Il telefono è caduto nel lavandino, nella piscina o nel water (accade più frequentemente di quanto si possa pensare)? Non tutto è perduto, ci sono buone possibilità di recuperarlo e rimetterlo di nuovo in funzione, l’importante è capire soprattutto cosa NON va fatto appena successo il fattaccio.
Preventivamente bisognerebbe sapere quanto il proprio telefono può resistere all’acqua. Se è di fascia molto alta è probabile che sia totalmente impermeabile, ma anche non fosse di quelli certificati per andare sott’acqua è probabile che sia costruttivamente più sigillato dei vecchi modelli: in sintesi, un telefono nuovo è comunque più resistente all’acqua di uno di qualche anno fa.
I telefoni hanno una certificazione “IP” che ne attesta o meno la resistenza all’acqua: i telefoni IP53 sono solo parzialmente resistenti all’acqua e non dovrebbero essere sottoposti neanche a spruzzi, come usarli sotto la pioggia. Cellulari con certificazione IP67 e IP68 sono invece impermeabili, ma comunque non è mai consigliata l’immersione per lungo tempo. Fra i telefoni con certificazione IP67 e IP68 ci sono: Samsung Galaxy S9/s9+/Note 9, Google Pixel 3/3Xl, HTC U12, Huawei Mate 20 Pro, LG V40 ThinQ, iPhone XS/XS Max/XR.
Lo smartphone è finito in acqua, e adesso?
E adesso niente panico. Come detto sopra potrebbe bastare anche usare il cellulare sotto la pioggia perché questo dia evidenti segni di malfunzionamento dovuti all’acqua, non è necessario che sia del tutto immerso.
La prima cosa da fare è ovviamente toglierlo dall’acqua subito: senza tanti giri di parole, se è caduto nel water va tirato subito fuori, le mani si possono lavare anche dopo.
La seconda cosa da fare assolutamente è spegnerlo subito nel caso fosse acceso. Anche se risulta funzionante è meglio spegnerlo e asciugarlo.
A questo punto bisogna togliere più pezzi possibile: una eventuale custodia, la cover originale e la batteria se possibile vanno rimosse, così come la scheda SIM e la espansione di memoria. Se presente va tenuto aperto lo sportellino dove viene inserita la SIM e la MicroSD card.
Bisogna evitare alcuni comportamenti sbagliati. Non bisogna soffiare, si rischierebbe di spingere l’acqua ancora più all’interno, per lo stesso motivo vanno evitate le shakerate, paradossalmente l’aria compressa potrebbe invece aiutare (vedi dopo). Non bisogna mettere il telefono sul termosifone caldo, né usare phon o altre fonti di calore: si potrebbero danneggiare i circuiti ed il display con il calore.
Non provare a collegare la ricarica “per vedere se si accende”, né ovviamente provare ad accendere il telefono: va tenuto spento fino alla fine dei tentativi di asciugatura. Non strofinate il telefono con uno straccio, per lo stesso motivo per il quale va evitato di soffiarci sopra. Non provate a mettere il telefonino dentro un calzino e quindi nell’asciugatrice (è stato fatto anche questo), così è molto facile danneggiarlo in maniera irreparabile.
Le cose da fare
Per prima cosa tamponare (come già detto senza strofinare) con del tessuto morbido tutto il telefono soffermandosi su fessure ed interstizi. Non è consigliata la carta di salviette, fazzoletti o rotoli da cucina perché potrebbe facilmente lasciare residui nel telefono.
Usare un aspirapolvere per cercare di drenare l’acqua anche dall’interno: utilizzando un puntale col quale si puliscono gli angoli è possibile aspirare in maniera concentrata per cercare di togliere al massimo l’eventuale liquido presente. L’aspirapolvere è un sistema molto valido e va usato il prima possibile.
Parallelamente anche l’uso dell’aria compressa può aiutare ad espellere l’acqua interna, soprattutto se si riesce ad aprire il telefono. Più del soffio d’aria fatto con la bocca, che, come detto sopra, può infilare l’acqua più all’interno, l’aria compressa concentrata in un punto dovrebbe vaporizzare l’umido facendolo uscire da ogni interstizio. Una volta utilizzati tutti i rimedi “esterni” rimane sempre il problema di come asciugare bene l’umido interno. Un rimedio facile è mettere il telefono in una tazza piena di riso (crudo!), che attira molto l’umidità e lasciarlo sepolto nel riso almeno uno o due giorni. Si possono usare anche le bustine di “silica gel” che sono in genere presenti negli apparecchi elettronici appena comprati, ma è improbabile averne a portata di mano in numero sufficiente e piuttosto che mettersi ad ordinarli online è meglio agire subito con il riso.
Altri materiali assorbenti che possono essere usati al posto del riso, spesso con ottimi risultati, sono: la lettiera del gatto (purché a grana grossa), cereali come i fiocchi d’avena e il couscous.
Ma il riso non era una bufala?
Attenzione: sull’uso del riso c’è una notevole letteratura in rete e spesso è visto come una bufala: alcuni esperimenti ne testimoniano la scarsa efficacia. La verità è che il riso, come tutti i materiali igroscopici, che attirano cioè l’acqua, può avere risultati diversi a seconda di molti fattori imponderabili, ma non è certo dannoso. L’importante è agire tempestivamente con quello che si ha sottomano per limitare il danno il prima possibile.
Il consiglio migliore è comunque lasciare il telefono in un posto ben areato per almeno due giorni. Solo dopo questo periodo si può provare ad accendere il telefono, prima con la sola batteria, poi con il caricabatteria collegato. Vanno provate tutte le funzioni, inclusi gli altoparlanti (suonando musica), lo spinotto dell’auricolare e la fotocamera.
Ma se il telefono mi cade nella vasca rimango fulminato?
No. Qualsiasi dispositivo portatile, sia un telefono, un tablet o anche un computer portatile, ha una batteria con un voltaggio non pericoloso per l’uomo anche se il dispositivo viene immerso totalmente nell’acqua in cui si sta facendo il bagno.
Diverso il discorso se la ricarica è collegata alla corrente: pur essendo dotato di dispositivi di sicurezza, il ricarica batteria è collegato alla presa domestica con corrente a 220 Volt, ed è teoricamente possibile un ritorno di corrente pericolosa nell’acqua, anche se dovrebbe entrare in funzione il salvavita. Ad ogni buon conto è meglio non usare mai il telefono collegato alla ricarica quando si fa il bagno o con i piedi sul bagnato.
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