Come di consueto, Russell Investments ha pubblicato il proprio Outlook globale relativo al terzo trimestre del 2014, con le più recenti indicazioni riguardanti i propri portafogli multi-asset e alla view di mercato.
Nel report, il team conferma il punto di vista complessivo già definito nell’outlook annuale: una modesta preferenza per le azioni rispetto al reddito fisso, sebbene con uno spread leggermente ridotto per il mercato Usa. La combinazione tra la volatilità sul mercato statunitense, ai minimi storici secondo il CBOE Volatility Index (Vix), e l’atteggiamento tranquillo degli investitori, così come valutazioni abbastanza tirate sull’azionario, spingono gli strategist di Russell a segnalare che i mercati sono particolarmente vulnerabili agli shock.
Nel report, il team evidenzia l’impatto sull’outlook di tre eventi inattesi avvenuti nella prima metà del 2014: la contrazione del 2,9% del Pil degli Usa nel primo trimestre, l’elevato rialzo dell’inflazione core negli Stati Uniti e la riduzione della volatilità su tutte le asset class a livelli ritenuti non sostenibili nel lungo periodo. In aggiunta, gli strategist citano un elenco di rischi geopolitici, come un’escalation degli eventi in Iraq e la disputa tra Cina e Giappone nel Mar Cinese orientale. Da ultimo, si evidenzia la possibilità di un timore legato all’inflazione, dopo il rialzo dell’Indice dei prezzi al consumo (Cpi) negli Usa, passato dall’1,6% di gennaio al 2% di maggio, oltre al Pce deflator che nel medesimo periodo èpassato dall’1,1% all’1,5%.
Per aggiornare le previsioni di mercato, gli Strategist di Russell utilizzano un processo basato su tre elementi – valore, ciclo, sentiment – che unisce view qualitative e fattori quantitativi. Sulla base di tale processo, le previsioni di Russell sui mercati globali sono le seguenti:
Valore: gli Stati Uniti sembrano abbastanza cari, l’Europa un po’ meno e le valutazioni sul Giappone sono tornate su valori neutrali
Gli strategist di Russell concordano sul fatto che negli ultimi tre trimestri le valutazioni di mercato siano rimaste praticamente invariate. Gli Stati Uniti sono diventati lievemente più cari, con un mercato che ha toccato i massimi storici, come rilevato dal rapporto price/earning adeguato per il ciclo sul Russell 1000®, l’indice delle large cap Usa, che è a oltre 20x e il price-to-book intorno a 2,8x. Secondo gli strategist le azioni europee sono leggermente care, mentre le valutazioni sul Giappone sono neutrali. I mercati emergenti continuano a essere sottovalutati di circa il 30-40% rispetto ai mercati sviluppati.
Ciclo: le aspettative sulla crescita dell’Eurozona sono in miglioramento, mentre gli Stati Uniti stanno riprendendo ritmo
Il team di strategist ritiene che gli indicatori sul ciclo del business siano favorevoli per le economie sviluppate. Per la restante parte dell’anno la crescita dovrebbe consolidarsi negli Stati Uniti e in Europa, ma permane una certa incertezza sugli altri mercati. A sostegno di questa view, il consensus sulla crescita degli utili per azione dell’Institutional Broker Estimate Service (IBES) relativamente alle società dell’indice Russell 1000 si è stabilizzato intorno all’8% all’inizio di luglio. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, gli strategist non danno un particolare rilievo ai dati sul Pil del primo trimestre, mentre ritengono che questo indicatore si attesterà tra il 2,5% e il 3% per i prossimi trimestri. Il team di Russell ha aumentato la fiducia sull’outlook di crescita per l’Europa dopo il recente pacchetto di stimoli adottato dalla Bce. Se i vincoli sul credito hanno rappresentato un freno per l’attività economica europea, l’accesso ai fondi dovrebbe aumentare ora che le banche hanno bilanci più in ordine in vista dell’asset quality review e con gli oltre 400 miliardi di euro che saranno resi disponibili grazie al programma Tltro.
In Giappone, la crescita sembra essere in ripresa dopo l’incremento dell’imposta sui consumi di aprile. Ciò detto, però, gli strategist ritengono che sia troppo presto per dare un giudizio definitivo. All’interno dei paesi emergenti, la Cina sta cominciando a stabilizzarsi grazie all’effetto conseguente all’adozione di alcune misure di stimolo, ma permane l’incertezza circa l’entità della flessione nel settore immobiliare.
Sentiment: il momentum positivo continua per i mercati azionari dei paesi sviluppati
Questo indicatore, che riflette il momentum dei prezzi, fornisce un giudizio sul sentiment del mercato basato su numerosi elementi relativi a posizionamento, flussi sui fondi, fiducia degli investitori, appetito per il rischio e altri fattori tecnici. Gli strategist continuano a vedere il momentum come un rilevante elemento positivo – particolarmente negli Stati Uniti e in Europa – con l’Europa posizionata leggermente meglio rispetto alle altre regioni, grazie al pacchetto di stimoli della Bce. In linea generale, gli strategist concordano sul fatto che il basso livello del Vix sia preoccupante, anche se la maggior parte degli altri indicatori che utilizzano non sono ancora in territorio pericoloso.
Aggiornamento delle previsioni di mercato e suggerimenti sul posizionamentoSulla base delle variazioni rispetto all’outlook del secondo trimestre pubblicato in aprile, gli strategist hanno aggiornato le proprie previsioni e le relative esposizioni nelle varie aree geografiche e asset class.
Area Asia-Pacifico – gli strategist di Russell ritengono che le valutazioni del mercato azionario siano buone e si aspettano che le azioni di questa area possano performare in linea con la modesta preferenza a livello globale per l’azionario rispetto al reddito fisso. Nonostante un inizio d’anno a rilento, per la restante parte del 2014 Russell si attende una crescita economica solida nell’area Asia-Pacifico. Le aspettative del team di strategist per la Cina, danno una crescita del Pil in stabilizzazione entro un intervallo compreso tra 7% e 7,5% per l’inizio del 2015. “In Cina, guardiamo con attenzione alla situazione nel settore manifatturiero in generale e, piùspecificamente, dell’export per capire se il paese possa assorbire l’impatto della flessione nell’immobiliare. Il Pil del Giappone ha iniziato il 2014 con un balzo al 6,7% annualizzato e, dopo un periodo di aggiustamento a metà anno, ci aspettiamo che la ripresa si consolidi, sebbene a un ritmo più regolare. L’Australia rallenterà rispetto alla situazione corrente – poco sopra il 3% -anche se la cosa non è drammatica”.
Nord America – gli strategist di Russell ritengono che per il resto dell’anno gli indicatori economici degli Stati Uniti continueranno a confermare i rendimenti del mercato azionario nel 2013. Anche se le valutazioni non sono convenienti, negli Usa le azioni restano relativamente interessanti rispetto al reddito fisso. Il team crede che l’atteso aumento di volatilità possa rappresentare un’opportunità di acquisto.
Eurozona – Come risultato della decisiva azione politica della Bce dello scorso giugno, il team ritiene che sia tornato il momento di acquistare asset rischiosi della zona euro e prendere un leggero sovrappeso. Per il futuro, gli strategist continueranno a monitorare la ripresa con attenzione, prestando particolare attenzione alla crescita del credito nel corso di questo fragile recupero.
Mercati emergenti – negli ultimi mesi, i modelli degli strategist riguardo i mercati emergenti sono diventati più positivi. Il giudizio è più neutrale sulla base del miglioramento nell’attrattività relativa, oltre a un insieme elementi di rischio e opportunità equamente bilanciato. Con un continuo miglioramento delle valutazioni, gli emergenti potrebbero rimbalzare, anche grazie a un aumento della fiducia sulle prospettive della Cina e un rafforzamento della domanda globale di export. Nonostante ciò, i paesi in via di sviluppo potrebbero subire un tracollo nel caso in cui la Cina dovesse deludere le attese oppure se le preoccupazioni sulla politica della Fed dovessero portare un’altra crisi di liquidità per le economie con i maggiori squilibri nella bilancia dei pagamenti.
Credito – sebbene riteniamo che questa asset class sia cara, il positivo outlook per la crescita economica – e di conseguenza il basso tasso di default – mantengono positivo il giudizio degli strategist, con una leggera preferenza per l’high yield rispetto all’investment grade, principalmente per il minor rischio sui tassi di interesse (duration) dei titoli ad alto rendimento.