Condividi

Russia risponde all’Ucraina: “Non vogliamo rovesciare Zelensky, ma Donbass sia sovrano e indipendente”

La Russia reclama all’Ucraina il riconoscimento di Donetsk e Lugansk come “Stati sovrani e indipendenti” oltre alla Crimea – Il voltafaccia della Cina – L’appello del sindaco di Kiev

Russia risponde all’Ucraina: “Non vogliamo rovesciare Zelensky, ma Donbass sia sovrano e indipendente”

La Crimea deve essere riconosciuta come una regione russa e le repubbliche separatiste come stati sovrani indipendenti. È quanto la Russia risponde all’Ucraina, secondo le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, commentando la disponibilità espressa ieri dal presidente ucraino Zelensky a discutere dello status di queste regioni internazionalmente riconosciute come parte dell’Ucraina. “La nostra posizione è ben nota. La Crimea è una regione russa e deve essere riconosciuta come tale”, ha detto Peskov citato dalla Tass. E per quanto riguarda le repubbliche separatiste di Donetsk e Luhansk, ha aggiunto, “sono stati indipendenti e sovrani, riconosciuti come tali dalla Federazione russa” e che Kiev dovrebbe riconoscerli come tali. Intanto la Cina inizia a prendere posizione e scarica tutte le colpe del conflitto sugli Stati Uniti e sulla Nato.

Russia risponde all’Ucraina: ma Mariupol?

Alla vigilia del faccia a faccia diretto tra i due ministri degli esteri nemici, il russo Serghei Lavrov e l’ucraino Dmytro Kuleba ad Antalya – il primo di alto profilo dall’inizio della guerra – Mosca si dice aperta a tenere colloqui con l’Ucraina “il prima possibile” ma che questo dipende dalla volontà di Kiev. E che non vuole “rovesciare il governo” dell’Ucraina. Sono le parole di Maria Zakharova, portavoce del ministro degli Esteri russo, che ha anche sottolineato come ci siano stati “progressi” nei negoziati con l’Ucraina. L’obiettivo, a detta di Zakharova, è quello di “porre fine all’insensato spargimento di sangue e alla resistenza delle forze armate ucraine il prima possibile”.

Se l’Ucraina si è detta aperta a discutere sul suo status neutrale, come richiesto dalla Russia, è anche vero che non cederà un “centimetro” del suo territorio. Lo ha affermato Ihor Zhovkva il vice capo dell’ufficio del presidente ucraino e consigliere di Zelensky per la politica estera. Ma la questione è molto più complicata e non può prescindere da un’analisi del territorio, dell’importanza del Donbass per russi e ucraini. Perché se è vero che il bacino del Donec vuole tornare indietro, contagiato dalla febbre di indipendenza della Crimea, lo è anche la posizione “spinosa” di Mariupol, il punto di transito obbligato dei russi per la Crimea e le repubbliche amiche.

Sindaco Kiev: “Se accerchiati possiamo resistere solo una o due settimane”

Kiev può resistere soltanto “una settimana” se le forze di Mosca la circonderanno. Lo ha detto il sindaco della capitale ucraina, Vitalii Klitschko. In un’intervista a Sky Tg24, il primo cittadino ha spiegato che le forze russe sono molto vicine al centro della città, a soli 10 km. “Siamo pronti a difendere la nostra capitale”, ha aggiunto Klitschko, per poi ribadire l’appello all’Occidente affinché fornisca armi all’Ucraina: “Abbiamo bisogno dei jet ora, aiutateci”. Ma qui sono gli Usa ad ammettere di non poter prendere con leggerezza una scelta simile.

Il voltafaccia della Cina: “Tutta colpa di Usa e Nato”

Mentre la Russia risponde all’Ucraina, la Cina inizia a parlare. Ma invece di condannare esplicitamente l’invasione russa punta il dito contro l’Occidente. Se il mondo era in attesa di una presa di posizione da parte del Dragone sperava che fosse in chiave di “mediazione internazionale” e non una condanna unilaterale di Usa e Nato, come se l’invasione russa dell’Ucraina fosse un insignificante dettaglio.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinesi, Zhao Lijian, ha risposto alle recenti ricostruzioni del New York Times relative alla conoscenza di Pechino dei piani russi sull’invasione ucraina, in base alle parole di funzionari americani. il governo cinese non ha solo (ovviamente) smentito la notizia senza convincere nessuno ma ha scaricato tutte le colpe sull’Alleanza.

“Ultimamente, gli Stati Uniti hanno diffuso disinformazione sulla Cina sulla questione dell’Ucraina, con il tentativo di spostare la colpa, alimentare il confronto e trarre profitto dalla questione. Le origini del conflitto, secondo il portavoce cinese, dovrebbero essere ricercate nelle “azioni della Nato guidata dagli Stati Uniti” che “hanno gradualmente spinto fino al conflitto Russia-Ucraina”.

Washington starebbe inoltre cercando margini di manovra con l’intenzione di “sopprimere Cina e Russia” al fine di “mantenere la propria egemonia” sul mondo. Poi il tono si fa più graffiante nel momento in cui esorta la controparte statunitense a “prendere sul serio la Cina” per evitare di “minare i suoi diritti o interessi nella gestione della situazione in Ucraina e i legami con la Russia”. Ineffabili cinesi.

Commenta