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Samsung come Apple: riviste le stime, utili in caduta libera

Pixabay

Dopo Apple anche Samsung corre ai ripari e rivede in negativo le previsioni sul quarto trimestre del 2018. Il colosso coreano prevede ricavi a quota 52,2 miliardi di dollari, una cifra che in termini percentuali rappresenta l’11% in meno rispetto alle stime iniziali. Sprofondano gli utili: la nuova stima prevede 9,6 miliardi di dollari di profitti (10,8 miliardi di won), con un ribasso del 29% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Molto meno delle stime della media di 26 analisti nel sondaggio Refinitiv che si aspettavano nell’ultimo trimestre del 2018 utili a 13,2 mila miliardi di won.

Alla base della revisione della guidance motivi simili a quelli che la settimana scorsa hanno spinto Apple a intraprendere lo stesso percorso a causa delle vendite più basse del previsto di iPhone XS e XR: un calo della domanda relativa alle memory chip, ma soprattutto una maggiore concorrenza nel settore degli smartphone, dove Samsung soffre la crescita di società come Xiaomi e Huawei, che vendono prodotti di qualità, ma a prezzi molto competitivi rinunciando ad avere alti margini sulle vendite. Pesa, ovviamente, anche il rallentamento dell’economia cinese, mercato fondamentale sia per Samsung che per Apple.

Scendendo nei dettagli, nel documento presentato ai regolatori di Borsa, la casa coreana spiega che il calo della domanda legata alle memorie si deve soprattutto alle minori richieste arrivate dai centri dati, una tendenza, molto marcata tra l’altro, che Samsung non prevedeva e che ha fortemente influito sui ricavi.

Per quanto riguarda il 2019, l’andamento dipenderà anche dall’economia cinese. Nel caso in cui Pechino continuasse a rallentare, un ulteriore declino degli utili per Samsung sarà inevitabile.

Occorre ricordare infatti che la Cina ha una quota compresa tra il 20 e il 30% del mercato globale dei prodotti tecnologici. Un calo della domanda non può dunque non impattare sul primo produttore mondiale di smartphone.

Le vicissitudini del settore non accennano dunque a placarsi e anche la Borsa ha cominciato a reagire. Dopo il boom degli ultimi 10 anni, le vendite continuano a calare e la guerra commerciale tra Usa e Cina non fa che ampliare le difficoltà di aziende che cercano di riposizionarsi su un mercato che fino a ieri non aveva mai conosciuto crisi.

 

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Categories: Finanza e Mercati