Il Governo sta valutando una revisione del regime fiscale sui prestiti in perdita delle banche. Lo ha annunciato il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, all’assemblea dell’Abi. La modifica “del regime fiscale dei crediti non performing del sistema bancario è all’attenzione prioritaria del governo – ha detto Saccomanni –. Si stanno valutando tutte le opzioni idonee a contemperare la necessità di eliminare le penalizzazioni derivanti dalla vigente disciplina con un’ineludibile rispetto dei vincoli di bilancio”.
In precedenza Antonio Patuelli, presidente dell’Abi, aveva chiesto al governo di trovare “soluzioni tecniche che, innanzitutto per i nuovi prestiti, dispongano l’integrale deducibilità fiscale delle perdite, conseguenti ai nuovi prestiti, nell’anno in cui fossero evidenziate nel bilancio civilistico”.
All’assemblea dell’Abi è intervenuto anche Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia. Saccomanni ha spiegato che l’Esecutivo è disponibile a valutare “in tempi brevi” e “di concerto con la Bce” una riforma dell’assetto azionario dell’istituto centrale.
Quanto all’andamento generale dell’economia, il ministro ha sottolineato che quelle prese finora dal Governo “sono misure ponte in attesa di misure strutturali e della ripresa economica, di cui si cominciano a vedere i primi segnali. L’Italia ha tutto il potenziale per invertire il ciclo sfavorevole durato troppo a lungo a patto di sfruttare tutti i margini”.
Il declassamento dell’Italia da parte di Standard & Poor’s, quindi, è una “decisione basata su un’estrapolazione meccanica di dati del passato – ha sottolineato Saccomanni –, con una minima o nulla considerazione delle misure già prese o in considerazione. Decisioni non sostenute da analisi condivise – ha detto – possono avere effetti prociclici e destabilizzanti. Alla fine quello che conterà sarà la decisione dei risparmiatori che investono nel nostro Paese”.