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Ryder Cup, la stella cometa del golf sfavilla su Roma, accendiamo i telescopi

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Come una rara luna gigante ci fa uscire di casa per diventare, almeno per una sera, romantici astronomi, così la Ryder Cup, sfida biennale Europa-Usa (a squadre di 12 giocatori), è una stella cometa che dovrebbe portarci in questi giorni tutti a Roma. La Ryder Cup, l’evento di golf più importante al mondo, si svolge alla sua 44esima edizione in Italia, per la prima volta in quasi cento anni di vita e non ricapiterà tanto presto, forse mai. Si gioca a edizioni alterne negli Usa e in Europa (nel 2020 fu rinviata al 2021 a causa del Covid) e quando toccherà di nuovo al Vecchio Continente sarà nelle isole britanniche e chissà quando ne uscirà di nuovo.

Il luogo della gara prescelto è il Marco Simone Golf & Country Club di Guidonia Montecelio, un tracciato di 27 buche che si sviluppa su 150 ettari di territorio. La ciclopica tribuna della buca uno ha una capienza di 4800 persone.

Per godersi l’evento dal vivo però i biglietti purtroppo sono esauriti (si parla di 50mila accessi al giorno), anche se dai bagarini si trova ancora qualcosa. In ogni caso possiamo accendere i nostri telescopi, o meglio la nostra Tv per le molte dirette su Sky Golf e Sky Uno, Rai2 e Rai sport Hd. Non ci sentiremo soli, perché lo faremo insieme a circa 620mila famiglie che seguiranno l’evento in 170 paesi nel pianeta. Per l’Italia è come avere il super bowl sotto casa, o Wimbledon a Guidonia, o una finale dei mondiali di calcio all’Olimpico, non si può ignorare, persino se non ci interessa.

Esserci in qualsiasi modo è importante, perché il pubblico della Ryder è il 13esimo giocatore di ogni squadra e quelli in campo vogliono sentire il tifo sfegatato. Gli europei sono i blu stellati e per una volta inglesi e italiani, spagnoli e svedesi, francesi e tedeschi, danesi e austriaci e irlandesi e polacchi parleranno con voce sola. Il motto potrebbe essere “tutti per uno e uno per tutti”, senza exit strategy dietro l’angolo.

Il clou è venerdì, sabato e domenica, gara tra Paperoni del golf che giocano solo per la gloria

Oggi c’è la cerimonia di apertura, ieri c’è stata una garetta tra vip e campioni di altri sport come Novak Đoković, nonché la cena di gala alle terme di Caracalla, ma il clou sarà venerdì, sabato e domenica, quando la competizione più sentita del golf internazionale contrapporrà i 12 giocatori professionisti che formano la squadra europea ad altrettanti fuoriclasse del team statunitense. I componenti sono i Paperoni dei green, i Cristiano Ronaldo di mazze e putter, i Michael Jordan dei fairway, sono quelli che si muovono solo quando in palio ci sono montagne di dollari. Eppure, in questa occasione, giocano gratis, solo per la gloria (molta) e per la squadra. Gli yankee difendono il titolo vinto nel 2021 in Wisconsin, ma non la spuntano fuori casa da trent’anni. C’è da sperare.

Le squadre in campo: gli Usa sono davvero favoriti?

Sulla carta gli americani partono favoriti, anche se in Europa non vincono da tre decenni. Hanno nel loro team il numero uno del mondo Scottie Scheffler, il numero 5 Patrick Cantley, 6 Xander Schauffele, 7 Max Homa, 9 Brian Harman, 10 Wyndham Clarke. Questi sei giocatori si sono qualificati di diritto grazie alle numerose e ricche vittorie nel corso dell’anno. Poi ci sono le wild card del capitano Zach Johnson, che ha privilegiato giocatori esperti, alcuni dei quali vantano diversi major nel loro palmares. Sono Sam Burns, Rickie Fowler, Collin Morikawa, Jordan Spieth Justin Thomas. Teniamo per ultimo Brooks Koepka, perché merita un discorso a parte. Il grande giocatore della Florida è uno che dà il meglio di sé nelle occasioni più difficili e che ha vinto un major (il Pga Championship) anche nel 2023. È uno di quelli però che si è fatto ammaliare dai petrodollari dell’Arabia Saudita. I principi arabi stanno cercando di accaparrarsi il meglio dello sport mondiale e anche il golf è finito nelle loro mire. A suon di milioni stanno cercando infatti di detronizzare il circuito americano sottraendogli i migliori giocatori e ci sono quasi riusciti. Oggi i due tour hanno raggiunto un accordo (ancora non molto chiaro), ma fino a pochi mesi fa si guardavano in cagnesco e c’è chi ai soldi arabi ha detto di no, da Tiger Woods che pare abbia rifiutato un ingaggio vicino a un miliardo di dollari, a Rory McIlroy che ha avuto un’altra offerta da capogiro. Anche tra gli statunitensi in campo però ci sono stati molti rifiuti e c’è da chiedersi perciò quanto peserà il “tradimento” di Koepka nello spogliatoio. Lo scopriremo solo seguendo la gara.

Squadra europea, guidata dal capitano Luke Donald e dai vice Edoardo e Francesco Molinari

Passiamo a elencare i componenti della squadra europea, chiamati dal capitano inglese Luke Donald, coadiuvato, tra gli altri, da due vicecapitani di razza come i fratelli Francesco ed Edoardo Molinari. I fratelli Molinari sono la bandiera italiana piantata nel cuore della Ryder Cup e vantano varie esperienze in squadra, soprattutto Francesco che nel 2018 a Parigi fu l’eroe che portò i compagni alla vittoria insieme all’amico Tommy Fleetwood, una coppia così solida e imbattibile che venne ribattezzata Molliwood, come un tutt’uno inscindibile.

Sei sono i giocatori qualificati di diritto anche della squadra europea: in primo piano è il numero due del mondo, il nord-irlandese Rory McIlroy, lo swing più spettacolare del mondo, l’erede naturale di Tiger Woods. A seguire il numero tre, lo spagnolo Jon Rahm, a prova che la grande tradizioni iberica di golfisti di razza prosegue; il numero 4 Viktor Hovland, un giovane lupo che ha sbranato i rivali alla fine del campionato annuale americano vincendo gli ultimi due tornei e portando a casa, tra premi e bonus annuale, oltre 20 milioni di dollari in due settimane; il numero 8, l’inglese Matt Fitzpatrick, insieme al connazionale Tyrrel Hatton (numero 11 nel WR) e allo scozzese Robert MacIntyre (numero 55).

Le libere scelte del capitano sono cadute poi su: Tommy Fleetwood (numero 13 del WR), Sepp Straka (Austria, numero 22), Justin Rose (Inghilterra, numero 36), Shane Lowry (Repubblica d’Irlanda), Nicolai Højgaard (Danimarca), Ludvig Åberg (Svezia). Inutile aggiungere la posizione nel ranking di quest’ultimo, che è passato professionista soltanto a giugno. In questi pochi mesi però ha già vinto un torneo in Svizzera e prima era il numero uno nella classifica mondiale dei dilettanti. Una squadra giovane, con molti esordienti in Ryder, ma anche con giocatori esperti e di fama mondiale.

La formula

La formula è pensata per far divertire il pubblico. Sono infatti tutte sfide dirette buca dopo buca, facili da seguire. I primi due giorni, vale a dire venerdì e sabato, si giocano 16 match a coppie, il terzo giorno ci saranno 12 incontri individuali. Le gare a coppie sono foursome e quattro palle. Nei foursome, ogni squadra di due giocatori gioca una palla per buca, a turno, finché ogni buca non è stata completata. I giocatori si alternano alle piazzole di partenza (i tee), uno andando per primo al tee delle buche pari e l’altro per primo al tee delle buche dispari. La squadra con il punteggio più basso vince la buca. Se il punteggio è pari, la buca finisce in pareggio.

Nei fourball, ogni membro delle squadre di due giocatori gioca la sua palla, cosicché verranno giocate quattro palle a ogni buca. Ogni squadra considera il più basso tra i punteggi su ogni buca e la squadra il cui giocatore ha il punteggio più basso vince la buca. Se i due punteggi più bassi sono pari, la buca finisce in pareggio.

Soprattutto nelle gare foursome gli accoppiamenti sono difficili, perché ognuno ha il suo tipo di palla preferita (ce ne sono molte e diverse) e i capitani con i loro vice dovranno soppesare anche questa variabile. Ci sono poi le affinità o incompatibilità caratteriali e le caratteristiche di gioco: chi è più o meno regolare dal tee, chi è più portato per le lunghe distanze sui green (dove c’è la buca) e chi teme invece le distanze cortissime, che mettono a dura prova i nervi dei giocatori.

In palio ci sono 28 punti e la squadra che per prima raggiunge 14,5 punti vince il torneo. In caso di parità invece la coppa resta al vincitore dell’edizione precedente; quindi, gli europei non possono permettersi un pareggio.

Poi c’è la questione di chi giocherà contro chi. Gli abbinamenti sono al buio, perché il capitano presenta solo l’ordine di uscita dei suoi team e dei suoi giocatori e altrettanto farà il rivale. È necessario quindi cercare di intuire la strategia avversaria, soprattutto l’ultimo giorno, quando è necessario scegliere se far uscire i giocatori più in forma per primi o per ultimi.

Insomma, c’è tanto da capire e da divertirsi

I benefici della Ryder Cup

La Ryder ha molte frecce nel suo arco. In questi giorni i circoli di golf italiani, che si trovano sulla direttrice che dal nord Europa porta a Roma, stanno vivendo una nuova giovinezza, con tanti stranieri pronti a pagare il green fee (il biglietto d’ingresso) per giocare su nuovi campi nella marcia di avvicinamento alla loro meta.

L’Ansa inoltre ha scritto che è boom di alberghi a Roma e dintorni, per un indotto che potrebbe aggirarsi intorno a un miliardo di euro. Certo, ci saranno disagi per chi si muove per lavoro lungo le strade che conducono al Marco Simone, ma tra i vantaggi c’è anche il raddoppio della Tiburtina, atteso nella capitale da quasi vent’anni.

Oltre settemila sono le persone che lavorano all’evento di cui 1600 volontari, mentre hanno raggiunto quota 39 i broadcaster coinvolti. Nel Media Centre ci sono circa 450 giornalisti ma, se si considerano i broadcaster, il numero complessivo degli operatori media è di 900 persone circa. Di sicuro la Ryder Cup lascerà in eredità a Roma il raddoppio della Tiburtina, un’opera infrastrutturale attesa a lungo e che proprio ieri è stata inaugurata. Anche il circolo di Laura Biagiotti (ora della figlia Lavinia) ne trarrà grande beneficio: il valore del campo, dopo il profondo restauro voluto dalla Ryder, è sicuramente lievitato e chissà che non spuntino potenziali acquirenti dopo l’evento.

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