Saipem ha chiuso il primo semestre 2016 con un utile netto di 53 milioni di euro, contro la perdita di 920 milioni accusata nello stesso periodo del 2015. Inoltre, i ricavi si sono attestati a 5,27 miliardi di euro, in calo dell’1,8% su anno, mentre ebit adjusted è risultato pari a 324 milioni rispetto al dato negativo del periodo di riferimento pari a -479 milioni. Il risultato netto adjusted è stato di 140 milioni, contro i -609 milioni del primo semestre 2015. Il debito netto al 30 giugno scorso era di 1.970 milioni, in netto calo rispetto ai 5.390 milioni al 31 dicembre scorso e ai 2.040 milioni al 31 marzo 2016.
Il gruppo ha però rivisto al ribasso la guidance del 2016: la proiezione aggiornata sui ricavi è di 10,5 miliardi di euro rispetto agli 11 miliardi stimati a febbraio, l’utile operativo adj rimane invariato a circa 600 milioni di euro, mentre l’utile netto adj è previsto a circa 250 milioni (300 milioni la previsione di febbraio). Gli investimenti tecnici vengono ridotti a circa 400 milioni dai precedenti 500, mentre il debito netto è visto invariato a circa 1,5 miliardi di euro.
“Nel primo semestre del 2016 Saipem ha conseguito risultati operativi robusti grazie all’ottima performance nell’esecuzione delle commesse E&C offshore – ha commentato Stefano Cao, amministratore delegato della società -, ai contratti di lungo periodo che ancora sostengono la marginalità nel drilling offshore e al costante impegno in termini di riduzione dei costi ed efficientamento dei processi. Le nostre competenze distintive hanno permesso l’aggiudicazione di importanti nuove commesse, prevalentemente in progetti offshore, pur nel perdurare della crisi del settore ed in particolare del segmento della perforazione. La performance del semestre ci consente di traguardare risultati resilienti per l’anno in corso, in un mercato che si conferma estremamente complesso”.
Saipem ha poi annunciato di essersi aggiudicata due nuovi contratti di Ingegneria e Costruzione per lavori onshore e offshore in Indonesia, relativi al Tangguh Lng Expansion Project. I contratti sono stati assegnati da BP Berau Ltd., in qualità di operatore del Tangguh Lng Project, per conto degli altri partner partecipanti al production sharing contract
Il primo contratto riguarda l’ingegneria, l’approvvigionamento, la costruzione e l’installazione di strutture offshore – nello specifico due piattaforme non presidiate e condotte sottomarine. Saipem farà leva sulle sue forti competenze tecnologiche nella progettazione, fabbricazione ed installazione di piattaforme e condotte sottomarine.
Il secondo contratto comprende la costruzione di un impianto Gnl onshore con una capacità di liquefazione di 3,8 milioni di tonnellate/anno, servizi ausiliari, un jetty Gnl e relative infrastrutture. Il contratto è stato assegnato a CSTS, una joint operation guidata dall’Epc contractor indonesiano Tripatra insieme a Chiyoda, Saipem e Suluh Ardhi Engineering. Il completamento dei lavori è previsto per il 2020.
Sempre ieri, infine, la società ha diffuso una nota in cui dice di prendere “atto della decisione del Giudice dell’udienza preliminare di disporre il rinvio a giudizio anche nei confronti della società” e di confidare “di poter dimostrare nel giudizio di merito di primo grado l’inesistenza dei presupposti per dichiarare la responsabilità amministrativa della società ai sensi del D.Lgs. 231/2001”. Il caso riguarda la decisione del Gup di Milano Manuela Scudieri di rinviare a giudizio anche la società in merito a una seconda condotta corruttiva relativa all’operazione del 2008 che portò l’azionista Eni a comprare la società canadese First Calgary Petroleums Ltd, che come unica attività aveva un giacimento di gas a Menzel, in Algeria, in comproprietà con l’azienda statale algerina Sonatrach, nell’ambito del più ampio procedimento sul presunto pagamento di tangenti in Algeria per ottenere appalti.