Saranno annunciate oggi le nuove sanzioni degli Stati Uniti contro la Russia. Lo ha assicurato il presidente americano, Barack Obama – oggi in visita nelle Filippine -, precisando che le misure colpiranno le aziende e le esportazioni di prodotti militari hi-tech alla difesa russa.
Oggi a Bruxelles l’Ue annuncerà, in concerto con Washington, un inasprimento degli interventi contro il Cremlino. L’obiettivo è punire Mosca per non aver implementato l’accordo per far rientrare la crisi ucraina, particolarmente grave nell’est del Paese, dove i separatisti filo-russi hanno occupato una decina di edifici governativi.
Obama ha aggiunto che l’importante in questo momento è un’azione congiunta con l’Unione Europea. Il numero uno della Casa Bianca ha specificato che il vero problema è il fatto di riuscire a garantire l’indipendenza e la sovranità dell’Ucraina e non il rischio di una guerra fredda fra Usa e Russia: “La Russia – ha aggiunto – non ha mosso un dito per aiutare” a spegnere il conflitto.
Al contrario, secondo Obama, è evidente che Mosca stia incoraggiando la destabilizzazione nell’Ucraina dell’est e del sud. Tony Blinken, consigliere aggiunto alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, ha parlato chiaro: “A partire da questa settimana, in coordinamento con i nostri alleati, aumenteremo la pressione sulle persone vicine a Putin, sulle società che dirigono e sull’industria della difesa”.
Sabato i leader del G7 avevano raggiunto un’intesa per imporre rapidamente ulteriori sanzioni alla Russia. Finora Usa e Ue, dopo l’annessione della Crimea da parte di Mosca, hanno imposto provvedimenti limitati nei confronti di alcuni funzionari russi.
Intanto, è stato rilasciato uno degli osservatori Osce tenuti in ostaggio a Sloviansk dai separatisti. Si tratterebbe dello svedese Thomas Johansson ,57 anni, che sarebbe stato liberato per motivi di salute (soffre di diabete). La portavoce dei separatisti ha annunciato che non è in programma il rilascio di nessun altro ostaggio.
I ribelli hanno mostrato a circa 60 giornalisti le persone sequestrate venerdì scorso, su cui non risulterebbero visibili segni di violenza. “Non siamo prigionieri di guerra. Siamo ospiti del sindaco”, avrebbe dichiarato uno dei quattro osservatori, aggiungendo che tutti i membri del suo gruppo stanno bene.