Saipem vede un Ebit in progressiva crescita da 600 milioni il prossimo anno a 700 milioni nel 2017 per poi arrivare a 900 milioni nel 2019. I debiti sono previsti in calo a quota 1,5 miliardi il prossimo anno, per poi scendere sotto 1 miliardo nel 2017 e azzerarli nel 2019. Sono queste le cifre-guida del piano industriale presentato dal vertice Saipem in conference call.
Il fatturato è visto in crescita a 12 miliardi nel 2019 ma già nel 2017 passerà a 11 miliardi. Tra quattro anni la società ritiene anche di avere una solida posizione di rating “investment grade” e di remunerare gli azionisti.
La notizia dell’ingresso di Fsi (12,5%) e il nuovo business plan contentono al titolo Saipem oggi di spiccare il volo a Piazza Affari. Le quotazioni di Saipem sono salite fino al 10,76% alle 10,10, mentre alle ore 12,30 viaggiano attorno a un rialzo dell’8,5%. Bene anche Eni che segna un rialzo dello 0,81% a 15,01 euro (+0,82 il Ftse Mib).
Il progetto approvato nella notte dai Cda segna un ulteriore passo avanti nella strategia delineata dall’Ad Eni Claudio Descalzi e portata avanti in stretta collaborazione con Stefano Cao alla guida di Saipem, prevede per la controllata un aumento di capitale da 3,5 miliardi (da completare nel primo trimestre 2016 e già pre-garantito da un consorzio bancario), prima del quale il Fondo strategico italiano acquisterà il 12,5% del capitale della società da Eni a un prezzo tra 7,4 e 8,883 euro.
Eni e Fsi stipuleranno un patto parasociale sul 25% del capitale di Saipem (al quale apporteranno il 12,5% a testa). Allo stesso tempo, il debito di Saipem verso Eni, pari a 6,1 miliardi, verrà rimborsato integralmente, utilizzando parte dei proventi dell’aumento da 3,5 miliardi, una linea di credito ‘bridge to bond’ da 1,6 miliardi a 18 mesi e a un’altra linea di credito da 1,6 miliardi a cinque anni. In più sarà disponibile una linea revolving da 1,5 miliardi. Saipem vedrà ridotta la sua leva finanziaria da 4,6 volte sul Mol previsti a fine 2015 a 1,7 volte pro forma.