Saipem vra i conti del primo trimestre e prepara nuove linee di business: eolico off shore e smantellamento delle piattaforme arrivate a fine corsa. I ricavi dei primi tre mesi 2017 scendono a quota 2,26 miliardi (-20% rispetto al 2016), il risultato operativo scende del -21% e l‘utile netto del -22%. Aumenta il debito netto, attestandosi a quota 1,605 miliardi.
Nonostante il quadro delineato dal trimestrale, il titolo della compagnia petrolifera è il migliore tra le Blue Chips, beneficiando della conferma della guidance 2017 – che vede un utile netto superiore a 200 milioni – e di risultati conformi alle attese del mercato.
Stefano Cao, ad della oil service italiana, ha sottolineato che Saipem ha “rafforzato la struttura finanziaria, e la nuova struttura organizzativa sarà operativa pienamente dal secondo trimestre”.
Rispondendo in conference call alle domande sulla possibilità di distribuzione di utili, Cao ha dichiarato: “Si devono esprimere cda e assemblea. Per ora la priorità è lavorare sulle attività propedeutiche ai dividendi, cioè migliorare i risultati“.
L’ad ha poi aperto le porte a nuove possibilità di business, per affrontare il forte livello di incertezza del mercato che “impedisce, in molti casi, alle compagnie petrolifere di prendere decisioni sui propri investimenti. Tra i nuovi settori di attività potrebbero esserci le operazioni di smontaggio delle piattaforme petrolifere e soprattutto le energie rinnovabili, campo in cui Saipem può offrire “lo sviluppo chiavi in mano di grandi campi eolici nel Mare del Nord, grazie alle competenze e disponibilità di mezzi“.
Relativamente invece alle forti opposizioni locali in Puglia al gasdotto Tap, per il quale Saipem è chiamata alla creazione dell’infrastruttura sottomarina del Mar Adriatico, Cao ha dichiarato: “In questa fase preliminare non siamo coinvolti, dal nostro punto di vista non ci sono grandi preoccupazioni”.