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Rugby, Sei Nazioni: la spunta l’Irlanda nel finale thrilling

L’Italia prende l’ennesima batosta dal Galles e Castrogiovanni parla della necessità di uno psicologo per gli azzurri – L’Irlanda ce la mette tutta contro la Scozia, supera le differenza punti gallese e vola a +26 da quella inglese – All’Inghilterra il compito più difficile con la Francia, battuta 55-35.

Rugby, Sei Nazioni: la spunta l’Irlanda nel finale thrilling

L’ultima giornata del Sei Nazioni si apre così come proprio non ci si poteva immaginare. Irlanda, Galles, Inghilterra e Francia possono ancora vincere il titolo. Tutto si gioca alla differenza punti. Il turno più facile spetta a Galles e Irlanda che sulla carta hanno il gioco più semplice rispetto alle altre due, in quanto sfidano rispettivamente Italia e Scozia. Sulla carta, perciò, dovranno solo preoccuparsi di segnare il più possibile minimizzando i punti incassati. L’Inghilterra ha dalla sua il vantaggio di giocare per ultima, potendo così conoscere i risultati delle due partite precedenti. Inoltre, le rose rosse della Regina Elisabetta possono contare sul pubblico amico, giocando nella loro casa di Twickenam. Allo start dell’ultimo turno, gli inglesi hanno la miglior differenza punti, +36, subito a seguire Irlanda a +33, e Galles a +12.

Italia vs Galles

La partita non sembrerebbe aver nulla da dire, ma bisogna sempre scendere in campo e giocare. Il Galles pare aver dimenticato questa regola basilare per qualsiasi sport e crede di meritare la vittoria a tavolino, senza impegnarsi troppo. Infatti, il primo tempo rivela una partita equilibrata che, a dispetto del risultato allo scoccare dei 40’, si sarebbe dovuta chiudere con gli azzurri davanti. Invece, un vistoso fallo non assegnato a Ghilardini e compagni prima, e una punizione trasformata dai dragoni poi, fanno si che la prima frazione si chiuda su un comunque onesto 13-14 per gli ospiti dell’Olimpico.

Il match ricomincia sulle note del nervosismo di un Galles che vede sempre più lontana la possibilità di mettere le mani sul titolo, mentre l’Italia cerca di gestire una certa superiorità, quantomeno a livello psicologico. Non basta però a fermare una giocata veloce su una punizione che porta Liam Williams in tuffo in mezzo ai pali. Più otto per i dragoni, che ricominciano a credere nei loro mezzi. Neanche tre minuti e North attraversa l’ala sinistra del rettangolo verde e schiaccia in meta. Comincia un’altra partita che vedrà i gallesi assicurarsi un’ottima differenza punti, utilissima a mettere pressione all’Irlanda che scende in campo poco dopo al Murrayfield.

Gli ottanta minuti si chiudono con una bella cavalcata di Sarto che schiaccia alla bandierina e toglie qualche punto dal pallottoliere gallese. Finisce comunque con un impietoso 20-61. Vale a dire una grossa ipoteca sulla coppa per i dragoni britannici. Per quanto riguarda gli azzurri, questa pesantissima sconfitta fa sembrare il passaggio ai quarti al mondiale di ottobre sempre di più un’utopia. Per rendere la gravità della situazione, Castrogiovanni chiede uno psicologo per la formazione azzurra – “Non si possono più fare queste figure di merda” – dice testualmente.

Scozia vs Irlanda

Dopo il consueto, emozionante, canto a cappella del meraviglioso Flowers of Scotland intonato dagli oltre 70mila di Edimburgo, comincia la seconda sfida. Anche qui sulla carta non dovrebbe esserci storia. Eppure siamo sempre al Murrayfield, e la Scozia ha dimostrato, almeno nelle prime due partite del torneo, di saper fare cose da grande squadra. Se ritroveranno quella forma, potrebbe non essere una passeggiata per i folletti di Dublino. Il campo, almeno all’inizio, dà ragione alla teoria e dopo appena quattro minuti l’eterno capitano O’Connell schiaccia oltre la linea dopo una grande azione corale del suo XV.

Gli irlandesi, per superare la prestazione gallese contro gli azzurri, devono vincere a Edimburgo con più di venti punti di scarto, e cominciano subito a macinare metri e mete per non lasciare nulla al caso. Dopo dieci minuti, i verdi sono già a metà del percorso: il tabellino già segna 0-10 per l’Irlanda. Anche per i folletti, però, il primo tempo mette in dubbio qualche certezza. Al 30’, infatti, la Scozia va in meta dopo una bella azione, e il risultato rimane in bilico sul 10-17, anche se sempre con l’Irlanda al comando. Finisce la prima frazione di gioco con i folletti avanti di dieci punti per 10-20, metà strada per fare meglio del Galles, ma la Scozia non sta al gioco e proprio sul finale del primo tempo comincia a far rivedere quel bel rugby cui ci aveva abituato all’inizio del torneo.

Come all’Olimpico, la partita del secondo tempo comincia in maniera diametralmente differente dal primo e la favorita comincia a mettere i puntini sulle “i”, facendo sentire al sua superiorità. Al 50’ l’Irlanda raggiunge quota 20 punti di scarto con una splendida meta del suo centro. Finisce 10-40, perciò Galles tagliato fuori dalla corsa per il titolo, in quanto l’Irlanda ha registrato una differenza punti migliore. Ora sta all’Inghilterra fare ancora meglio, superando i 26 punti di scarto che servono per battere l’Irlanda nella corsa al titolo.

Inghilterra vs Francia

Ventisei punti sono tanti. La storia, però, è fatta di imprese che fino a un momento prima sembravano insormontabili. Si aggiunga che quella di oggi, per l’Inghilterra, non è nemmeno un’impresa così impossibile, perché sulla carta la Francia è nettamente inferiore. Il problema, sembrerebbe, sta solo nel batterla con oltre 26 punti di scarto.

Meno di tre minuti e il mediano Young – che sarà poi incoronato, a ragione, man of the match – finisce in volo in meta dopo un intercetto del centro inglese. La regola del “chi ben comincia è a metà dell’opera” sembra poter valere anche a Twickenam. Eppure dopo dieci minuti la corsa di un gallo taglia a metà il campo fino a schiacciare in meta per il 7-8 che sancisce il sorpasso francese e spegne l’entusiasmo inglese. Poco dopo un’altra cavalcata dell’ala di origini figiane naturalizzato francese Nakaitagi porta la Francia a +8, sul 7-15. L’Inghilterra è nel pallone, difende sfilacciata e subisce gli attacchi, nemmeno troppo ben coordinati, degli ospiti galletti. L’Inghilterra però non è solita arrendersi in casa sua, e prima della fine del primo tempo si riporta in vantaggio per 27-15 dopo aver messo a segno altre due mete e un calcio di punizione.

Sembra fatta per l’Inghilterra, invece il secondo tempo si apre con una splendida meta francese che riaccorcia le distanze. Arriva subito, però la risposta dei padroni di casa con l’ennesimo splendido break del mediano Young, per la finalizzazione della ventenne apertura Ford. Dopo neanche dieci minuti di gioco il risultato si attesta sul 34-22 per gli inglesi, ancora lontani, però dai 26 di scarto che servono per raggiungere l’Irlanda. Una meta dell’ala Nowell dopo un lungo assedio sui cinque metri francesi, fa sperare gli inglesi che si portano sul 41-25, sedici punti di distacco. Una meravigliosa ripartenza francese dai 22m, però, porta in meta il pilone Debaty dall’altra parte del campo dopo due individualità encomiabili di Mermose prima e Nakaitagi poi: 41-30, si torna a 11 punti di scarto. Immediatamente dopo, con un giocatore in meno fuori per cartellino giallo, gli inglesi tornano in meta riportando a 18 la differenza punti. Colpo su colpo, la Francia arriva in meta con tutto il pack. Risponde l’Inghilterra al 74’, un’altra volta con Nowell: 55-35, venti punti di scarto. In 4 minuti e mezzo gli inglesi devono segnare sei punti, senza prenderne nemmeno uno.

L’impresa non riesce agli inglesi, che lasciano il trofeo del Sei Nazioni all’Irlanda, in attesa a Edimburgo. Una cosa è certa, non si poteva chiedere un finale di campionato più bello di quello appena passato.

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