Salute e sostenibilità stanno diventando le parole d’ordine dei consumatori. Gli italiani sono sempre più attenti a comprare prodotti salutari e sostenibili. Anche se in tempi di difficoltà il prezzo continua a essere determinante per il 70% dei consumatori, in questi ultimi tempi è notevolmente aumentata la quota di chi è disposto a pagare di più se il prodotto è sostenibile. Una tendenza che ha preso piede in Italia come nel resto d’Europa, soprattutto dopo la pandemia che ha indotto le persone a fare molta più attenzione all’aspetto salutistico dei cibi e alla protezione ambientale a salvaguardia del proprio benessere.
Lo attesta un report di Deloitte The Conscious Consumer, un’analisi che raccoglie il parere di oltre 17.000 consumatori in 15 Paesi europei. Secondo lo studio, infatti, la salute è un criterio di scelta per l’86% dei consumatori e la sostenibilità per il 70%. In particolare, dallo studio emerge un maggiore impegno a mangiare più verdura (64%) e meno carne (51%), prediligendo prodotti locali (64%). A questo si aggiunge anche la maggiore propensione alla preparazione dei pasti a casa (54%) e l’attenzione per la riduzione del packaging (47%).
«Nel giro di un anno – commenta Eugenio Puddu, Consumer Products Sector Leader di Deloitte Italia – è cresciuta l’attenzione dei consumatori italiani verso un’alimentazione più sana e sostenibile. Così la spesa è sempre più guidata dai valori dei consumatori: ne sono la prova la scelta di alimenti salutari, possibilmente locali, preparati in casa e pensati in ottica di riduzione degli sprechi»,
Se sostenibilità e salute acquisiscono importanza, non bisogna però dimenticare il fattore prezzo, che rimane rilevante per il 70%. Ma non abbastanza rilevante da superare la salute, che è più importante del prezzo per l’80% dei consumatori italiani e più importante della sostenibilità secondo il 91%. Un altro dato, però, segnala la crescita dell’attenzione verso la sostenibilità: nonostante il 61% dei consumatori dichiari che il prezzo li influenzi di più della sostenibilità, il 78% degli intervistati italiani afferma di essere disposto a pagare almeno il 5% in più per alimenti sostenibili, ma anche per generi alimentari locali (79%), biologici e prodotti del commercio equo e solidale (entrambi 76%).
Ma come fanno gli italiani a informarsi sui prodotti alimentari? Secondo la ricerca di Deloitte si affidano soprattutto agli esperti di settore e al web. I supermercati, invece, vengono considerati punto di riferimento solo dall’11% degli italiani. Inoltre, i consumatori italiani si aspettano che i supermercati forniscano ai consumatori un’informazione più accurata (66%) e che escludano dalla vendita i prodotti che non fanno bene alla salute (51%).
«Gli italiani – commenta Enrico Cosio, Retail, Wholesale & Distribution Sector Leader di Deloitte Italia – si aspettano da parte dei supermercati azioni concrete per essere guidati verso scelte salutari e sostenibili.” Significativamente, quasi sette consumatori su dieci pensano che le caratteristiche di impatto ambientale come le informazioni sull’insalubrità dovrebbero essere riportate chiaramente sulle confezioni. Inoltre, il 51% dei consumatori italiani è d’accordo con l’esclusione dei prodotti poco salubri dagli assortimenti dei supermercati»,
“I consumatori si attendono azioni concrete da parte dei supermercati, oltre che dalle istituzioni. – conclude Enrico Cosio, Retail, Wholesale & Distribution Sector Leader di Deloitte Italia – i supermercati dovrebbero ricoprire un ruolo più attivo nel guidare verso scelte salutari e sostenibili. Il loro impegno dovrebbe passare anche attraverso la scelta dei prodotti a scaffale. In Italia, quasi sette consumatori su dieci pensano che le caratteristiche di impatto ambientale come le informazioni sull’insalubrità dovrebbero essere riportate chiaramente sulle confezioni. Inoltre, il 51% dei consumatori italiani è d’accordo con l’esclusione dei prodotti poco salubri dagli assortimenti dei supermercati.”