Nessuna bancarotta, solo una riorganizzazione societaria. Anche se riuscirà ad evitare il fallimento, quella di Saab ha tutto l’aspetto di una ritirata. E la guerra è stata lunghissima: 20 anni di bilanci inesorabilmente in rosso, senza che nemmeno la General Motors fosse in grado di risollevarne le sorti. Arrivati a questo punto, si aprono le porte del tribunale.
“Abbiamo chiesto di accedere alla procedura di riorganizzazione – ha detto un portavoce dell’ex gigante scandinavo delle automobili -. Un’importante facoltà concessa dalla legislazione svedese per fare in modo di dare il tempo necessario ad un’azienda che ha concluso contratti importanti e che necessitano di un benestare di tipo politico per la loro attuazione, di avere il tempo per ottenere questa approvazione”.
Una procedura che “non riguarda le filiali estere del gruppo”, anche perché “non esiste nella maggior parte di ordinamenti europei”. Il piano dovrebbe consentire il pagamento dei salari, il versamento di fondi a breve termine e la preparazione alla ripresa della produzione sospesa da aprile.