Giornata da incubo per la Russia sui mercati finanziari. Il petrolio in caduta libera sotto i 30 dollari al barile fa crollare il rublo e la Borsa di Mosca. A metà giornata l’indice Rts nominato in dollari del principale listino azionario moscovita arretra del 4,8% mentre il Micex, in rubli, cede il 3,2%. Il primo ministro Dmitri Medvedev che segnala, con il greggio a questi livelli, ci sono “rischi seri” per il bilancio dello stato.
Le preoccupazioni per le prospettive dell’economia russa fanno scivolare il rublo ai minimi da dicembre 2014 con il cambio sul dollaro a 77,54 (dopo aver toccato 77,72) e quello rispetto all’euro a 84,60.
“I movimenti drammatici del corso del petrolio, come abbiamo visto nelle ultime settimane e soprattutto in questi ultimi giorni, creano rischi molto gravi per l’esecuzione del bilancio”, ha detto Medvedev durante un consiglio dei ministri, secondo quanto riportato dalle agenzie russe.
Il governo russo sta lavorando a un piano di tagli alle spese e il Premier ha ribadito ai ministri l’intenzione di ridurre le uscite non necessarie al fine di rispettare gli obblighi sociali e finanziare spese come quelle della Difesa.
Secondo la stampa russa, e in particolare Vedomosti, l’Esecutivo si appresterebbe a rivedere le stime sul Pil dell’anno in corso prevedendo una contrazione dell’economia nell’ordine dello 0,8%, a fronte del +0,7% stimato fino a questo momento.