Una guerra sta per scoppiare tra l’Algeria e il Marocco, nell’indifferenza delle potenze occidentali (che però forniscono gli armamenti) e della solita quasi inutile presenza della Minurso (la forza di interposizione dell’Onu) su un fronte lungo 2.500 km, un muro-frontiera che separa e al tempo stesso collega il Marocco con la Mauritania. Il quadro storico-geografico è la lunghissima lotta condotta dal fronte Polisario, organizzazione militante e movimento politico che – sostenuto dall’Algeria – vuole ottenere l’indipendenza dal Marocco del Sahara Occidentale, un’area desertica di 260mila chilometri che confina anche con la Mauritania (a Sud e a Est) ed è bagnata dall’oceano Atlantico (a Ovest). Indipendenza che il Marocco non intende affatto concedere: per chiudere la contesa, il Re aveva offerto una forma di autonomia che il Polisario ha sempre rifiutato.
Il Sahara occidentale è peraltro l’unica area africana che il colonialismo non ha mai regolato. Dopo la partenza della Spagna nel 1975, il Marocco ha preso il controllo dei tre quarti di questa zona che considera da sempre parte del Paese. Il fronte Polisario controlla l’altro terzo ma vuole indipendenza e territori. E da quando l’Algeria è senza il presidente (che si trova in Germania per lunghe cure), il Polisario ha cercato di approfittare di questa incertezza per forzare lo status quo con una manovra a suo vantaggio. A dargli l’occasione è stato un intervento dei militari marocchini, lo scorso novembre, al posto di frontiera di Guerguerat, per riaprire il traffico verso la Mauritania, interrotto dall’occupazione di ribelli Saharouis sostenuti dal Polisario. I ribelli chiedevano un referendum per la loro indipendenza, cosa che il Marocco non concederà mai, considerando quell’area tradizionalmente appartenente al regno.
Ma cosa rende così instabile quell’area e, soprattutto, così immediato il rischio di un conflitto tra i due Paesi? Algeria e Marocco sono ai ferri corti perché, dopo l’intervento di novembre, le tribù sahariane sostenute da Polisario e Algeria (oltre che dai russi) si sono proclamate in guerra contro il Marocco. Peraltro, Rabat e Algeri sono armate fino ai denti, tanto da poter contare rispettivamente sul secondo e sul quinto esercito del continente africano. E hanno di recente fatto massicci acquisti di armamenti: il Marocco si rifornisce dagli americani e dai francesi mentre l’Algeria da sempre è dipendente dalla Russia. Il Marocco alla fine di gennaio ha acquistato dagli Usa il sistema di difesa aerea Patriot per ridurre la sua inferiorità militare, mentre l’Algeria può contare su un formidabile schieramento dotato di S-300 russi. Oltre che – opzione estremamente rischiosa per tutti, non solo per il Marocco – su un corpo segreto militare privato, il tristemente famoso Wagner, direttamente gestito dalla Russia e che ha già commesso diversi crimini nel continente africano. Si tratta del più segreto e più pericoloso corpo di contrasto e spionaggio che, insieme alle polizie private americane, agiscono in Medio Oriente e in Africa.
Quanto agli Usa e all’Inghilterra, ben pochi hanno notato che milizie come Boko Haram (attive in tutta la Nigeria e nei paesi vicini) sono perfettamente dotate di armi, strumenti e risorse finanziarie anglosassoni. E che tra Medio Oriente, Africa e Maghreb un percorso sanguinoso e ininterrotto di conflitti più o meno dichiarati sta assumendo le proporzioni di una guerra internazionale.