Prima dell’esibizione delle Pussy Riot (gruppo formato da Maria Alekhina, Ekaterina Samutsevich e Nadezhda Tolokonnikova) nella cattedrale di Mosca con la canzone anti-Putin “Oh Gesù, liberaci da Putin”, nessuno sapeva chi fossero queste tre agguerrite ragazze russe. Oggi, invece, le conoscono tutti.
Prima del processo, star internazionali come Sting e Madonna sono venuti in loro soccorso affinché il tribunale russo non le mandasse in galera.
Ma lo sdegno internazionale è ancora più vivo che mai, nonostante la condanna a due anni di galera per le tre componenti del gruppo russo “Pussy Riot” non abbia rianimato il movimento di opposizione contro il presidente russo Valdimir Putin.
La prima protesta organizzata ieri dopo la sentenza-scandalo ha raccolto appena cinquecento persone, secondo stime dei giornalisti presenti sul posto. E’ stata fermata solo una persona: una ragazza con un passamontagna bianco, simbolo della ribellione del gruppo punk russo.
Ma cosa ne pensano in Europa o negli Stati Uniti? Soprattutto cosa ne pensano i russi?
Per esempio la stampa francese ha attaccato duramente il governo di Putin. Il processo, secondo Liberation, Le Monde e Le Figaro, il processo alle tre componenti del gruppo punk è stata una farsa, una parodia della giustizia e della democrazia. La Russia, infatti, secondo il quotidiano, non può definirsi uno Stato di diritto e non ha nulla a che fare con le altre democrazie del G8, poiché Putin, dopo aver vinto delle elezioni truccate, ha sempre represso duramente ogni critica nei suoi confronti.
Nel quotidiano spagnolo El Pais, questo è stato il titolo della prima pagina: Todos somos Pussy Riot.
Passiamo ora ai giornali russi. La maggior parte dei russi, a parte la schiera anti-Putin, ritiene sia stato giusto punire le tre ragazze: come? Con 3 anni di lavori socialmente utili: secondo il popolo russo due anni di galera sono eccessivi.