DA CINA E GIAPPONE ULTIMTUM SUL DEBITO USA
A PIAZZA AFFARI PIACE LA STRETTA SUL PIANO MPS
I listini asiatici, dopo una perdita iniziale, recuperano e si avviano a chiudere in terreno positivo: Tokyo + 0,4%, Hong Kong +1% circa.
L’Oriente, dunque, scommette sull’accordo in extremis tra Congresso e Casa Bianca. Meno ottimismo traspare dai giornali Usa: per il Washington Post c’è spazio per per un accordo temporaneo, per evitare il default del 17 ottobre. Ma per la”pace” nonc ‘è più tempo.
Wall Street ha preso atto che la situazione è seria: Dow Jones -0,9%, stessa varazione per lo Standard &Poor’s, Nasdaq -1%.
In questa cornice parte stanotte la stagine delle trimestrali: debutterà, al solito, Alcoa, ma i primi test signidicativi ci saranno venerdì con JP Morgan e Wells Fargo. Le attese di crescita degli utili per hanno subito un massiccio ridimensionamento, passando dal 5.7% di crescita degli utili al 2% (dati Citigroup).
BANCA MONDIALE: L’ASIA FRENA
Cina e Giappone, i due maggiori creditori del Tesoro Usa, non nascondono le loro preoccupazioni. Il vice ministro delle Finanze di Pechino Zhu Guangyao ha avvetito che “il tempo sta scadendo” e che Washington dovrà garantire “il rispetto per gli investimenti cinesi”. Analogo nervosismo a Tokyo, già irritata per la mancata presenza di Obama al vertice dell’Apec: un default, ha detto il ministro delle Finanze, avrebbe effetti devastanti sul dollaro e, di riflesso, sul rafforzamento dello yen. Il ministro del governo Abe ha anche ricordato che il precedente braccio di ferro sul debito è costato al debito Usa la perdita della tripla A.
Intanto l’ Asia rallenta. Secondo la Banca Mondiale la crescita dell’area “Asia Orientale” è prevista a +7,1% nel 2013 e a 7,2% nel 2014 contro rispettivamente con +7,8% e +7,6% indicati ad aprile. Per quanto riguarda la Cina, la Banca Mondiale stima una crescita del 7,5% nel 2013 e del 7,7% nel 2014. Dati che si confrontano rispettivamente con +8,3% e +8% indicati ad aprile.
MA PIAZZA AFFARI IL RALLY VA AVANTI
In Europa hanno chiuso in rosso il Dax 30 tedesco arretrato dello 0,36%, il Ftse 100 dello 0,26% e l’Ibex 35 dello 0,41%. Quasi invariato il parigino Cac +0,03%.
La magnifica eccezione, ancora una volta, è Piazza Affari, in fuga solitaria nonostante le difficoltà dell’economia e della finanza pubblica. Ieri la Borsa di Milano si è confermata la maglia rosa nella corsa dei listini dell’area Ocse. Il Ftse Mib ha invertito la rotta nella seconda parte della seduta e ha chiuso in rialzo dello 0,66% a 18.425 punti dopo essere riuscito a sfondare quota 18.300 punti.
Quanto può durare il rally? Dal punto di vista tecnico il finale in rialzo lascia prevedere che il rialzo possa proseguire anche stamane: il primo ostacolo sarà a quota 18.600, poi il Toro potrebbe arrivare a 19.500.
Intanto, nella settimana delle aste del Tesoro, il differenziale Btp/Bund è rimasto stabile lungo tutta la giornata a 249 punti base con un rendimento del decennale italiano al 4,29%
A MILANO E’ L’ORA DEL BIG BANK
Il rally della Borsa italiana si spiega, in buona parte, con l’ascesa dei titoli bancari: otto istituti di credito italiani figurano ai primi dieci posti dell’indice Stoxx delle banche europee. Oltre a Montepaschi, Unicredit, Banco Popolare, Pop, Emilila Romagna, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Ubi, Pop. Milano.
A guidare la corsa, finalmente, c’è Monte Paschi +6,26% nell’attesa del piano che è stato illustrato nel tardo pomeriggio, a Borsa chiusa.
L’istituto tagliera’ circa 8.000 dipendenti entro il 2017 per ridurre il costo del personale per circa 500 milioni. L’obiettivo precedente al 2015 era di 4.600 dipendenti. Aumenta anche il numero di filiali da chiudere: da 400 salgono a 550. Tagliati gli emolumenti del top management: il tetto concordato con Bruxelles e’ di 500mila euro (l’a.d. Viola lo scorso hanno ha incassato circa 1,5 milioni). Il piano stima un utile di circa 900 milioni al 2017 con una redditivita’ misurata dal rote del 9%. Il piano prevede l’impegno a rimborsare 3 miliardi di euro di Monti Bond (il 70% del totale di 4,1 miliardi) entro il 2014, anno in cui dovra’ scattare la ricapitalizzazione da 2,5 miliardi.
In grande evidenza le Popolari.
il Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco ha ribadito ieri che per le banche popolari di grandi dimensioni la forma giuridica più adeguata è la “società per azioni”.
Acquisti su Ubi + 4,6% Banco Popolare +3,68%, Bper +2,31%, Bpm + 0,76%.
Prosegue intanto il rally di Unicredit + 2,7% portandosi a quota 5,37 euro, nuovo massimo dal dicembre 2011.
La scorsa settimana si è chiusa con una performance positiva che sfiora il +10%.
FINMECCANICA GUIDA LE TOP STAR
Finmeccanica ha chiuso in rialzo del 3,5% a 5,415 euro.
Gli analisti di JP Morgan hanno alzato il giudizio sul titolo a neutral da underweight con un prezzo obiettivo a 4,95 euro da 3,45 euro. Kepler Cheuvreux ha promosso il titolo a buy da hold.
Datalogic è al decimo rialzo consecutivo con un guadagno del 5,4% a 7,85 euro. Il titolo in giornata ha aggiornato i massimi storici segnati lo scorso 2012 a 8,095 euro. Il mercato considera credibili gli obiettivi indicati dalla società nel corso della presentazione del nuovo piano industriale 2013-2015 avvenuta a fine settembre.
Tra i migliori del listino anche Wdf +5,75% a 8,275 euro: in un report sul comparable Dufry gli analisti di Vontobel sottolineano come la quotazione della società quale entità scorporata “porterà più investitori in questo mercato interessante. Dal momento che il comparto è molto frammentato, l’M&A continuerà a svolgere un ruolo primario”.
In rialzo anche Fonsai +2,75% nel giorno in cui è stata depositata al tribunale fallimentare di Milano la richiesta di concordato fallimentare per Imco, uno delle due holding private della famiglia Ligresti dichiarate fallite nel giugno del 2012.
Bene sul Ftse Mib anche Pirelli +2,17%: Mediobanca Securities ha alzato la raccomandazione sul titolo da neutral a outperform e il prezzo obiettivo da 8,8 a 12 euro in vista del nuovo piano industriale che verrà presentato il 6 novembre. Per gli esperti punterà a raddoppiare nuovamente l’ebit a circa 1,3 miliardi entro il 2017.
Il gruppo Fonsai-Milano Assicurazioni, oggi controllato da Unipol, rinuncera’ a crediti per 348,5 milioni di euro nei confronti di Imco, la società della famiglia Ligresti.
LUSSO E TELECOM, LE MAGLIE NERE
Telecom Italia -1,72% a rischio declassamento da parte di Standard & Poor’s entro la fine di novembre. L’agenzia di rating ha comunicato di aver messo i rating BBB-/A-3 di Telecom Italia in creditwatch negativo e il ‘downgrade a BB+ appare il risultato piu’ probabile con la conclusione delle verifiche entro la fine di novembre 2013′. Secondo S&P, Telecom sta soffrendo la crescente debolezza di management e governance dopo le dimissioni giovedi’ scorso del presidente esecutivo Franco Bernabe’. Inoltre, l’azienda si trova a operare in un ambiente domestico molto competitivo, ha un merito di credito debole per la valutazione attuale e ha limitate possibilita’ di accelerare la riduzione dell’indebitamento o di stabilizzare la performance operativa nel breve termine.
In coda al listino anche Campari -1,9%, che ha visto qualche presa di profitto alla luce del possibile aumento delle accise sugli alcolici.
In sofferenza anche i titoli del lusso dopo il warning della Banca mondiale sulla crescita dei Paesi emergenti dell’Asia.
Angela Ahrens, ceo di Burberry –1,85%, ha dichiarato che il rallentamento delle vendite di beni di lusso in Cina potrebbe non essere temporaneo e potrebbe invece rappresentare una nuova tendenza.
Salvatore Ferragamo arretra dello 0,4% a 26,18 euro. In avvio di seduta ha fatto segnare a quota 26,40 euro il nuovo record storico. Tod’s ha perso l’1,52%, Luxottica -1,56%, quasi invariato Brunello Cucinelli -0,04% a 23,91 euro .