Nella classifica 2013 delle top 10 industriali per dimensione (totale attivo tangibile), che rimane dominata dalle energetiche, la russa Gazprom (293,1 mld) si è confermata la più grande società del mondo, davanti alla giapponese Toyota (280 mld). Le multinazionali dei Paesi emergenti sono avanzate ancora: tra le prime dieci quest’anno è entrata un’altra russa, la Rosneft Oil (nel 2012 era 26ma, poi nel marzo 2013 ha rilevato la Tnk-Bp), piazzandosi in decima posizione (con 161,9 mld di attivo). Oggi nelle top 10 sono così salite a quattro (2 russe, 1 cinese, 1 brasiliana), mentre nel 2004 figurava in classifica solo Gazprom (ottava).
Dall’indagine emerge che le multinazionali dei Paesi emergenti crescono più velocemente, tanto che oggi sono grandi circa il doppio rispetto a 9 anni fa. Secondo lo studio di R&S Mediobanca sono 383 le multinazionali nel mondo (di cui 329 nell’industria, 29 nelle tlc e 25 nei servizi) e fatturano complessivamente 12.369 miliardi di euro, dando lavoro a oltre 32 milioni di persone. La multinazionali industriali europee sono mediamente le più grandi, seguite dalle asiatiche, che nel 2013 hanno superato le nordamericane come dimensione media.
Sebbene tredicesima per totale attivo (era 14ma nel 2012), la prima società al mondo per capitalizzazione di Borsa è invece la statunitense Apple (con 363,4 miliardi di euro), davanti alle altre due connazionali ExxonMobil (318,4 mld euro di capitalizzazione) e General Electric (205,8 mld).
La prima italiana nella classifica mondiale delle multinazionali industriali si è confermata ancora Eni, scesa in 14esima posizione con 134 miliardi di attivo (era 12esima nel 2012), mentre Exor è salita alla 18esima posizione con 108 miliardi (era 20esima). Molto staccata si è posizionata Finmeccanica (108esima da 110decima), con 22 miliardi.
Nessuna new entry nella classifica dei giganti d’Europa. Da segnalare, però, il sorpasso di Volkswagen (265,1 mld di attivo) su Royal Dutch Shell (256,1 mld), mentre Bp (196,8 mld) mantiene il terzo posto. Stabile anche la posizione delle italiane a livello europeo: Eni al sesto posto ed Exor all`ottavo. Finmeccanica è 28ma (era 30ma).
Anche tra i primi 10 colossi mondiali delle tlc sono avanzati i giganti dei Paesi emergenti. La maggiore società del mondo è risultata per la prima volta nel 2013 una cinese: China Mobile (135,3 mld di attivo), che ha scalzato la giapponese Ntt (120,8 mld), scesa al terzo posto dopo essere sempre stata al vertice della classifica, scavalcata anche dalla statunitense Verizon Commuications (121,8 mld). Tra le top 10 delle tlc ha fatto poi ingresso la messicana America Movil (del magnate Carlos Slim) con 50 miliardi, che ha spinto fuori dalle prime dieci Orange (11ma con 49 md). L’italiana Telecom Italia ha mantenuto la 12ma posizione (32 mld).
Tra i big delle utilities, con 130,9 miliardi di totale attivo l’Enel si è confermato il terzo gigante del mondo (posizione raggiunta nel 2012) dopo i due colossi francesi Edf (239,6 mld) e Gdf (131,6 mld) e davanti ai tedeschi di E.On (111,3 mld).
Sempre secondo l’indagine R&S di Mediobanca, i giganti dei Paesi emergenti hanno eroso progressivamente quote di mercato alla triade (Europa, Usa, Giappone): nell’ultimo decennio hanno più che raddoppiato la propria quota del giro d’affari mondiale, portandola dall’11,3% al 23%.
Nel 2013 l’Occidente ha primeggiato ancora sull’Oriente per redditività, ma l’Oriente ha vinto per solidità finanziaria. Sempre nel 2013, è rallenta la crescita delle vendite in Occidente, ma non ha brillato nemmeno il “nuovo mondo”, mentre si è mostrato in ripresa evidente solo il Giappone. I margini sono arretrati in Occidente, aumentati nel “nuovo mondo”, migliorati molto in Giappone. In Occidente nel 2013 è migliorato solo il risultato netto, ma grazie al saldo positivo delle partite straordinarie.
Anche nel primo trimestre 2014 le multinazionali industriali hanno ristagnato, con ricavi in calo e margini in contrazione in Nord America ed Europa, mentre in controtendenza ancora il Giappone che ha visto in ripresa sia ricavi che margini. A livello settoriale, paiono vedere spiragli positivi i mezzi di trasporto, la metallurgia (dopo un difficoltoso biennio 2012-13), la meccanica e l’elettronica. Soffrono soprattutto l`energetico (in linea con il calo del prezzo del greggio del 4,4% nel primo trimestre 2014 rispetto al I trim 2013), l`alimentare e le utilities. Anche i risultati patrimoniali delle multinazionali non brillano, con un generalizzato aumento dei debiti finanziari rispetto al capitale netto; ancora una volta, si distingue in controtendenza il Giappone.