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Saipem: grandi manovre fra Eni e Cdp

Imagoeconomica

Presto l’assetto azionario di Saipem potrebbe cambiare. Secondo indiscrezioni pubblicate dal Sole 24 Ore, Eni – che al momento controlla la società d’ingegneria petrolifera – potrebbe ridurre la propria quota, lasciando così spazio a un rafforzamento di Cassa depositi e prestiti.

Ancora nulla è deciso: il quotidiano finanziario precisa che le discussioni sono in fase iniziale. L’ipotesi più concreta riguarda comunque l’emissione di un bond convertibile a lunga scadenza (già in passato Eni ha fatto ricorso a un bond da 1,25 miliardi convertibile in titoli Snam e a un altro che ha permesso l’uscita dalla portoghese Galp).

Per ora da Eni e da Cdp non è arrivato alcun commento, ma secondo il Sole l’assetto finanziario dei due gruppi è il punto di partenza per capire in che misura potrebbero modificarsi gli equilibri.

Ad oggi, Eni è controllata dal Tesoro (il 4,3% direttamente e il 25,9% attraverso Cdp, per una partecipazione totale del 30,3%). A sua volta, Eni è il primo azionista di Saipem con il 30%, mentre Cdp, attraverso la controllata Cdp Industria, detiene il 12,5% del capitale di Saipem.

Inoltre, nel capitale di Saipem, Eni e Cdp sono legate da un patto di sindacato: l’accordo parasociale, rinnovato tacitamente al 2022, era stato siglato nel 2016, quando Cdp era entrata nel capitale di Saipem ed Eni era scesa al 30,4%, passaggio che consentì alla major petrolifera di deconsolidare il debito della oil service. In quell’occasione e’ stato siglato un patto parasociale sul 25% di Saipem che vincolava il 12,5% che faceva capo a Cdp e il 12,5% della quota complessiva del 30% in capo a Eni.

Per il Sole, visto che solitamente gli azionisti hanno una finestra a partire da sei mesi prima per valutare una disdetta all’accordo, da giugno potrebbe scattare una revisione dei pesi dei due pattisti.

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Categories: Finanza e Mercati