Il mercato asiatico è un tassello chiave per la nautica e Sanlorenzo yacht vuole entrarci direttamente, senza intermediari. Ha così sottoscritto a Hong Kong un memorandum of understanding non vincolante, con Mike Simpson per valutare l’ingresso della Società nel Gruppo Simpson Marine e in altre società collegate. Con 40 anni di storia, Simpson Marine è un broker nautico con un network di 12 showroom e 10 centri di servizio che copre l’intero mercato del Far East, compresi Cina, con Hong Kong, Shangai e Sanya, Singapore, Malesia, Indonesia.
“L’operazione di acquisizione consentirebbe a Sanlorenzo di incrementare la propria presenza diretta in un territorio di importanza strategica come l’area del Pacifico” dice una nota del gruppo leader mondiale nel settore della nautica di lusso.
Il titolo a Piazza Affari sale del 3,15% a 40,95 euro, dopo aver totalizzato negli ultimi sei mesi un guadagno di circa il 26%. Su base settimanale, il trend del titolo è più solido rispetto a quello del FTSE Italia Mid Cap.
M&A di Sanlorenzo in due direzioni
Sanlorenzo, che ha 4 cantieri tra La Spezia e l’alta Toscana con 3 divisioni di business, ha anche una unità High-End Services, attraverso la quale offre una gamma di servizi dedicati ai suoi clienti. La società si sta muovendo ultimamente lungo due direttive, da una parte l’acquisizione di società, come la Simpson Marine, per essere presente direttamente in mercati strategici: così lo è stato con il Nord America, con le Baleari e prossimamante anche con Monaco. Dall’altra con l’acquisizione di società altamente specializzate, sinergiche con la produzione: alla fine di marzo Sanlorenzo ha acquisito il 49% di Sea Energy, società che si occupa della progettazione, produzione e installazione di impiantistica elettrica ed elettronica navale.
A Hong Kong è quotata l’altra grande azienda produttrice di yacht di lusso, Ferretti, che proprio in queste settiamane sta organizzando la quotazione anche alla borsa di Milano. Ad oggi, alla Borsa di Hong Kong è quotato il 28% del capitale di Ferretti, i cinesi di Weichai detengono il 64% e Piero Ferrari il restante 8%.