Nuovi scontri tra Ungheria e Ryanair. Il governo del premier nazionalista Viktor Orban ha inflitto alla compagnia aerea low cost una multa di 300 milioni di fiorini (780mila dollari) a seguito di un’indagine sulla tutela dei consumatori che ha visto la compagnia aerea trasferire il costo di una tassa speciale imposta al settore sui passeggeri.
“L’autorità per la protezione dei consumatori ha riscontrato oggi una violazione della legge, perché la compagnia aerea ha ingannato i clienti con la sua pratica commerciale sleale”, ha scritto il ministro della Giustizia Judit Varga in un post su Facebook.
Ryanair esorta l’Ungheria a eliminare la nuova tassa sui passeggeri
Il governo guidato da Orban ha annunciato a maggio una serie di imposte, temporanee, sugli “extra-profitti” realizzati dalle grandi aziende (banche, compagnie assicurative, grandi catene di distribuzione, società energetiche e commerciali, telecomunicazioni e compagnie aeree). In questo modo l’Ungheria incasserà un totale di 800 miliardi di fiorini (2,19 miliardi di dollari) all’anno, quest’anno e il prossimo. L’imposta era destinata a colmare i buchi di bilancio creati da una spesa smisurata che gli ha permesso di essere poi rieletto in aprile.
Per quanto riguarda i voli, l’Ungheria ha introdotto una nuova tassa di viaggio aereo sui passeggeri in partenza dall’Ungheria a partire dal 1 ° luglio 2022. Imposta che viene applicata ad un’aliquota di circa 10 euro per passeggero.
Ryanair, che ha anche contestato l’imposizione della tassa su un’industria in perdita, ha chiesto al governo di Orban di eliminarla, in quanto “danneggerebbe il turismo e l’economia ungherese”, ha dichiarato la compagnia irlandese, aggiungendo che sarà “costretta a spostare la capacità di crescita in Paesi che stanno lavorando per ripristinare il traffico a seguito della pandemia”.