La Banca centrale di Russia ha tagliato il tasso di riferimento dal 17 al 15% (-200 punti base), spiegando di vedere le condizioni per un calo dell’inflazione nel medio termine. La mossa ha sorpreso i mercati: gli analisti si aspettavano che l’istituto mantenesse i tassi fermi, poiché che in precedenza aveva dichiarato che li avrebbe abbassati quando l’inflazione avesse mostrato un andamento al ribasso. I prezzi sono invece saliti a causa dell’indebolimento del rublo, che dopo l’annuncio di questa mattina ha registrato un nuovo ribasso, trattando a 80,54 per un euro a fine mattinata.
L’istituto centrale russo stima per il primo semestre del 2015 un calo del Pil pari al 3,2% (dopo la crescita dello 0,4% registrata nel 2014), dovuto principalmente alla discesa del prezzo del greggio e alle sanzioni occidentali per il conflitto in Ucraina. Quanto all’inflazione, la Banca centrale ha comunicato che il tasso era al 13,1% il 26 gennaio, ma anche che dovrebbe scendere sotto il 10% entro un anno.
Il 16 dicembre scorso, in una riunione di emergenza, la Banca centrale aveva fatto salire il tasso di riferimento del 6,5%, portandolo al 17%, per arginare il crollo del rublo e l’impennata dell’inflazione.