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Sandy ha colpito anche i carburanti

Le scorte di benzine nella Costa orientale americana rischiano di calare ai livelli più bassi dal 1990 per colpa di Sandy, l’uragano che ha obbligato a sospendere la raffinazione e la distribuzione in una vasta area degli Usa. Lo scenario che si presenta dopo il passaggio dell’uragano deve affrontare anche questo problema, oltre al dramma delle vittime, al bilancio delle distruzioni, al disagio delle città e delle campagne colpite.

Non si avverte al momento una scarsità di carburanti, ma qualche contraccolpo potrebbe manifestarsi in seguito. Sui mercati americani il primo impatto è stato sostanzialmente lineare: le molte raffinerie chiuse hanno causato una riduzione della domanda di greggio, facendone calare i prezzi (ma solo a New York, non oltre Atlantico), e hanno sostenuto invece le quotazioni dei prodotti raffinati, dalla benzina al gasolio. In queste ore, con l’impegno di riportare la vita alla normalità, i carburanti sono essenziali, ma la quantità consumata rimane bassa a causa dei numerosi blocchi stradali. Così il prezzo della benzina alla pompa, nei calcoli dell’Associazione automobilistica americana, per il momento si sta assestando, dopo il balzo del 5,9% accusato in tre giorni.

La paralisi di oltre 8 milioni di abitanti però non potrà durare a lungo. In seguito quindi la preoccupazione riguarderà il calo delle scorte. Per questi motivi, l’altalena dei prezzi della benzina negli Usa promette movimenti piuttosto ampi. Al New York Mercantile Exchange il future per scadenza ravvicinata aveva recuperato il 23% nel terzo trimestre, poi aveva ceduto il 19% nei primi 26 giorni di ottobre, prima di salire di nuovo, del 5-6%. Nell’area colpita da Sandy la capacità di raffinazione è stimata 1,29 milioni di barili di greggio al giorno e le chiusure hanno interessato 1,22 milioni, la quasi totalità. Resta da capire la durata delle soste, che sarà ovviamente decisa soltanto dopo l’accertamento dei danni.

Intanto, negli Usa il prezzo medio della benzina alla pompa era martedì a 3,534 dollari al gallone, il più basso da quasi tre mesi (la punta più alta dell’anno era stata registrata nei primi giorni di aprile, a 3,936 dollari) e la tendenza pre-Sandy era ancora al ribasso. Di ciò che accadrà nelle prossime settimane, qualcosa di più si potrà capire dalle statistiche settimanali sulle scorte commerciali Usa di greggio e derivati. Ma occorrerà attendere quelle che verranno pubblicate il 7 novembre, non quelle che saranno rilasciate domani. Le cifre del 1° novembre infatti si riferiranno alle scorte conteggiate alla fine della settimana scorsa, prima della tempesta.

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Categories: Finanza e Mercati
Tags: BenzinaUsa