X

Sanità in bilico, Upb: risorse insufficienti minacciano la resilienza del sistema pubblico

Imagoeconomica

Il sistema sanitario italiano ha mostrato resilienza, continuando a presentare indicatori di salute favorevoli nonostante una spesa sanitaria inferiore alla media europea. Tuttavia, sarà difficile da mantenere senza affrontare le attuali carenze e squilibri. La proposta di legge (Pdl) rappresenta un passo importante per migliorare il sistema sanitario nazionale, ma necessita di ulteriori chiarimenti e aggiustamenti per garantirne l’efficacia e la sostenibilità nel lungo termine. Queste sono le conclusioni emerse dall’audizione dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) alla Commissione Affari sociali della Camera dei deputati riguardo alla proposta di legge (Pdl) del 13 luglio 2023, Atto Camera n. 1298, che riguarda il finanziamento, l’organizzazione e il funzionamento del Ssn e la revisione delle agevolazioni fiscali per l’assistenza sanitaria complementare.

Già prima della pandemia, il Ssn presentava tensioni dovute a politiche di consolidamento dei conti pubblici che hanno causato squilibri territoriali, problemi di accesso, carenze di personale e sovraffollamento dei pronto soccorso. La pandemia ha aggravato queste problematiche, rendendo urgente un intervento strutturale.

Il nodo delle risorse

Durante l’audizione, il consigliere dell’Upb Giampaolo Arachi ha analizzato diversi aspetti cruciali della proposta. Innanzitutto, ha esaminato la cornice finanziaria della Pdl. Nel 2021, la spesa sanitaria pubblica italiana era al 7% del Pil, inferiore alla media Ue del 8,8%. A livello pro capite, l’Italia spendeva meno della metà della Germania e significativamente meno della Francia. Nonostante ciò, l’Italia ha una speranza di vita a 65 anni elevata, con differenze territoriali significative, evidenziando forti disuguaglianze regionali. La Pdl propone un aumento significativo della spesa sanitaria fino all’8% del Pil a partire dal 2024. Questo incremento dovrebbe essere supportato da un finanziamento annuale del sistema sanitario pari al doppio del tasso di inflazione. Tuttavia, le coperture finanziarie previste per sostenere questo aumento, che ammontano a 4 miliardi di euro dal 2025 al 2030, sono considerate decisamente ambiziose. E da dove arriverebbero i fondi? Da interventi di spending review e, se necessario, dall’aumento delle aliquote di imposta e dalla riduzione delle spese fiscali.

“L’aumento delle aliquote di imposta – in controtendenza rispetto agli interventi di politica tributaria di riduzione del prelievo realizzati nell’ultimo decennio – rappresenta invece una modalità più immediata per generare risorse sufficienti a fornire copertura finanziaria all’incremento del finanziamento e della spesa sanitaria fino al livello desiderato. Sarebbe, tuttavia, opportuno che la Pdl fornisse l’indicazione di quali imposte e aliquote verrebbero eventualmente interessate, specificando anche il possibile ambito di variazione”, ha sottolineato l’Ufficio parlamentare di bilancio.

Misure per il potenziamento del Ssn

Arachi ha poi discusso i possibili effetti distributivi della proposta di revisione dei criteri di riparto dei finanziamenti al Ssn tra le Regioni. La Pdl suggerisce di basare il riparto su fattori come le fasce di età e la deprivazione economica, ma l’Upb ritiene che il peso di questi fattori debba essere calibrato con maggiore attenzione alla loro reale rilevanza nello stato di salute. Inoltre, l’introduzione di altre variabili, quali criteri ambientali, socioeconomici e culturali, richiederebbe un’analisi approfondita delle interazioni tra questi fattori e dei possibili effetti incentivanti o disincentivanti.

La Pdl prevede anche misure specifiche per potenziare il personale sanitario, aumentare il numero di posti letto ospedalieri e migliorare il sistema di emergenza-urgenza. Tra le altre iniziative, sono inclusi interventi sui Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), la revisione dei raggruppamenti omogenei di diagnosi e il potenziamento della ricerca sanitaria. Tuttavia, l’Upb ha rilevato che alcune di queste misure non sono ben definite e non risultano completamente coordinate con la legislazione vigente, rendendo necessaria una maggiore coerenza tra gli oneri finanziari previsti, le coperture e gli obiettivi di spesa.

Particolarmente rilevante è la proposta di distinguere chiaramente tra prestazioni sostitutive erogate dal Ssn e prestazioni integrative nell’ambito dell’assistenza sanitaria integrativa, limitando le agevolazioni fiscali alle seconde. Questa proposta è stata accolta positivamente dall’Upb, che ha sottolineato l’importanza di evitare un uso improprio delle agevolazioni fiscali. Inoltre, l’Upb ha apprezzato le proposte per rafforzare la trasparenza e rendere disponibili le informazioni dell’anagrafe dei Fondi sanitari, suggerendo che sarebbe utile avere accesso ai dati amministrativi dell’Agenzia delle entrate relativi al minore gettito dovuto a tali agevolazioni.

Related Post
Categories: Politica