrà avviare una gara pubblica aperta a tutti gli operatori del settore. È c’è già chi immagina un Sanremo 2026 sul canale Nove condotto di nuovo da Amadeus. 

In attesa dell’ovvio ricorso, la tv di Stato per il momento potrà consolarsi con la mancata decurtazione del Canone Rai che per il 2025 tornerà a 90 euro, nonostante le richieste del vicepremier Matteo Salvini. Certo è che, nel caso in cui la Rai si ritrovasse senza Festival, dovrebbe far fronte a un buco difficile da colmare. In soli 5 giorni, infatti, la tv pubblica raccoglie oltre il 10% dei suoi incassi pubblicitari annuali. 

Quanto vale Sanremo per la Rai?

Facciamo due conti. Saremo non è sempre stata una “gallina dalle uova d’oro”, anzi, l’esatto contrario. Solo per fare un esempio, nelle tre edizioni dal 2009 al 2012, la Rai sborsò ogni anno oltre 20 milioni di euro per il Festival, finendo per incassarne poco più della metà e accumulando perdite che pesavano sui bilanci dell’azienda. A quel punto si decise di intervenire con una “cura drastica” che col passare degli anni ha dimostrato di funzionare.

L’edizione 2020 si è chiusa con un utile di 19 milioni, con 18 milioni di costi e 37 milioni di fatturato, quella del 2021 con costi complessivi pari a 17,4 milioni di euro e ricavi pari a 38 milioni di euro, quella del 2022 con una spesa di poco superiore a 17,3 milioni e una raccolta pubblicitaria di 42 milioni, quella del 2023 con oltre 17 milioni di uscite e incassi pubblicitari superiori ai 50 milioni.

Arriviamo così a Sanremo 2024, l’edizione dei record: share medio del 74,1% in finale, raccolta pubblicitaria pari a 60,2 milioni, giro d’affari pari a 205 milioni, di cui 77 milioni di valore aggiunto in rapporto al Pil, 1.300 posti di lavoro creati. Quanto ha speso viale Mazzini per tutto ciò? 20 milioni, con un saldo attivo di 40. Sono questi i numeri del Festival di quest’anno, l’ultimo condotto da Amadeus che ha chiuso la sua esperienza quinquennale sul palco dell’Ariston.

Sanremo 2026: quanto perderebbe la Rai senza il Festival

La Rai deve ancora chiudere il bilancio 2024, ma dai numeri che abbiamo riportato non è difficile capire quanto conti davvero il Festival per la tv di Stato. Nel 2023, per esempio, viale Mazzini ha incassato dalla pubblicità 529 milioni di euro, oltre 50 dei quali provenienti da Sanremo. I cinque giorni del Festival, dunque, pesano per oltre il 10% sugli incassi annuali. 

La sentenza del Tar della Liguria

È “illegittimo l’affidamento diretto alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell’organizzazione del festival” per il 2024-2025: fatta salva la prossima edizione, dal 2026 si dovrà procedere “con una gara aperta agli operatori del settore“. È questo quanto si legge nelle 58 pagine che compongono la sentenza del Tar della Liguria, una decisione che potrebbe cambiare la storia dell’evento tv per eccellenza.

La Rai valuta il ricorso, ma per il momento getta acqua sul fuoco: “I giudici amministrativi – ha fatto sapere Viale Mazzini – hanno confermato l’efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l’edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l’organizzazione del Festival”: “nessun rischio”, quindi, “che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi”.

Il Tar si è pronunciato sul ricorso della Just Entertainment, società di edizione musicale e di produzione e realizzazione di eventi e opere musicali, che nel marzo 2023 aveva trasmesso al Comune di Sanremo una manifestazione di interesse “ad acquisire la titolarità dei diritti di sfruttamento economico e commerciale del Festival di Sanremo” e del relativo marchio per curare l’organizzazione e lo svolgimento del Festival” nonché le relative “attività di promozione e diffusione”.

Di fronte al mancato riscontro del Comune – che “avrebbe riferito che nessun affidamento era intervenuto in favore di Rai con riferimento alle future edizioni del Festival” – la Je ha deciso di rivolgersi al Tribunale Amministrativo.

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