Festeggia i suoi primi dieci anni la Sagra della Pecora di Fabrica di Roma, la manifestazione dedicata a promuovere una delle più antiche forme di attività economica mai svolta dall’Uomo. Praticato nel Lazio da migliaia di anni, l’allevamento delle pecore ha da sempre fornito beni essenziali alla vita delle popolazioni dell’entroterra viterbese. Non a caso il vocabolo “pecora” ha la medesima radice di “pecunia”, denaro, derivata dal latino pecus “bestiame”, unica vera ricchezza e moneta di scambio nell’economia primitiva a carattere pastorizio.
Il comparto ovicaprino del Lazio è il terzo in Italia e conta 3.000 aziende per un totale di capi tra 750/770mila. Viterbo è leader incontrastata. Nella Tuscia sono attivi 1.500 allevamenti ovini con una consistenza di poco inferiore ai 300mila capi e una produzione annua di latte di 40/43 milioni di litri.
A Fabrica di Roma la pecora è protagonista, negli ultimi due fine settimana di agosto, di grande festa. Nella piazza principale del Mercato, (piazza madre Teresa di Calcutta, località Vallette), ai piedi del centro storico di Fabrica, il Comitato dei Festeggiamenti dei SS. Matteo e Giustino, ente organizzatore dell’iniziativa insieme all’assessorato alla cultura del comune di Fabrica di Roma, rinnoverà la formula – mai interrotta in questi anni e nel massimo rispetto delle misure di distanziamento e regolamenti sanitari in periodo di emergenza Covid – che associa una molteplice proposta gastronomica a tema ad intrattenimenti di musica dal vivo.
Quest’anno sul piatto, novità della Sagra, le polpette di pecora al sugo e costolette fritte, che comporranno il ricco menu (alla carta e a scelta dei commensali) insieme alle classiche proposte quali il maxi antipasto del pastore, gli gnocchi al castrato e all’amatriciana, i ravioli di pecora la pecora alla brace, le salsicce di maiale e di pecora e i più rinomati.
L’ingresso alla manifestazione è gratuito previa presentazione del green pass o tampone effettuato nell’arco di 48 ore prima. Sono consigliati le prenotazioni al numero + 39 366 2356728 o alla mail scaren_78@yahoo.it
Sagre della pecora in questo periodo si tengono anche in diverse località italiane. Particolarmente interessante la Sagra della Pecora Nera di Pitzinurri a Ingurtosu in Sardegna organizzata dall’Associazione Allevatori di Pecora Nera di Arbus, in collaborazione con il Comune di Arbus.
La manifestazione celebra le qualità di questo tipico animale arburese con momenti di informazione e visita agli ovili locali, allestimenti di stand espositivi, laboratori ed ovviamente degustazioni dei prodotti ricavati dall’ovino.
La pecora nera rappresenta una delle principali biodiversità presenti nel territorio di Arbus e più in generale nel Medio Campidano. Questa specie, che era stata messa da parte per parecchio tempo e rischiava l’estinzione, ha recentemente riacquistato la sua importanza grazie all’impegno di allevatori locali che ne hanno accresciuto la presenza negli ovili di Arbus. Di particolare interesse è il suo manto naturale: una lana che, infeltrita con latte, olio d’oliva, miele e liscivia, arreda la casa, impreziosisce i gioielli, abbellisce il legno, il ferro, entrando di buon diritto nella “linea bellezza” dei prodotti locali. Inoltre, ha capacità di isolamento termico, acustico e di purificazione dell’aria.
Altra sagra della pecora, si celebra da 32 anni nel ploaghese in provincia di Sassari. La Sagra è nata negli anni Ottanta da un’idea dei pastori di Ploaghe, desiderosi di promuovere alcuni prodotti della gastronomia locale.
Per la sagra vengono allestiti stands enogastronomici il tutto accompagnato dalla musica di gruppi musicali folk, che allietano le cene dei visitatori con canti popolari sardi.
Da citare ancora la Sagra della Pecora di Ponte a Signa in Toscana, inserita nel programma della Festa di Sant’Anna e la Festa dei Patroni e Sagra della Pecora a San Piero A Ponti, nel comune fiorentino di Campi Bisenzio.