Il crollo verticale di Saipem non si arresta. Dopo diverse sospensioni il titolo continua a cedere attorno al 34%, in linea con il calo della mattinata (il titolo in apertura non è riuscito a fare prezzo con un calo teorico del 40% per poi riuscire ad aprire a -34,94%). La corsa a disfarsi di azioni Saipem è stata innescata dal profit warning lanciato ieri sera dalla società e dalla conseguente raffica di tagli ai giudizi da parte degli analisti. Le vendite hanno investito anche Eni che è azionista di Saipem per il 42,9% e che cede sul Ftse Mib oltre il 5%. “L’impatto per gli azionisti di Eni di quanto comunicato ieri da Saipem sarà nel 2013 di circa 200 milioni di euro, circa il 3% dell’ultimo utile annuale pubblicato da Eni”, ha detto alla stampa il cfo di Eni, Massimo Mondazzi che ha preso atto di “quanto ha dichiarato la Saipem, e cioè che la flessione sarà transitoria e si avrà una significativa ripresa già dal 2014”.
Intanto la Consob ha acceso un faro sulla vendita di una quota del 2,3% di Saipem avvenuta poche ore prima del profit warning. Il collocamento è stato fatto materialmente da Bofa-Merrill Lynch per una dismissione da parte di investitori istituzionali chiusa con uno sconto del 3%. Fidelity, indicata da voci circolate nelle sale operative come l’autore del collocamento, ha smentito di aver venduto il 2,2% di Saipem. Fidelity figura come l’unico azionista sopra il 2% in base alle dichiarazioni Consob, a parte l’azionista di maggioranza Eni.