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San Gottardo a un anno dal record: sarà la galleria ferroviaria più lunga del mondo

Meno uno. Manca esattamente un anno – anzi poco meno – al completamento della galleria ferroviaria più lunga del mondo: il 1° giugno 2016 il ministro dei trasporti svizzero Doris Leuthard inaugurerà il nuovo tunnel del San Gottardo, 57 km di lunghezza sottoterra, un pugno di km in più della galleria giapponese Seikan, che però con i suoi 54 km scarsi rimarrà la galleria sottomarina più lunga del pianeta. Non solo: con profondità che raggiungono i 2.300 metri dalla vetta, il San Gottardo sarà anche il tunnel più profondo del mondo. Per scavarlo sono stati estratti 28 milioni di tonnellate di materiale, operando in luoghi dove la temperatura raggiunge i 50 gradi. 

L’imponente infrastruttura – i cui lavori sono iniziati 17 anni fa e che da sola è costata quasi 10 miliardi di euro – sarà operativa a partire da fine 2016 e dal 2019 il percorso per l’Italia sarà perfettamento ottimizzato – almeno sul versante svizzero – con il completamento del tunnel del Monte Ceneri. “Sarà possibile percorrere Milano-Zurigo – spiega la Leuthard nella conferenza tenuta al padiglione della Svizzera, nella cornice dell’Expo di Milano – in appena tre ore, e solo tra Zurigo e Lugano il risparmio di tempo sarà di 45 minuti”. Grazie infatti ai suoi 57 km completamente pianeggianti i treni passeggeri potranno raggiungere la velocità di 200 km/h, mentre per quelli merci si arriverà ai 100 km/h. Il progetto, chiamato AlpTransit, si colloca nel contesto della rete TEN-T (Trans-European Transport Network) di cui costituisce il Corridoio 1, quello che collegherà Rotterdam a Genova rompendo l’isolamento del Paese elvetico.

“La capacità di trasporto sarà aumentata almeno del 40%: 260 treni merci al giorno, contro gli attuali 180”, spiega la Leuthard ricordando che uno degli obiettivi principali della rotta commerciale è il terminal Milano Smistamento e quello di Gallarate, nel quale il governo di Berna ha investito 40-50 milioni ai quali vanno aggiunti i 120 milioni di fatto anticipati all’Italia per l’adeguamento della linea verso Luino, Gallarate e Novara, sulle quali attualmente la velocità e i sistemi di sicurezza sono molto ridotti. Il motivo di tale generosità è presto spiegato: “L’opera interessa più a noi che all’Italia, questo è chiaro – ammette Andreas Paul Windliger, direttore dell’UFT (Ufficio Federale dei Trasporti) -: ci consente di raggiungere il centro intermodale di Novara e poi, tramite il terzo valico, il porto commerciale di Genova”. 

I 120 milioni prestati all’Italia si aggiungono ai 23 miliardi di franchi svizzeri (22 miliardi di euro) di investimento complessivo: un’opera – per fare un esempio – costata nel suo complesso quasi il doppio dell’Expo di Milano (13-14 stimati per l’evento milanese), ma che avrà effetti solo sul lungo termine e che toccherà per forza di cose ad altri Paesi completare. A incominciare proprio dal terzo valico (quello dei Giovi, nell’Appennino ligure), per il quale l’anno scorso lo “Sblocca Italia” ha assicurato 200 milioni di finanziamenti per il periodo 2014-2020, data limite entro la quale, secondo il progetto svizzero, i lavori dovranno essere ultimati. “In realtà non siamo così pessimisti – rivela il ministro Leuthard – sull’affidabilità dell’Italia: la situazione è critica solo a Luino ma siamo fiduciosi”. 

A creare maggiori problemi potrebbe essere, a sorpresa, la Germania. Il progetto di un grande asse ferroviario che colleghi Nord e Sud Europa (analogamente a quanto vorrebbe fare la Torino-Lione, Corridoio 5, da Est a Ovest), che in Svizzera e in Benelux è già in stato avanzato, si sta incagliando proprio nel Paese locomotiva dell’economia continentale. “In Germania ci sono dei problemi – rivela ancora Windliger -: nella regione a ridosso del confine svizzero la popolazione sta protestando, temendo in particolare l’inquinamento acustico”. Il percorso verso la galleria più lunga del mondo è ancora lungo e tortuoso.

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