Il successo della nuova formula del Salone di Milano ha trovato, anche in questa edizione 2025 di uno splendido aprile, l’ennesima conferma, con afflussi di operatori e soprattutto esteri superiori alle attese. Con resse costanti agli ingressi, negli stand e nei percorsi, alcuni come quelli di Euroluce i numeri di questi sei giorni saranno come di tradizione resi noti solo domenica, 13 aprile, quando si concluderà con successo la settimana del design, dando prevedibilmente, così, ragione a Maria Porro, presidente del Salone, e agli altri rappresentanti di associazioni e istituzioni che hanno girato mezzo mondo per presentare l’evento e il made in Italy in 15 strategici mega-mercati.
Sempre di più gli espositori esteri
Ma questa edizione, oltre a confermare che gli operatori sono arrivati qui soprattutto per firmare ordini, come prevenzione e protezione dal caos dei dazi, ha anche implementato la sua funzione – unica nel panorama fieristico mondiale – di piattaforma internazionale per i produttori e i progettisti provenienti da 37 paesi. Sono infatti presenti oltre 2.100 espositori (38% dei quali dall’estero), 168 brand (il 68% de) che espongono per la prima volta (68% esteri) e 91 i ritorni (il 55% dall’estero).
“Contentissimi di essere tornati”
“Siamo tornati al Salone del Mobile Milano dopo otto anni di assenza-dichiara a FIRSTonline Carl Mers, ceo e proprietario di Indera NV, – azienda belga di imbottiti di gamma alta e di grande glamour – e siamo davvero molto soddisfatti di averlo deciso in quanto contentissimi per i contatti avuti, e devo riconoscere che così come è diventato il Salone sta tornando quello delle origini, il grande Salone del Mobile”.
In termini di fatturato, quello dei brand italiani presenti al Salone sfiora ai 10 miliardi di euro pari al 34% del fatturato dell’intero sistema arredo italiano (che vale 27,5 miliardi).
Anche i brand italiani contenti di partecipare
C’è che firma contratti e c’è chi per policy aziendale ma anche per tipologie di prodotto diverse, sceglie di essere presente in Salone per accentuare rapporti preesistenti o per nuovi rapporti di affari, e per valorizzare le nuove collezioni. “Perché – come sottolinea ancora una volta a FIRSTonline, Franco Caimi, AD della Caimi, azienda specializzata in componenti d’arredo e diaframmi ambientali acustici di design– “le decisioni dipendono dal mercato in cui opera. Noi per esempio vendiamo soprattutto nel settore del contract per il quale è fondamentale trovarsi qui al Salone allo scopo di raccontare quali servizi e quali innovazioni possiamo garantire ai grandi contractors. Solo dopo vengono i contratti. E questa edizione della Fiera si sta rivelando molto positiva e sempre più internazionale, nonostante l’instabilità dei mercati. È quindi tornata la voglia di fare, nonostante tutto“. Perché scegliere la Caimi per raccontare il climax di Milano? Perché quel molto rarefatto settore dei componenti e dei diaframmi ambientali per creare o arredare spazi, per dare privacy o open space, è stata una delle dieci tendenze che il Sole24Ore nel 2021 aveva indicato come trend mondiale dell’arredo. Che in effetti da allora sta crescendo privilegiando il made in Italy.
Il contribuito cinese
Il design sta acquisendo sempre più importanza in Cina. Sono sempre di più i consumatori che comprano il made in Italy ma sono aumentati anche i designer e i brand cinesi di alto livello, per niente a buon prezzo e dunque da considerare a pieno merito potenziali espositori. C’è anche da considerare, inoltre, come hanno sottolineato alcuni giornalisti cinesi e italiani – che i produttori cinesi spesso lavorano insieme a mobilieri italiani e brianzoli in una integrazione dal progetto al prodotto che fa bene sia al made in Italy che al made in China di qualità.
Pesantissimi aumenti della logistica Usa
Quanto ai dazi e ai prezzi che possono lievitare, grande è l’incertezza al momento delle firme dei tanti ordinativi. L’attesa di un consolidamento di un panorama geopolitico tanto fluido avrebbe potuto avere qualche risposta con l’arrivo della Premier al Salone, arrivo che invece è stato annullato tra le nemmeno velate critiche dei produttori italiani. Tanto più che dagli States, due giorni fa, è arrivata una novità importante, che appesantirà parecchio il nostro export: la logistica statunitense dei porti costerà molto di più perché i sindacati portuali in agitazione da mesi, sostenuti vigorosamente da Trump, hanno costretto gli operatori ad accettare le loro molto onerose richieste. Gli operatori della logistica non erano stati – va sottolineato – tra i finanziatori della campagna elettorale di Trump.
Dai temporary store e pop-up boutique
Tra i momenti più interessanti della Design Week c’è sicuramente la proliferazione di temporary store e pop-up boutique che – ed è qui l’elemento novità – si riproducono lungo tutto l’anno, contribuendo a quel primato sempre più forte della città di Milano come centro di investimenti. Tecnocasa segue con particolare attenzione questo trend. “L’investimento in cultura – afferma Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa – è un elemento che valorizza le città, le rende attrattive e genera ricchezza che potrebbe successivamente anche essere indirizzato nel settore immobiliare. In realtà a fare la differenza a livello immobiliare sono soprattutto gli investimenti in mobilità, in servizi e tutto ciò che facilita la quotidianità di chi vive la città. E in questi anni gli investimenti sulle metropolitane e sulle aree dismesse a Milano lo hanno dimostrato. Eventi culturali o altro, che hanno anche una durata limitata nel tempo, influenzano il mercato immobiliare relativamente alla domanda degli investitori che poi affittano l’abitazione a chi arriva in città per tali eventi, non solo come visitatore ma anche per lavorare (si pensi a tutti coloro che si occupano di allestire i vari spazi). Occorre, però, dire che i nostri ultimi dati indicano una contrazione della domanda di immobili in acquisto per realizzare casa vacanza e B&B in città”.
L’importanza dell’ecosostenibilità
Nel sottolineare che degli oltre mille eventi del Fuorisalone esiste fortunatamente una mini selezione a cura di Roberta Mutti, risalta un elemento unificante: la ricerca e la valorizzazione dell’ecosostenibilità, del gesto artistico, del progetto, dei prodotti, degli allestimenti e dello smaltimento del dopo Fiera e del dopo Fuorisalone. E questo risponde ad una tendenza sempre più diffusa tra gli operatori che – in particolare quelli del contract – ispirano le loro scelte ad una rigorosa selezione ecologica di ogni punto delle filiere fornitrici. Chiedono che, come risulta da ricerche condotte in America e addirittura in Cina, ambienti e arredi si ispirino prima di tutto alla biofilia, al relax, al rispetto della natura e dell’uomo. E gli operatori assegnano il primo posto al made Italy in questo ideale range dell’arredamento.
Biofilia e la casa del futuro dell’Eni
Istruttiva è a questo proposito l’installazione di Eni-Plenitude “La Casa del Futuro”: al Flagship Store in Corso Buenos Aires 3 e dal 22 al 26 aprile presso il Flagship Store di via Torino 34. Indossati i visori VR, i visitatori saranno guidati da esperti “coach dell’energia” in un tour immersivo a scoprire i vantaggi di un impianto fotovoltaico. Mentre a Euroluce si potrà sperimentare il livello particolarmente selettivo e immersivo di una energia pura al cento per cento, quella della luce che viene trasformata in spettacolo ma che prima di tutto realizza i principi dell’architettura biofilica. Perché andarci? Perché tutto o quasi è copiabile e trasferibile negli ambienti di vita e di lavoro.