È una Saipem rafforzata finanziariamente e riposizionata nel business quella che è emersa dalla revisione del Piano strategico 2022-25 approvato dal consiglio di amministrazione: da una parte un forte apporto di capitali e un taglio dei costi, dall’altra il potenziamento del business tradizionale di offshore e alla riduzione dell’attività onshore per la quale è anche in vista un negoziato con un primario operatore internazionale.
Eni e Cdp impegnate a sottoscrivere complessivamente il 43%
Per far fronte al profit warning di gennaio che indicava la perdita di un terzo del capitale, la società, guidata da ad Francesco Caio, nell’emergenza affiancato da Alessandro Puliti (Eni) come direttore generale e da Paolo Calcagnini di Cdp, ha varato una manovra di aumento di capitale di 2 miliardi, oltre ad altre risorse finanziarie immediate che fanno da ponte a tale operazione. I soci di riferimento Eni e Cdp hanno assunto l’impegno a sottoscrivere complessivamente circa il 43% dell’aumento di capitale, in proporzione alle partecipazioni rispettivamente detenute nel capitale della società, mentre il restante circa 57% è coperta da un accordo di pre-underwriting con primarie banche italiane e internazionali. A valle della manovra finanziaria il gruppo si attende una posizione finanziaria netta consolidata di circa 800 milioni di euro a fine 2022 e grazie all’evoluzione del business e all’apporto di risorse finanziarie della manovra, si attende una posizione finanziaria netta vicina allo zero a fine 2025, dice una nota.
I conti di fine 2021 non davano alternative, perdita netta a 2,46 mld
Del resto i conti a fine 2021 parlavano chiaro: Saipem ha registrato una perdita netta pari a 2,46 miliardi di euro, più che raddoppiata rispetto agli 1,13 miliardi registrati nel 2020. Nel solo quarto trimestre 2021 il rosso è pari a 1,34 miliardi di euro contro i -120 milioni del pari periodo dell’anno prima. I ricavi 2021 sono in calo del 6,8% e si attestano a 6,87 miliardi (7,3 miliardi l’anno precedente), il margine operativo lordo (EBITDA) adjusted segna un rosso per 1,19 miliardi (positivo per 614 milioni di euro nel 2020) ed il risultato operativo negativo (Ebit) adjusted è pari a 1,71 miliardi di euro, a fronte di un precedente utile di 23 milioni. Con il nuovo piano, invece la società punta a cambiar passo così da arrivare a fine anno con un Ebitda adjusted (margine operativo lordo rettificato) positivo per oltre 500 milioni e di oltre 1 miliardo a fine piano. Il Consiglio di Amministrazione ha convocato l’Assemblea in sede ordinaria e straordinaria, per il giorno 17 maggio 2022 in unica convocazione.
Il bazooka finanziario: taglio dei costi, denaro fresco immediato e aumento capitale a fine anno
Primo step, si devono tagliane i costi. Visto l’andamento degli ultimi mesi, la prima azione della nuova gestione è rivolta a una “approfondita revisione dei costi generali e amministrativi” che porterà a un incremento del target per il 2022 a oltre 150 milioni di euro e oltre 300 milioni di euro a regime nel 2024. Secondo step, iniezioni di denaro fresco. Oltre all’aumento di capitale da 2 miliardi di euro (superiore a 1,5 mld per lo più previsti) la manovra finanziaria prevede anche una nuova linea di credito revolving (RCF) fino a 1 miliardo di euro rispetto alla quale le 7 banche che partecipano all’operazione (Banco BPM S.p.A., BNP Paribas, Citibank, N.A., London Branch, Deutsche Bank S.p.A., HSBC Continental Europe, Milan Branch, Illimity Bank S.p.A., Intesa Sanpaolo S.p.A. e UniCredit S.p.A) parteciperanno in via preliminare per circa 450 milioni di euro.
Inoltre verranno firmate linee di finanziamento su base bilaterale da parte delle stesse banche per un importo complessivo di circa 1,35 miliardi di euro. In attesa però del perfezionamento dell’aumento di capitale -che verrà messo a segno nella seconda parte dell’anno- sono previsti interventi finanziari immediati. Entro il prossimo 31 marzo verrà iniettata liquidità per 645 milioni di euro da parte degli azionisti di maggioranza, il che fa dedurre che non ci saranno timori per il rimborso del bond di Saipem da 500 milioni in scadenza il 5 aprile. Tra gli altri finanziamenti, è stata inoltre varata una linea di liquidità di 855 milioni di euro, assistita al 100% da apposita parent company guarantee emessa dal socio Eni. Dal bilancio Eni è emersa una correzione dell’utile netto 2021, da 6,128 a 5,821 miliardi di euro, proprio a seguito “della stima del risultato del quarto trimestre della joint venture Saipem”.
Offshore prima di tutto, il core business in cui Saipem ha una posizione competitiva
È la rifocalizzazione del business sulle attività offshore (sia E&C che drilling) la prima variazione del timone di Saipem, il settore in cui la società vanta una grande esperienza e una posizione competitiva e da cui una più alta marginalità. In particolare la società prevede che il mercato E&C offshore cresca con un CAGR 2021-25 dell’8% (trainato dai segmenti Conventional e SURF) soprattutto in Medio Oriente ed Africa e vede nell’orizzonte di Piano ’22-’25 acquisizioni ordini per circa 24 miliardi di euro, aumentando il target in crescita del 14% rispetto al piano di ottobre 2021.
Trattativa in corso per cessione 83 impianti onshore, atteso ritorno per oltre 500 mln
Al contrario Saipem ha deciso di ridurre le acquisizioni del business E&C onshore a circa 15 miliardi di euro, in calo del 14% rispetto al piano di Ottobre 2021, privilegiando commesse a maggior contenuto tecnologico nei segmenti LNG e nella gas valorization (impianti Urea ed Ammonia). Proprio in questo ambito -è stato sottolineato nella call- è in stato avanzato la trattativa per la cessione di 83 impianti di perforazione a terra posizionati nel Middle East e in America Latina, il che dovrebbe portare a un ritorno finanziario di oltre 500 milioni. La trattativa si chiuderà entro la fine del mese.
Per il settore eolico offshore la società ha diviso il piano in due parti. Nel periodo 2022-23 si muoverà su attività a basso profilo di rischio con un piano di acquisizione previsto di 800 milioni, in calo rispetto al piano di Ottobre 2021 che prevedeva 2,4 miliardi di euro. Invece nella seconda parte del piano (2024-25), il gruppo prevede un’accelerazione di acquisizioni per circa 2 miliardi di euro, attraverso una rinnovata strategia commerciale anche attraverso collaborazioni strategiche. Resta centrale per Saipem il tema della transizione energetica e dell’economia circolare, focalizzandosi sulla realizzazione di impianti modulari nella filiera per la cattura del carbonio, sul riciclo della plastica e nello sviluppo di tecnologie robotiche di tipo subsea. In questo ambito l’attesa è di acquisizioni di progetti pari a circa 1,3 miliardi di euro
Inoltre sono state individuate azioni aggiuntive -che non sono incluse nel Piano 2022-25- che potrebbero apportare potenziale liquidità addizionale per oltre 1,5 miliardi di euro che includono la monetizzazione di asset, la rinegoziazione di contratti esistenti e la valorizzazione del business drilling onshore per il quale Saipem ha in corso un negoziato con un primario operatore internazionale. Il piano non prevede acquisizioni di nuove commesse in Russia, che al momento rappresenta una porzione limitata del portafoglio ordini esistente.
Rothschild è stato advisor finanziario di Saipem.