Petroliferi sotto i riflettori a Piazza Affari. Dopo la pubblicazione dei conti – avvenuta mercoledì sera a mercati chiusi –, questa mattina il titolo Saipem è arrivato a guadagnare il 10%, a 0,4248 euro, mettendo a segno il miglior rialzo del Ftse Mib. Discorso inverso invece per Tenaris, che – sempre dopo i conti – questa mattina cede a Milano oltre il 4%, a 11,57 euro, peggior ribasso del principale listino italiano.
Nel primo trimestre il gruppo Saipem ha acquisito nuovi ordini per un totale di 1.025 milioni di euro rispetto ai 2.399 milioni di euro nel primo trimestre del 2015. Il portafoglio ordini di Saipem al 31 marzo 2016 ammonta a 14.031 milioni di euro. Sempre fra gennaio e marzo, Saipem ha effettuato investimenti tecnici pari a 45 milioni di euro (150 mln I trimestre 2015) e prevede per l’intero 2016 di arrivare ad effettuarne per circa 500 milioni di euro, in riduzione del 10% rispetto al consuntivo 2015, contribuendo ad una generazione di cassa positiva che porterà il debito netto a meno di 1,5 miliardi di euro a fine 2016.
Il Cda di Saipem ha inoltre preso atto della persistente volatilità dei prezzi del petrolio, sia pur in un trend di miglioramento, dell’incertezza che tuttora caratterizza il contesto di mercato, nonché dell’evoluzione del portafoglio ordini e delle importanti opportunità di acquisizione contrattuali che ragionevolmente si finalizzeranno entro la prima metà dell’anno. Alla luce di ciò il Cda, spiega una nota, continuerà a monitorare la situazione e prevede, che il piano strategico 2017-2020 sarà esaminato in occasione dei dati dei nove mesi, il prossimo mese di ottobre, quando verrà pubblicata la guidance 2017.
Infine, il Cda ha approvato l’adozione di un programma pluriennale di emissioni di prestiti obbligazionari non convertibili denominato ‘Euro Medium Term Notes Programme’ per un importo fino a 2 miliardi di euro. Le risorse rivenienti da tale programma saranno destinate prevalentemente al rimborso della linea Bridge to Bond dell’importo di 1.600 milioni che deve essere rimborsata entro la scadenza dell’1 luglio 2017 salvo facoltà di proroga da parte della società fino al primo gennaio 2018. L’adozione del programma, si legge, consentirà alla società di minimizzare il tempo necessario per cogliere opportunità di finanziamento offerte dal mercato dei capitali e da investitori istituzionali attraverso la futura emissione di obbligazioni.
Quanto a Tenaris, archivia il primo trimestre di esercizio con un utile netto di 28 milioni di dollari, in forte flessione rispetto ai 254 milioni di profitto del primo trimestre 2015. I ricavi si sono attestati a 1,25 miliardi, con un calo del 44% sulla stessa frazione dell’anno scorso. L’Ebitda si è attestato a 205 milioni, con una contrazione del 61% e l’Ebitda margin è risultato pari al 16,3%, contro il 23,4% del primo trimestre del 2015. L’utile per azione è sceso a 0,02 dollari da 0,22. Le vendite – commenta il gruppo in una nota – continuano a scendere su base sequenziale condizionate dalla perdurante riduzione delle attività di perforazione a livello mondiale e dalla continua pressione sui prezzi di vendita.
Le vendite e i margini dei prossimi due trimestri – aggiunge Tenaris – saranno condizionati dalla flessione di prezzi e volumi che riflette la debole attività di perforazione, dal completamento delle consegne a grandi progetti di condutture in Sud America e dal severo contesto sul fronte dei prezzi. “Per fine anno tuttavia prevediamo un inizio della ripresa delle vendite grazie al probabile recupero delle attività di perforazione in Nord America e agli ordini acquisiti per le attività nell’Emisfero Orientale. Continueremo a regolare l’attività in queste condizioni sfavorevoli, concentrandoci sulla gestione dei costi e del cash flow, rafforzando nel contempo la nostra posizione di mercato in preparazione per la ripresa”.
Nel primo trimestre la liquidità risultante dalle attività operative ha totalizzato 309 milioni di dollari e, dopo spese in conto capitale per 230 milioni, ne è risultato un cash flow positivo per 79 milioni. La liquidità netta a fine marzo era pari a 1,9 miliardi di dollari.