Intervenendo in Senato, il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, esclude manovre correttive dichiarando che l’andamento dei conti pubblici italiani nel primo semestre “è coerente” con l’obbiettivo di mantenere l’indebitamento netto al 2,9% del Pil nel 2013.
“L’assenza di tensioni dal lato delle entrate – prosegue il ministro – è un segnale importante della tenuta dei conti pubblici, benché una valutazione definitiva sarà possibile quando si avrà il quadro completo dei versamenti delle imposte autoliquidate.
“Intendiamo rispettare l’obiettivo di mantenere il disavanzo entro la soglia del 3% del Pil. Interventi di sostegno all’economia in aggiunta a quelli programmati potranno essere attuati solo a fronte del reperimento di risorse che consentano di mantenere invariati i saldi di bilancio”, aggiunge Saccomanni.
Un’esempio di queste risorse addizionali per sostenere l’economia, lo ha fornito oggi il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, parlando all’assemblea del’Ordine nazionale degli ingegneri, in corso a Brescia.
“Nel 2014 potremo lanciare nuovi investimenti pubblici per 16 miliardi, grazie a 7,5/8 miliardi derivanti dall’uscita dalla procedura europea per eccesso di deficit, cui si affiancheranno altri 8 miliardi di fondi strutturali europei. Potremo così puntare a far ripartire l’Italia”.
Per “far ripartire l’Italia”, nel piano d’azione delineato dal Ministro, c’è anche il pagamento dei 40 miliardi che la Pubblica Amministrazione deve alle imprese fornitrici, reso possibile dall’esclusione di questi soldi dai conteggi del deficit. La tempistica vede flussi di pagamento per 20 miliardi quest’anno ed altrettanti l’anno prossimo: “questo ci consentirà di pagare tutti i debiti della Pa entro il 2014” continua Zanonato.
L’ultima misura prospettata a Brescia riguarda l’eliminazione della tracciabilità per i rifiuti non pericolosi, che nelle stime di Zanonato pesa sull’economia per 1 miliardo di euro. “Vogliamo eliminare il tracciamento dei rifiuti non pericolosi, il sistema Sistri, con cui siamo andati oltre le richieste che ci venivano dalle norme europee. Il sistema attuale è un appesantimento e comporta costi per 1 miliardo all’anno” conclude il ministro dello Sviluppo Economico.