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Salone di Genova: la nautica corre ma da mezzo secolo lotta contro la burocrazia. Il Governo promette, ce la farà?

Sito Salone Nautico Genova

Quando si entra nel 63° Salone di Genova appena inaugurato, una delle prime cose che si nota è la rassegna di prime pagine del quotidiano locale, il Secolo XIX, e in particolare una di esse recita “Il governo annuncia una legge per lo sviluppo della nautica”. E si è autorizzati a pensare a una novità. Ma a deludere è la data: primo febbraio 1970. L’occhiello poi auspica “lo snellimento dell’iter burocratico favorendo il ritorno di molte imbarcazioni iscritte nei compartimenti stranieri”.

A Genova un parterre politico mai visto

Sono passati 53 anni da allora, mezzo secolo, e dalla Terrazza del Padiglione Blu, echeggiano le stesse ambizioni. Nel contesto di un settore che è in cima al mondo ci sono da una parte il ministro Matteo Salvini che promette una riforma dei porti entro l’anno, dall’altra un presidente di Confindustria Nautica Saverio Cecchi che annuncia la salita dell’Italia sul podio più alto per l’export mondiale.
Qualcosa stride: è come avere in mano un bolide e tenerlo con il freno tirato.
All’edizione 2023 del Salone, battezzato dallo stesso Cecchi “il Superbo”, declinando la definizione petrarchesca di “Genova la Superba”, la politica effettivamente è apparsa in forze, con parterre istituzionale d’eccezione e senza precedenti. Accanto a Salvini, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, il Ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida, il Ministro per le Politiche del Mare, Nello Musumeci. Per poi concludere con la première Giorgia Meloni in agenda venerdì.

La burocrazia ammazza la nautica

“L’attenzione della politica per la nautica c’è, quel che ancora non va è la troppa burocrazia” spiega Cecchi, facendo eco a quel lontano 1970. Anche se -aggiunge- qualcosa si muove: siamo riusciti ad esempio ad abbassare da 30 a 7 i giorni necessari per l’immatricolazione di una barca, come già gli altri paesi europei”.
Salvini promette provvedimenti a breve. “Dopo il codice degli appalti e quello della strada facciamo la legge sull’omicidio Nautico e la riforma delle concessioni portuali puó essere un altro passo in avanti. Entro la fine dell’anno è possibile avere una riforma dei porti e dei codici della nautica” dice e poi non si esime dall’usare un gioco di parole: “Dieci anni fa qualcuno pensava di ridare soldi alle casse dello stato tassando le barche. Noi abbiamo cambiato una consonante e tasseremo gli extra profitti delle banche”.

Qualche accenno a un miglioramento viene anche da Crosetto quando dice: “il piano del mare deve fare del Paese un hub energetico, vogliamo valorizzare competenze uniche e il mare, il settore nautico è parte della nostra storia”.
Ma Cecchi non molla e approfitta della presenza dei politici per avanzare richieste. “Non possiamo aspettare tre anni per il regolamento del codice (della nautica ndr). Questo è lo strumento che ci permette di lavorare, figuriamoci se voi ci toglieste queste zavorre come potremmo lavorare. Faremo una proposta al ministro Musumeci: riunite tutti a un tavolo, si esprime un parere, poi decidiamo e via: abbiamo bisogno di semplificare”. Poi, rivolgendosi a Salvini: “Il regolamento del codice prevede 14 pareri di ministeri, se andiamo a vedere quelli competenti saranno due”, ha aggiunto Cecchi.

Musumeci non manca di ribattere: “Il Governo deve saper ascolatre le imprese ed evitare inutili perdite di tempo: un anno di burocrazia può essere un inferno per le imprese”.“Il CIPOM (Comitato Interministeriale per le Politiche del Mare) ha la funzione di coordinare e programmare un ordine del giorno sul quale confrontarsi ed invitare tutti i ministeri interessati per decidere in poche sedute ed evitare perdite tempo”

Bonomi: il settore va a gonfie vele

E’ proprio il presidente nazionale di Confindustria Carlo Bonomi il primo a utilizzare il riferimento marino per il settore: “La nautica è un’eccellenza italiana che sta andando a gonfie vele ed è una delle filiere più importanti dell’industria. L’economia del mare tiene insieme tutto il Paese, con un 45% delle imprese che è nel Mezzogiorno”.

Cecchi: “L’Italia prima al mondo per l’export di settore”

I numeri della nautica italiana, già anticipati nei giorni scorsi sono stati ampiamente confermati.
Le esportazioni del settore hanno raggiunto i 3 miliardi e 568 milioni di euro nel 2022, confermandosi al primo posto nel mondo, ha detto Cecchi, aggiungendo che “già oggi questa cifra è vicina a 3,7 miliardi, mentre l’export rappresenta l’88% della produzione totale. Al quinto posto abbiamo la Germania, 1.301 miliardi, al secondo posto la Francia, 1.389 miliardi, Stati Uniti 2.099, Paesi Bassi 2.778: l’Italia 3.568 miliardi. Sono dati del 2022, già oggi questa cifra è vicina a 3.700 miliardi”. Nel 2023 cresciamo ancora e il valore di produzione supera i 7 miliardi di euro”.

Il Salone: ancora qualche lavoro in corso. Finiranno nel 2025

Nonostante un cantiere ancora aperto per finire il nuovo Waterfront, il Salone offre 1.043 brand esposti, con un incremento del 4,5% rispetto al 2022; oltre mille imbarcazioni – da 2 a 40 metri, con 143 posti in più in acqua grazie all’apertura dei nuovi canali – tra cui 184 novità . “I lavori per il Waterfront sono in corso, procedono spediti, ma non rendono meno suggestivo il layout della rassegna”, dice Cecchi, che guarda al nuovo frontemare con grande ottimismo. “L’area espositiva, con il padiglione Jean Nouvel circondato dall’acqua, è emozionante”. Sulla sua agenda è annotata l’inaugurazione della parte mare per il 2024 e il fine lavori della parte a monte per il 2025. Nasce così un quartiere rivolto all’orizzonte, tanto che il presidente della Regione Liguria ha già detto che Genova sarà la “nuova Hollywood del mare”.

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Categories: Economia e Imprese