In attesa del verdetto della Fed in arrivo stasera, i mercati trovano sollievo grazie al calo del petrolio, in bilico attorno ai 100 dollari al barile, assai al di sotto del picco di 139 di una settimana fa e delle previsioni catastrofiche dei guru che davano per scontato un rialzo fino a 200 dollari. Ma, di questi tempi, è più facile centrale un sei al superenalotto che muoversi in un mercato dalle reazioni estreme, dominato da un quadro geopolitico all’insegna della massima incertezza, compresi gli effetti di un probabile default della Russia. Oggi, sull’onda del calo del greggio, prevale l’ottimismo sull’evoluzione del dramma ucraino, ma gli umori sono destinati a cambiare più volte nel corso della seduta.
Hong Kong avanza del 7%, Shanghai +3,9%
Anche la Cina è investita dalla volatilità. Dopo giorni di pesanti perdite è scattata la reazione dei mercati, a partire da Hong Kong, punto di riferimento dei listini tech: l’indice Hang Seng. Che aveva perduto il 12% nelle ultime tre sedute, rimbalza dai minimi degli ultimi dieci anni toccati ieri, +7%. Il comparto tech sale del 9%, trainato da JD.com (+13%). Alibaba, ieri sui minimi storici, è in rialzo del 5%. Tencent +7%.
Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen segna +3,9%. Il rimbalzo ha più spiegazioni: scendono i contagi (poco più di 3 mila casi, contro i 5 mila di martedì), cala la paura per l’escalation del confronto con l’Occidente e, soprattutto, il calo delle materie prime dà sollievo all’industria, stremata dalla rincorsa dei prezzi. Le restrizioni imposte per fermare il contagio non permetteranno all’economia della Cina di raggiungere il target di crescita del 5,5% presentato a inizio mese dalle autorità di Pechino: lo dice UBS nella nota che rivede al ribasso la previsione sul 2022 a +5% dal precedente +5,4%.
Il Nikkei di Tokyo è in rialzo dell’1,3. S&P/ASX 200 di Sidney +1%. Kospi di Seul +0,8%. Straits Times di Singapore +1,3%.
Sale il Nasdaq, bond al top aspettando Powell
I future di Wall Street sono poco mossi, dopo il rally di ieri: Nasdaq +2,9%, S&P500 +2,1%.
Si mantiene sui massimi il livello dei rendimenti dei T-bond a 2,14%. Stasera esce il comunicato della Federal Reserve. Il mercato si aspetta il primo incremento dei tassi dal 2018. La Banca centrale presenta anche le previsioni dei membri del Fomc.
Il petrolio WTI, ieri in calo del 6%, stamane segna un lieve rialzo a 97 dollari. Oro sui minimi di periodo a 1.916 dollari l’oncia.
Lagarde: la crescita resta robusta. Ma lo Zew precipita
Il conflitto tra Ucraina e Russia è in grado di abbassare la crescita e aumentare l’inflazione “attraverso l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, l’interruzione del commercio internazionale e una fiducia più debole”, ha riconosciuto Christine Lagarde. Ma lo scenario di base, ha aggiunto, resta quello di un’economia in crescita “in modo robusto nel 2022 grazie all’impatto in calo della pandemia e alla prospettiva di una domanda interna solida e di mercati del lavoro solidi”.
Il relativo ottimismo della presidente della Bce si giustifica con la discesa del prezzo del petrolio e il debole rimbalzo dell’euro. Ma la pensano diversamente gli investitori tedeschi: la fiducia ha registrato un calo record a marzo a causa della guerra in Ucraina e delle sanzioni economiche contro la Russia. L’indice sul sentiment economico Zew è sceso a -39,3 punti da 54,3 di febbraio, il calo più forte di sempre nella storia del sondaggio, compilato per la prima volta a dicembre del 1991. “Una recessione sta diventando sempre più probabile”, ha detto in un comunicato il presidente dell’istituto, Achim Wambach.
In attesa delle decisioni della Fed (e quelle di giovedì della Bank of England) chiude in lieve progresso il secondario. Lo spread tra decennale italiano e tedesco si ferma a 157 punti base. Il rendimento del Btp chiude a 1,89%, il Bund a +0,33%.
Milano recupera dopo l’apertura Usa
L’Europa ha chiuso con una prevalenza di rosso (nonostante il buon rialzo di Wall Street con l’inflazione sotto le attese), ma con perdite di molto ridotte rispetto alla mattinata.
Piazza Affari archivia la giornata in rialzo dello 0,31%, a 23.499 punti, dopo essere arrivato a perdere anche il 2%.
Clima misto nel resto del Vecchio Continente: Francoforte è piatta; Parigi perde lo 0,23%; Amsterdam +0,31%; Madrid +0,04%; Londra -0,25%.
In calo i Big del lusso. Ma a pesare non è il divieto ad esportare a Mosca, semmai le nuove restrizioni del Covid -19 in Cina. Perde più do tutti Hermès (-3,13%) davanti a Lvmh (-1,4%) e a Kering (-1,3%).
Dopo una mattinata in profondo rosso Piazza Affari riparte grazie a nuovi cavalli di razza. Tra questi si distingue Atlantia (+2,96%) nel giorno in cui Aspi chiede il patteggiamento per il ponte Morandi.
Generali: Caltagirone arruola Cirinà, capo dell’est
Sale Generali (+1,50%) sull’onda dei dati di bilancio e della presentazione delle squadre che si contenderanno la guida del Leone il 29 aprile. Caltagirone nella sua lista propone come candidato presidente Claudio Costamagna. La sorpresa è arrivata però con l’indicazione dell’amministratore delegato: Luciano Cirinà, che dirige da anni tutto l’Est Europa del gruppo. Si crea così una situazione bizzarra: uno dei più alti dirigenti del gruppo in campo contro l’attuale ceo.
Unicredit prepara la ritirata da Mosca
A tirare il listino sono stati titoli bancari e del risparmio gestito: Banca Mediolanum guadagna il 2,1% davanti ad Azimut (+1,7%). Bene Bper (+2%), guadagno sotto il punto percentuale per Intesa Sanpaolo e Unicredit (+0,81%).
A proposito della Russia, “Stiamo considerando l’uscita – ha detto Andrea Orcel – ovviamente dobbiamo tener conto della complessità del caso e delle conseguenze in loco: abbiamo 4 mila persone, che per me sono colleghi, e 1.250 aziende clienti, che si aspettano da noi un supporto anche in caso di disimpegno”.
Unicredit Bank Russia fa 7,4 miliardi di crediti in loco, ma li finanzia con i depositi dei correntisti locali. Il suo patrimonio è di 2,5 miliardi, ed è quel che perderebbe nel caso di cessione della rete russa a un gruppo locale per una piccola somma. La Banca ha detto che in caso di “scenari estremi” perderebbe 7,5 miliardi netti.
Mfe-Mediaforeurope lancia l’Opa sulla Spagna
L’ex Mediaset ha approvato il lancio di un’offerta pubblica di acquisto e scambio (opas) sulle azioni di Mediaset España. Il prezzo dell’offerta è di 5,613 euro per azione (parte cash, parte in azioni).
Frenata di Tim (-2,01%) dopo il balzo della vigilia. Alcuni broker hanno tagliato il prezzo obiettivo sul titolo: Deutsche Bank ha portato il target a 0,30 euro da 0,43 precedente sia per le ordinarie che per le risparmio, mentre Hsbc l’ha rivisto a 0,40 euro da 0,50.
In calo i petroliferi: Tenaris (-3,33%) è il fanalino di coda del listino principale che perde il 4,7%. In ribasso anche Eni (-0,42%). Sale invece Saipem (+2,02%).
Tra i titoli peggiori anche Moncler (-3,15%). Nel lusso soffrono anche Tod’s (-2,64%) e Ferragamo (-3,78%).
La crisi spaventa Avio e Biesse. Corre Erg
Pesante Avio, in calo del 14,1% circa nonostante risultati 2021 in linea con le attese. Equita scrive che “il quarto trimestre è in linea nel rispetto delle guidance operative e la cassa netta migliore. La guidance per il 2022 inferiore per prudenza su costi energia, trasporto e supply chain”. Per questa ragione il broker ha ridotto il prezzo obiettivo del 3% a 14 euro.
Avanza Erg (+3,6%) dopo un avvio incerto in scia al piano industriale al 2026, apprezzato perché presenta stime superiori alle attese e un dividendo di 0,9 euro oltre ad una guidance per il 2026 in forte crescita.
Crolla Biesse (-17%), nonostante i dati positivi di bilancio. Le prospettive di mercato, vista la congiuntura geopolitica, sono pessime: Banca Akros ha ridotto il giudizio da buy ad accumulate, con un prezzo obiettivo che scende da 34 a 20,6 euro: le previsioni su ricavi ed ebitda margin 2022-2023 sono state riviste per tener conto “del difficile scenario”.
Intesa Sanpaolo abbassa invece il target a 25,5 euro: sulla società che opera nel mercato delle macchine e dei sistemi destinati alla lavorazione di legno, vetro, pietra, materiali avanzati e metallo pesa l’aumento delle materie prime.