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Saccomani: “recessione finita, siamo a un punto di svolta del ciclo.Ora scelte di priorità”

Per il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni la recessione è alle spalle. “Credo di sì. Credo che l’economia entrerà in ripresa siamo a un punto di svolta del ciclo”, ha risposto a Sky Tg24 alla domanda  se la recessione sia finita. Di più. Un pil a -2% nel 2013 è da ritenersi pessimistico. “Credo  che il dato risentisse della stasi politica che ha caratterizzato l’economia fino a maggio a quel punto però c’è stato l’effetto delle misure di rilancio”, ha detto il ministro che ha precisato come per “gli effetti sull’occupazione dovremo ancora aspettare”. Saccomanni ha poi confermato che il Governo è al lavoro per presentare la riforma complessiva dell’Imu entro il 31 agosto, cercando di allargare il perimetro per una soluzione complessiva.

MANOVRA A FINE ANNO? NON SE QUARTO TRIMESTRE CON SEGNO POSITIVO
Saccomanni parla nel giorno in cui l’Istat ha certificato l’ottavo trimestre consecutivo di contrazione del pil che nel secondo trimestre del 2013 è diminuito dello 0,2% sul trimestre precedente e del 2% sul secondo trimestre 2012. “Credo che il dato importante di oggi è che gli economisti stimavano un calo dello 0,4, invece il risultato è stato -0,2% – ha commentato Saccomanni che su una possibile manovra a fin anno ha sottolineato che se “riusciamo ad avere un segno positivo nel quarto trimestre renderemo più semplice la gestione dell’economia e della finanza pubblica. Gli economisti sono famosi per non cogliere a pieno i punti di forza del ciclo”.

NECESSARIO FARE SCELTE DI PRIORITà
D’altra parte il ministro dell’economia è chiaro: i soldi non ci sono. “Abbiamo detto più volte che non vogliamo incrementare ulteriormente il debito dello Stato e non vogliamo aumentare le tasse – ha aggiunto – bisogna accettare il peso politico di fare delle scelte di priorità.

PAGAMENTI ALLA PA, POSSIBILI ALTRI 10 MILIARDI ENTRO FINE ANNO
Sul fronte del pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione il ministro stima poter mettere in campo ulteriori 10 miliardi di euro entro fine anno, per un totale di 30 miliardi quest’anno, e 20 all’inizio dell’anno prossimo. “Poi le cose possono anche andare meglio – dice – ma credo che questa sia una cifra realizzabile”.Il ministro ricorda che sono “già stati erogati agli enti pubblici 17 miliardi, di cui 5 già erogati materialmente alle imprese e ribadisce di essere impegnato a fare questo monitoraggio serrato”. Mentre l’esatto ammontare dei debiti della P.a, su cui èin corso un censimento preciso, potrenne alla fine essere inferiore ai 90miliardi stimati da Bankityalia, che includono però anche di crediti non ancora esigibili.

ACCELERARE CON LE DISMISSIONI, PRUDENZA SULLE SOCIETà DI STATO
Sul fronte delle dismissioni, l’auspicio è quello di accelerare le iniziative entro fine anno, anche se “non credo che sia possibile l’obiettivo di 15 miliardi in questo breve periodo di tempo”. Maggiore prudenza però serve nel cedere quote di società come Eni, Enel, Finmeccanica. È una possibilità da valutare “con molta attenzione, perché danno dividendi: bisogna fare attenzione a costi e ricavi di questa operazione”. Sulla possibilità di utilizzarle invece come garanzia il ministro è più scettico: “Non sarà facile ridurre l’impatto debito-Pil solo ccon una orretta politica delle spese e delle entrate, bisognerà valorizzare al meglio gli asset”.

BANCHE, NON CI SONO CASI SINGOLI DI PERDITE COME IN SPAGNA
E mentre imperversa il caso Mps e lo scontro con Bruxelles sul piano di ristrutturazione,  il ministro rassicura che le banche italiane non sono in una situazione come quella della Spagna (le bad bank): “c’è un problema di bassa redditività, crediti in sofferenza per la crisi, ma no perdite su particolari banche – spiega – è una situazione di uniforme diffusione delle perdite dovuta al ciclo. La ripresa avrà un effetto positivo”.

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