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Salone del mobile 2024, Edi Snaidero: “Cucine e svolta green? Basta incentivi, fanno solo danni”

FIRSTonline

Torna finalmente dopo anni di stand by, il 16 aprile, in occasione del 62° Salone internazionale del mobile in Fiera Milano, Eurocucina, il più glamour degli eventi biennali, il più atteso e come tale quello che, di solito, fa impennare i numeri dei visitatori. E probabilmente sarà quello destinato a fare molto, molto rumore. L’edizione del post Covid, quella del 2022, recava ancora i residui segni delle difficoltà di una ripresa difficile e lenta.  Al contrario, l’ultima edizione ante Covid, quella del 2018, aveva registrato risultati straordinari. Il grande rinnovo della formula del Salone, avviato l’anno scorso, porterà anche a Eurocucina cambiamenti strutturali e di contenuto; mentre, per quanto riguarda i dati economici del settore, riserverà non poche sorprese perché i mobili per la cucina made in Italy hanno registrato andamenti meno negativi rispetto a quelli dell’intera filiera del legno e addirittura meglio rispetto al mondo dell’arredo, con un export che mantiene un trend favorevole. 

Eurocucina 2024, ecco cosa dice Edi Snaidero

FIRSTonline ha potuto parlarne per esteso e in anteprima con Edi Snaidero, da poco rieletto presidente della Confederazione europea dell’industria del mobile (Efic), rappresentante del settore cucina all’interno di FederlegnoArredo e membro del consiglio di amministrazione di FederlegnoArredo Eventi, che organizza il Salone del Mobile. È inoltre presidente del consiglio di amministrazione della Snaidero Rino Spa.

La prima domanda riguarda inevitabilmente il sentiment degli operatori: come sta andando questo primo scorcio del 2024 e quanto il pesante impasse degli stretti marini sta incidendo sull’export e sull’import dei mobili per cucina?

“Le informazioni che mi stanno arrivando per quanto riguarda le previsioni sulle vendite del made in Italy della cucina non sono negative; il primo semestre sconterà ancora un segno meno, intorno al 5-6 per cento derivante dalla coda della chiusura negativa del fatturato del 2023 che comunque avuto una contrazione contenuta, pari al -2%, determinata dalla flessione della produzione per l’Italia (-3%) mentre l’export è rimasto stabile. Nel secondo semestre vedremo una ripresa della domanda. Va sottolineato inoltre che il comparto viene comunque da due anni dopo il Covid con aumenti nettamente positivi”.

Il blocco delle navi porta-container non riguarda solo lo stretto di Suez ma anche l’intero percorso che parte dal golfo di Malacca, dallo stretto di Ormuz, quindi dal Mar Rosso, toccando molti Paesi che importano tradizionalmente mobili italiani. Cosa sta provocando questo enorme blocco?

“Una premessa fondamentale, la delocalizzazione non riguarda il nostro settore se non per qualche componente. La gran parte della supply chain è europea e uno dei vantaggi del nostro settore è la difficoltà di una logistica lunga a  rispondere velocemente come viene richiesto dai clienti sui servizi, sull’assistenza… . La delocalizzazione quindi è marginale e il problema del blocco degli stretti riguarda soprattutto le esportazioni ma con incidenze contenute perché i mercati dove vendiamo tradizionalmente le nostre cucine sono prima di tutto quello francese, seguito da quello americano e da quello inglese. Il blocco dello Stretto di Suez e del transito dal Mar Rosso ha riguardato una minima parte dell’export dell’intera filiera del legno-arredo per un valore di 2,5 miliardi di euro e per l’import di 1,9 miliardi. Quanto ai mobili per cucina  le esportazioni verso l’Asia sono ancora contenute anche se il prossimo nostro grande mercato sarà proprio quello cinese“.

Dove però, pur essendoci una crescente richiesta di prodotti italiani, le vendite di cucine italiane è ancora bassa. Le continue bolle immobiliari possono rallentarle?

“La popolazione delle città, crescendo a dismisura, ha originato una gigantesca richiesta di case ed è su questa che è intervenuto il governo. Si tratta di blocchi pilotati dall’alto e la Cina è, secondo le previsioni, un mercato destinato a diventare molto importante per il made in italy dei nostri mobili”.

Secondo le prenotazioni, sembra che stiano tornando in massa i compratori dall’Asia e dalla Cina in particolare; cosa troveranno nel nuovo layout del Salone?

“Eurocucina è il primo vero evento del settore a livello mondiale dopo il Covid, il primo che vedrà di nuovo tornare gli operatori dal Far East, quasi assenti all’edizione del 2022. Dalle nostre informazioni sembra che gli operatori si stiano preparando per un grande ritorno. Gli operatori troveranno un layout non più basato sui tradizionali corridoi ma su due grandi anelli, sul modello di successo di Euroluce, che consentiranno di dare evidenza anche ai piccoli mobilieri che spesso perdevano visibilità, nel percorso tradizionale, di fronte agli spazi enormi delle grandi aziende. Un altro cambiamento renderà questa edizione di Eurocucina completamente diversa: e cioè la decisione di mettere insieme i produttori di elettrodomestici da incasso e i mobilieri, prima in padiglioni separati. La cucina è infatti la sintesi tra elettrodomestici e arredamento. Inoltre i produttori di built-in e i mobilieri hanno in comune  la necessità di trovare soluzioni e innovazioni per il risparmio energetico e la sostenibilità”. 

Aver spostato i grandi nomi dell’arredo, quelli che hanno brand di fama mondiale, dai primi padiglioni per far posto a Eurocucina e al Salone del Bagno ha creato malumori e qualche defezione…

“Qualche grande nome non sarà presente, ma Eurocucina è diventato il primo e unico evento di livello mondiale e lo conferma anche il dato sulla internazionalità dei suoi visitatori: i due terzi provengono dall’estero. E questo è stato il risultato di un’attività volta all’ascolto delle esigenze e delle richieste dei buyer, degli architetti e degli operatori in tutto il mondo”.

Se Eurocucina ha battuto tutte le altre fiere, compresa quelle tedesche, come si colloca il comparto dei mobili italiani per cucina nel range mondiale? Abbiamo superato i tedeschi che, tra l’altro, stanno tornando come espositori a Eurocucina?

No, i produttori tedeschi hanno stabilmente costruito un’immagine di grande affidabilità in tutto il mondo tant’è vero che sono ancora al primo posto come esportatori. Ma il gap per il made in Italy non c’è più. Siamo alla pari, anche per i servizi che sono essenziali per realizzare una cucina.  Grazie all’innovazione, alla creatività, al design”.

Quando parla di sostenibilità, di risparmio energetico, in cucina cosa significa in dettaglio? Tra l’altro il settore dei majaps è percorso da una lunga caduta dei consumi e dalla concorrenza di importazioni provenienti da Paesi a basso costo del lavoro. Che cosa è possibile fare per stimolare le vendite?

“Risparmiare energia è un traguardo inderogabile poiché la cucina  è l’ambiente della casa che registra la quota maggiore dei consumi. Applia Italia sta lavorando bene per promuovere la sostituzione dei milioni di elettrodomestici con più di dieci anni di vita che hanno consumi molto elevati. Ma basta con tanti e eccessivi incentivi, provocano danni perché dopo l’ondata di acquisti, la domanda si blocca. Occorre creare le motivazioni adatte per promuovere la sostituzione dei vecchi apparecchi, il che porterebbe una riduzione dei consumi dell’80 per cento”.

Le vendite di immobili sono in calo per l’aumento dei tassi dei prestiti. Non temete che a pagare di più siano proprio gli acquisti di nuove cucine?

“No. Il grande focus sulla cucina, sul food, sul piacere di vivere in un ambiente con mobili e elettrodomestici di design e di curare la qualità e la varietà dell’alimentazione, c’è ancora. E infatti l’aumento dei tassi di interesse non ha provocati gravi arretramenti come si temeva.

In tutto il mondo cresce la voglia di avere elettrodomestici e device smart, connessi, crescono anche gli acquisti di cucine connesse con innovazione hi tech. Vedremo qualche proposta a Eurocucina?

“Qualcosa di innovativo ci sarà. Non posso anticipare nulla ma il focus delle aziende del nostro settore sarà in futuro proprio questo; quello che vedremo in Fiera avrà come obiettivo soprattutto la riduzione dei consumi e l’ecosostenibilità”.

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