Come indicato da Atradius, in Russia la stabilità della politica interna non è in discussione, basti pensare che la popolarità del Presidente Putin è in ulteriore ascesa dopo lo scoppio della crisi ucraina e l’annessione della Crimea, con indici di gradimento superiori dell’85%. Il sentimento nazionalistico è aumentato, sostenuto dalla propaganda aggressiva attraverso i media controllati dallo Stato. Giocare la carta nazionalistica, in particolare nei confronti dei partner UE e USA, sembra essere la chiave per raggiungere un certo livello di consenso interno a lungo termine, soprattutto nel momento in cui le sanzioni imposte cominciano ad avere un impatto reale su economia e reddito.
L’annessione della Crimea nel mese di marzo e il suo tacito appoggio delle forze separatiste in Ucraina orientale ha attivato il primo round di sanzioni da UE e USA, principalmente sotto forma di un congelamento di beni e restrizioni alla libera circolazione di persone, merci e servizi. All’intensificarsi del conflitto civile in Ucraina tra marzo e luglio, un maggior numero di individui e organizzazioni sono stati aggiunti all’elenco sanzionatorio. In particolare, dopo l’abbattimento di un aereo della Malaysian Airlines sul territorio ucraino, la risposta di UE e USA è stata l’imposizione di sanzioni ancora più severe. Queste consistono di limitazioni dei finanziamenti a lungo termine, nonchè accesso limitato ai Paesi all’UE così come ai principali mercati di capitali, restrizioni all’export di alcuni prodotti russi, tra cui le tecnologie a duplice uso e attrezzature di alta tecnologia per l’industria petrolifera. Tali misure si prevede avranno un impatto molto significativo sull’economia russa a lungo termine, influenzando negativamente la capacità di rifinanziamento di banche e grandi imprese nazionali.
Ai primi di agosto, la Russia ha annunciato a sua volta ritorsioni all’importazione di prodotti alimentari e agricoli da UE, USA, Australia, Canada e Norvegia. Un’ulteriore escalation in Ucraina, accompagnata dalla crescente evidenza del tacito sostegno ai separatisti con truppe regolari, ha portato ad un altro round di sanzioni UE, efficace dal 12 settembre. Queste misure includono l’esclusione delle banche statali russe da prestiti e scambi di pacchetti azionari e obbligazioni con scadenze superiori ai 30 giorni. A tre imprese nazionali e tre compagnie petrolifere (tra cui Rosneft e Gazprom) è stato impedito di accedere a capitali nel mercato UE. Inoltre, sono stati imposti limiti agli aiuti europei per l’esplorazione di risorse energetiche sul suolo russo e la conseguente produzione, misure che sono state allargate anche alla vendita di apparecchiature civili e all’elettronica con implicazioni militari.