Salone del Mobile 2025: martedì 8 aprile prende avvio a Milano, in città e in Fiera, il più importante evento mondiale del progetto, la Design week Milano (DwM) giunta alla sua 63eskma edizione. In contemporanea, andrà in scena un contorno di feste, incontri e performances, vale a dire il Fuorisalone con circa mille appuntamenti. In Rho Fiera, sino a domenica 13 aprile, espongono, su 169 mila metri quadrati planari, oltre 1.200 espositori con 168 brand per la prima volta al Salone, con una presenza sempre più consistente dall’estero. E in contemporanea, si svolgerà anche la biennale Euroluce.
Nonostante la crisi delle vendite, nonostante i dazi varati dal governo americano, anche questa edizione del Salone – stando alle prenotazioni e agli arrivi che già da diversi giorni animano la città – non deluderà le attese, con gli arrivi di migliaia e migliaia di buyer, progettisti e general contractor. Il totale dei visitatori non supererà probabilmente l’edizione dello scorso anno poiché la biennale Eurocucina, che si è svolta l’anno scorso, è stata un forte catalizzatore di visitatori, probabilmente più di Euroluce.
Salone del Mobile: tutto sold-out, anche dopo
Gli investitori in arrivo a Fiera Milano, provengono da più di 150 Paesi. “Nei mesi scorsi giravano voci allarmanti sul fatto che le prenotazioni negli hotel in città e nel Nord Italia non ci fossero proprio, mancasse cioè il sold-out degli anni d’oro – commenta Franca Rottola, architetto e giornalista – invece il sold-out c’è, e addirittura con alberghi prenotati anche prima e dopo le date di apertura, a testimonianza che grazie al Salone, gli operatori e i buyer consolidano i contatti avviati in Fiera, perché è dimostrato ormai da anni che chi espone al Salone ottiene poi un aumento delle vendite all’estero. E questo nonostante gli aumenti da capogiro ingiustificati che gli albergatori praticano da sempre in questo periodo”.
Caimi, il Salone del Mobile motore del settore
“Il Salone è il motore di tutto il nostro settore, è imprescindibile – commenta Franco Caimi, presidente della storica Caimi, uno dei brand più prestigiosi dell’arredo e con prodotti presenti addirittura al Moma di New York – Si tratta di una manifestazione di eccellenza mondiale che va preservata da ogni punto di vista, senza la quale il design italiano non potrebbe esercitare quella fortissima attrazione che esercita in tutto il mondo e soprattutto negli Usa. Sottolineo che deve essere sempre più tutelata e promossa”.
La fila delle aziende straniere – cinesi tante – in attesa di esporre a Milano dimostra del resto la centralità mondiale di Milano. Eppure non tutti i mobilieri storici hanno approvato i cambiamenti impressi alla formula tradizionale, non avendo gradito per esempio l’abbinamento tra design e cultura. “Sbagliano, perché in realtà questa nuova formula – sostiene Roberta Mutti, guru del settore, esperta in fiere e marketing fieristico – riflette proprio le scelte di quella speciale tipologia di decisori-operatori che costituiscono il cosmopolita mondo del design. E del resto, le fiere del settore che hanno seguito l’esempio di Milano hanno avuto ragione, perché dopo il Covid anche il settore fieristico tradizionale ha dovuto cambiare”. Alcuni -pochi – grandi nomi hanno scelto il Fuorisalone dopo un periodo di continue e assai costose aperture di showroom all’estero che hanno inciso pesantemente sui budget.
Fuorisalone, troppo di tutto
“Fare solo il Fuorisalone? Non credo sia una saggia scelta, e del resto il Fuorisalone esiste soltanto perché c’è la Fiera”. E anzi sull’eccesso di eventi del Fuorisalone si appuntano molte critiche. Roberta Mutti, avendo realizzato la più completa raccolta dei Fuorisalone che si svolgono nel mondo e avendoli visitati, è d’accordo. “Gli eventi in calendario, in città e fuori città, sono davvero troppi, e non sempre hanno a che fare con il design, oppure sono inutili presentazioni di prodotti che dovrebbero invece svolgersi in Fiera. Non dimentichiamo che il valore del Fuorisalone doveva e deve essere nell’aspetto scenografico delle installazioni. Ho cercato anche quest’anno di selezionare una guida di 150 appuntamenti che vale la pena visitare ma non sono nemmeno arrivata a cento”. Sul sito di Mutti (designweekguida.com), è pubblicata questa selezione e, a corredo, tutta una serie di informazioni sui Fuorisalone nel mondo.
Arredamento: il mercato e il sentiment
“Ben 9 italiani su 10 (89%) attribuiscono un’importanza elevata all’arredamento e all’aspetto estetico della propria abitazione: non a caso, nel 2024 si è registrata una significativa crescita del credito al consumo nel settore degli arredi, con un valore di circa 2,6 miliardi di euro (+5,8% rispetto al 2023). In espansione anche il “Buy now pay later” (Bnpl), scelto sempre più spesso dagli italiani per acquistare arredi e design di qualità grazie alla facilità di dilazione della spesa”. Con questo incipit, una ricerca di Compass-gruppo Mediobanca assegna al made in Italy di qualità il primato delle vendite degli italiani, pur nei momenti di crisi. A guidare questa crescente propensione per gli arredi di fascia medio-alta sono i millennial ma sono quasi tutti i compratori a mostrarsi più esigenti per quanto riguarda l’estetica e le finiture di pregio.
E nel frattempo, a conferma, pur in momenti come questi di pesanti incertezze sulla tenuta dei mercati, arrivano i dati ufficiali consuntivi per il 2024 della filiera del legno che si rivelano meno pesanti dei pre-consuntivi. Il Centro studi di FederlegnoArredo ha comunicato che il fatturato, dopo due anni di forte crescita, ha toccato quota 51,7 miliardi di euro, anziché 51,6 dei preconsuntivi e comunque – come ha sottolineato il presidente Claudio Feltrin, ancora sopra i dati del 2019, nonostante l’arretramento del 2,9% sul 2023 (il calo dei consuntivi era 3,1%). “Calano meno le esportazioni – meno 2,1% – rispetto al mercato interno, e toccano quota 19,4 miliardi, equivalenti al 38% del fatturato della filiera e oltre il 52% per il macrosistema arredamento. Quanto ai dazi, il mercato Usa è il primo mercato extra-Ue. l’Europa ha occasione di agire come tale”.
Arredamento: design e cultura
Il cambiamento impresso due anni fa al Salone ha portato, da un lato, al layout monoplanare la superficie di esposizione e, da un altro, a un innesto strutturale di eventi e cornici culturali di grande qualità. E per la biennale Euroluce l’ultimo hilight, il Library of Light, a firma di Es Devlin che illumina la Pinacoteca di Brera con una spettacolare installazione dedicata al valore della conoscenza. Ma sarà Mother l’evento clou di un programma molto ricco che svelerà nella penombra affascinante del Museo della Pietà Rondanini, una installazione immersiva firmata da Robert Wilson. Un omaggio visionario alla scultura incompiuta di Michelangelo, in dialogo con le musiche di Arvo Pärt.
Salone del Mobile 2025: cosa scrive la stampa straniera?
I giornalisti stranieri che arrivano a Milano superano ampiamente quelli italiani e soprattutto sono in aumento quelli che provengono dal Nordamerica per i quali la guida più interessante è quella della seguitissima BoH, Businesss of Home. Fred Nicolaus di BoH ha scritto: “Si tratta di un tradizionale pellegrinaggio annuale… Proprio come gli uccelli volano a sud per l’inverno in cerca di un clima più caldo, ogni primavera, designer con scarpe eleganti e redattori di riviste con occhiali di tendenza si dirigono alla design Week di Milano. E arrivando da tutto il mondo, molti prima o poi troveranno la strada per il famoso Bar Basso, ma ancora di più si dirigeranno al centro dell’azione, il gigantesco complesso di Fiera Milano nella periferia di Rho”. Testuale. Di pari entusiasmo anche gli articoli di altri suoi colleghi degli States che, pur nelle incertezze del momento, sono del parere che al made in italy, destinato peraltro ad una fascia di “altospendenti”, difficilmente si rinuncerà.