I salari italiani rimangono tra i più bassi dell’area Ocse. A rivelarlo è il Rapporto sull’Occupazione pubblicato oggi dall’Organizzazione parigina che stima a 33.849 dollari il salario reale medio annuo italiano a parità di potere d’acquisto, un dato in calo dell’1,9% su base annua e inferiore di quasi 10mila dollari ai 43.523 dollari della media Ocse. Tra i trenta paesi presi in considerazione, l’Italia si colloca al ventesimo posto per le retribuzioni.
Tra il 2007 e il 2012 i salari italiani hanno conosciuto una flessione dello 0,4%, contro una media dell’area in crescita dello 0,3%. Dopo il calo dell’1,6% del 2011 il costo unitario del lavoro è diminuito dello 0,5% nel 2012. In calo anche le ore lavorate l’anno per persona, passate da una media di 1.772 dello scorso anno a 1.752. Nel 2007 erano 1.816.
Le cose non vanno meglio per quanto riguarda la disoccupazione: per l’Italia l’Ocse prevede un peggioramento continuo del tasso dei senza lavoro, che salirà fino al 12,6% (dal 12,2%) per il quarto trimestre del 2014, in controtendenza con le prospettive dell’area che, secondo il rapporto, dovrebbe vedere il suo tasso di disoccupazione calare al 7,8% dall’attuale 8%.
La situazione più difficile è, in Italia, è quella dei giovani (i 15-24enni), la cui percentuale di inoccupati e cresciuta del 6,1% dal 2007, per via dell’aumento dei Neet, i ragazzi che non sono né a lavoro né a scuola. In questo caso, si tratta del terzo peggior andamento dell’area Ocse, alle spalle soltanto di Grecia e Turchia.