Come riportato da Atradius, l’economia russa ha registrato una contrazione del PIL dell’1,9% nel primo trimestre del 2015 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente a causa del calo della spesa dei consumatori. La contrazione è tuttavia meno grave (-3,5%) di quanto precedentemente previsto (-4,3%). Il miglioramento dello scenario è stato aiutato dai tagli dei tassi di interesse dalla Banca Centrale verificatisi a più riprese, dal 17% di dicembre al 12,5% a fine aprile. Di conseguenza, i prestiti alle imprese sono previsti in lieve recupero nella seconda metà dell’anno. A sua volta, nel 2016 l’economia russa è prevista in espansione di 0,5%. In questo scenario, il prezzo del petrolio si é rafforzato e i deflussi di capitale sono stati così inferiori grazie al timido programma di rimborso del debito e modesta riduzione delle tensioni internazionali seguite all’Accordo di Minsk II. L’apprezzamento del rublo, la recessione e le misure di austerità adottate dal governo per tenere a freno la spesa cercano di contenere l’inflazione, che dovrebbe scendere al 7% nel 2016. La pressione sulla spesa dei consumatori sarà dunque in qualche misura sollevata grazie all’ammorbimento della recessione. L’Economic Intelligence Unit (EIU), un forecaster indipendente, predice un deficit del 3,5% nel 2015, rispetto a una previsione del 3,8% dal russo governo, laddove il deficit è destinato a essere finanziato dal Fondo di Riserva, uno dei due fondi di ricchezza sovrani.