“Apre bocca e gli dà fiato”: così a Roma si dice di chi parla a vanvera e, tanto per parlare, finisce per dire cose insensate. E allora, sarà ora che qualcuno dica a chiare lettere che questo calza alle “costruttive” proposte che Salvini ha avanzato per far fronte all’emergenza finanziaria dovuta determinata dal Covid19, o no?
Dice Salvini: invece di ricorrere al Mes, chiediamo i soldi agli italiani con una emissione di titoli di Stato garantita “dallo Stato e dalla Bce”, riservati, appunto, agli italiani con “vantaggio fiscale”; preferisco essere indebitato con i nostri concittadini – aggiunge – piuttosto che con i partner europei “che poi ci strozzano”.
Vediamo. Chiedere i soldi “agli italiani” è una affermazione senza senso in regime di libertà del movimento dei capitali. Gli investitori italiani sono liberi di investire all’estero, così come gli investitori stranieri sono liberi di investire in titoli italiani; libertà, questa, che è la premessa per consentire alle risorse disponibili di venire impiegate nelle iniziative più valide indipendentemente dalla localizzazione delle une e delle altre.
Pertanto, se un investitore, poniamo, arabo intende sottoscrivere quei titoli, dopo tutti gli sforzi che si fanno per attrarre capitali, Salvini che fa, glieli nega? Per altro, il nostro dovrebbe sapere che da sempre chi, per patriottismo o meno, intende investire in titoli italiani può farlo benissimo, ma la realtà è che il risparmio privato che ha preso questa strada è andato scemando negli anni ed ormai sostiene una frazione trascurabile del debito pubblico; ci sarà o no una ragione?
Dice: ma potrebbe esserci un vantaggio fiscale. Se questo fosse effettivamente previsto – oltre quello che c’è sempre stato sui titoli di Stato – di altro non si tratterebbe che di un interesse addizionale a quello nominale. Tanto varrebbe, dunque, emetterlo ad un tasso nominale più elevato per richiamare una maggiore platea di sottoscrittori. O no?
Ma il marchingegno – pare di capire – è per riservare l’ipotetica emissione “agli italiani” perché preferisce essere debitore degli italiani piuttosto che di… altri. Attenzione: qual è la differenza tra un debito verso residenti ed uno verso non residenti? La risposta dovrebbe essere senza esitazione: nessuna. Ma se una differenza si fa, può essere perché si considera che verso un creditore residente si possa fare ciò che non si potrebbe, o che sarebbe più sconsigliabile, fare verso un qualsiasi soggetto non residente. E se così stanno le cose, a sottoscrivere quei titoli ci sarebbe comunque da pensare.
Ma c’è – dice – la garanzia dello Stato “e della Bce”. Ora, lasciando perdere lo Stato, e lasciando perdere che la concessione di garanzie non rientra tra i compiti statutari della Banca per quanto estensivamente interpretati, Salvini dovrebbe sapere che la Bce finora ha dato ben più di una garanzia sui titoli italiani perché li ha acquistati, e ne ha acquistati tanti, ma proprio tanti, e tanti ancora si è impegnata ad acquistarne; ma questo forse è meglio non dirlo perché poi sarebbe difficile aizzare il suo pubblico contro l’euro e contro l’Europa.
Dice: molto meglio rivolgersi agli italiani che ricorrere al Mes. Allora mettiamola così: il Mes è un meccanismo che prevede la concessione di prestiti a fronte di impegni sia sull’uso che, soprattutto, sui comportamenti del debitore che ne assicurino la restituzione. Certamente è legittimo valutare ed eventualmente contrattare le condizioni alle quali il prestito può essere eventualmente concesso, ma non si può pretendere che la concessione avvenga senza condizione alcuna, tanto meno dopo le numerose prove che sono state date di indebitamento per finanziare spesa corrente o, per dirla più chiaramente, per elargizioni elettorali.
E allora, posta la legittimità di trattare all’evenienza le condizioni meno onerose, ma posta anche l’inconsistenza della pretesa di ottenere prestiti senza condizioni, e posta infine la regola che mette sempre nelle mani del creditore chi dipende dall’indebitamento, un rifiuto del Mes non avrebbe solo la conseguenza di una dissociazione dalla netta maggioranza dei partner europei, ma avrebbe la valenza ben più generale di un rifiuto, magari nel nome di una malintesa sovranità, a sottostare a qualsiasi condizione nei confronti di un qualsiasi creditore.
Concludendo, se è questo il tenore dei contributi che l’opposizione offre per superare le grandi difficoltà indotte dall’epidemia, è comprensibile qualche difficoltà nel comprendere il reiterato lamento della stessa opposizione per la scarsa considerazione che ad essi riservano governo e maggioranza.
View Comments (7)
Articolo di QuiFinanza.it:
Arriva il primo titolo di Stato italiano 100% “retail”. Si chiamerà BTP Futura ed è il nuovo titolo di Stato esclusivamente dedicato ai risparmiatori individuali in questa fase fase di post emergenza Coronavirus. Ad annunciarlo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha spiegato che la prima emissione avverrà da lunedì 6 luglio a venerdì 10 luglio (fino alle ore 13).
Oggi, 9 Giugno 2020, leggo qusto titolo su "QuiFinanza.it": <>
Dopo aver letto l'articolo di Recanatesi ho finalmente capito perchè la madre degli imbecilli è sempre incinta!
Ma chi ha scritto questo articolo?
Osservo due "lievi" imprecisioni, e mi limito a queste per evitare di perdere ulteriormente tempo.
Non c'è differenza tra titolo di debito pubblico acquistato da un italiano ed un arabo? Ma se pure Cottarelli, cioè non un noto "sovranista" l'ha spiegato parlando del debito del Giappone che supera il 200% e nonstante ciò non subisce "spread" di sorta: quando compri debito estero devi aggiungere al rischio anche quello relativo alle variazioni del tasso di cambio della valuta in cui è emesso il debito, oppure della possibile ridenominazione. Ovvero, una cosa che gli italiani NON rischiano quando comprano titoli di stato italiani. Ma chi ha scritto l'articolo l'ha mai fatto un banale questionario MIFID? Perché pure in quel questionario c'è una domanda proprio su questo argomento.
Altra imprecisione: trattare la Banca Centrale, e ripeto BANCA CENTRALE, come una qualsiasi banca. Le banche centrali SONO prestatori di ultima istanza. Certo, conta il loro statuto, ma la realtà, che prescinde dalle teorie di chi quegli statuti li disegna, è che alla fine se c'è qualcuno che ci deve mettere una pezza, come è necessario in questa crisi, l'unico REALMENTE in grado di farlo è proprio la banca centrale. E infatti, nonostante le teorie, regolarmente lo fa, come lo sta facendo ora la BCE.
Cari Intellettuali, c’è chi parla a vanvera e c’è chi scrive o parla con organi umani generalmente non preposti. Ad una mente non schierata e ottusamente di parte può sembrare utile la proposta di attivare sistemi di investimento alternativi tutti italiani. Mi piacerebbe segnalarvi che, leggendo articoli e statistiche anche recenti, gli italiani con i soldi, quelli veri, hanno già da tempo diversificato i loro investimenti pesantemente all’estero, quasi a decretare l’infimo livello della fiducia che ripongono nel proprio paese.
Una specie di CCT COVID non tassato potrebbe convincere i nostri compatrioti ad investire ancora nel bel paese e se qualche arabo ha l’intenzione di investire in Italia, nessuno lo vieta, ci sono da sempre i titoli di stato e quant’altro a disposizione. In ogni caso sono estremamente deluso da FIRST Online, speravo fosse un contenitore di informazione vera, superpartes, quello che cerco da tempo, invece con questo ed altri articoli che ho trovato, si dimostra l’ennesimo canale ridondante della nomenklatura benpensante di sinistra. Ad maiora.
ma perche in questi articoli viene sempre omesso di informare che, dai primi anni 90, il debito italiano viene collocato dai cosiddetti investitori istituzionali (le solite banche, perlopiu straniere) che, per un meccanismo perverso, acquistano i titoli a tassi di particolare favore, a differenza di quanto avviene con i titoli degli altri stati europei. Fino agli anni 90, gli italiani potevano infatti acquistare i bot a tassi favorevoli, mentre ora i tassi sono negativi. Le banche che ho citato acquistano invece i titoli, in via esclusiva, nelle aste di collocamento a tassi decisamente favorevoli. Non occorre essere grandi economisti per comprendere che, se fossero offerti tassi decenti sui bot alle famiglie, magari decisi dal Tesoro, non ci sarebbe bisogno di pagare tassi sproporzionati ai soliti ricchissimi Istituti finanziari che ho citato con un guadagno enorme per tutti. Scomparirebbero peraltro le speculazionii sui titoli e si recupererebbero immense risorse finanziarie,
Tutto troppo facile, eppure ne abbiamo avuti di grandi economisti nei posti chiave dagli anni 90 ad oggi ..................
Concordo con l'articolo.
Da tempo mi domando come il partito che attualmente detiene la maggioranza nei sondaggi possa aspirare a guidare il paese.
L'inconsistenza di visione finanziaria e improvvisazione é sotto gli occhi di tutti, basti pensare a quando, nel precedente governo ogni volte che apriva la bocca il loro massimo esperto lo spread schizzava di 100 punti.
Se la lega non é in grado, al più presto, di esprimere o far emergere al suo interno adeguate competenze per i terribili problemi che abbiamo davanti se lo può scordare di andare al governo, ammesso che lo voglia.
Aspira a governare il paese, e lo governerà quando sarà ripristinata la Democrazia, perchè quelli attuali stanno giocando sulla nostra pelle!