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Salvini sotto assedio sulla Russia, fa il premier sulla Manovra

Mentre sale la tensione sul caso dei presunti finanziamenti dalla Russia e della trattativa condotta da Gianluca Savoini, il vicepremier incontra al Viminale 43 associazioni sindacali e imprenditoriali. Sul tavolo la manovra, la flat tax e le richieste delle categorie

Salvini sotto assedio sulla Russia, fa il premier sulla Manovra

Il vertice è fissato per oggi, lunedì, al Viminale: luogo decisamente irrituale per convocare sindacati e imprese sulla manovra di fine anno. Così come lo è chi ha emesso l’invito: il vicepremier Matteo Salvini e non , come vuole la prassi, la presidenza del Consiglio. La distanza tra i palazzi è poca cosa, sulla piantina di Roma, ma quella tra le stanze della politica non è da poco proprio mentre la Lega è sotto assedio per il caso Russia, la posizione scivolosa del ministro dell’Interno nei confronti di Gianluca Savoini (l’uomo della trattativa sui presunti fondi russi), l’assedio alla Lega con il vicepremier Di Maio che attacca: “Quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perché il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione. Peraltro quando si ha la certezza di essere strumentalizzati, l’aula diventa anche un’occasione per dire la propria, difendersi e rispondere per le rime alle accuse, se considerate ingiuste.”

In questo clima infuocato il leader leghista – sotto pressione anche all’interno del partito – incontrerà una quarantina di associazioni, rappresentanti sindacali, imprese. Qualcosa del genere non si vedeva dall’epoca del governo Berlusconi o del governo Monti alle prese con la situazione disastrata dei conti pubblici. E invece l’appuntamento di 43 sigle tra sindacati, associazioni industriali e imprenditoriali è confermato alle 10 in una delle sale più grandi del Viminale. Matteo Salvini riceverà le delegazioni di Confindustria, con il presidente Vincenzo Boccia e quella dei giovani imprenditori con il presidente Alessio Rossi, Confcommercio con il presidente Carlo Sangalli, e poi ancora Alleanza Cooperative con il presidente Mauro Lusetti e Confcooperative con Maurizio Gardini, Confapi con Maurizio Casasco, Confagricoltura e Confartigianato, Ance e Ania, Abi e Coldiretti, Confedilizia e Cna. Ma allo stesso tavolo siederanno anche i sindacati con il leader Cgil Maurizio Landini e Annamaria Furlan di Cisl, Carmelo Barbagallo di Uil e Paolo Capone dell’Ugl. In tutto oltre 40 sigle convocate per «una giornata di ascolto, confronto e proposta sulla crescita del Paese».

Insomma un vertice in piena regola che ha lasciato sorpresi gli stessi invitati. Sullo sfondo c’è lo sciopero generale d’autunno e le scelte della manovra finanziaria, con in testa la Flat tax, i sindacati che chiedono un “confronto serio” e le imprese che vogliono rassicurazioni sul no all’aumento dell’Iva e al salario minimo e spingono per la riduzione dell’Irpef. Se le scelte di politica economica saranno il piatto forte del vertice, il capitolo più importante sarà senza dubbio quello sul Fisco. La lega insiste sulla Flat tax, che pure è stata modulata in modo diverse nelle ultime settimane: sulla tassa piatta, con aliquota al 15%, i sindacati sono da sempre contrari perché aiuterebbe, sostengono, solo le fasce di reddito più alte. Ma anche il mondo delle imprese ha più volte manifestato le sue perplessità.

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