Parigi-Roubaix è la terza classica-monumento del calendario ciclistico dopo Sanremo e Fiandre. Una corsa affascinante sul cui pavé sono state scritte pagine leggendarie del ciclismo. Tanto massacrante anche per una locomotiva umana dei giorni nostri come Fabian Cancellara che l’ha vinta per tre volte ma che ha anche ammesso di odiarla per la disumana fatica di pedalarci sopra il suo sconnesso pavé. Ma il campione svizzero, a ogni inizio di stagione, figurarsi quest’anno che è alla sua ultima partecipazione, ha sempre posto la Roubaix in cima ai suoi obbiettivi, sempre protagonista, inscenando finali da manuale sull’impervio selciato del Carrefour de l’Arbre, cinque stelle per difficoltà al pari dell’Arenberg e del Mons-en-Pévéle, il settore più temuto e decisivo a una manciata di km dal traguardo. Cancellara aveva già tentato domenica scorsa al Giro delle Fiandre il poker di successi entrando nella storia come unico primatista plurivincitore della Ronde. L’ha fallito di un soffio arrivando secondo. Questa domenica sarà ancora lì, ai nastri di partenza, puntando al poker nella Roubaix a dieci esatti anni dal suo primo trionfo nel 2006. Dovesse vincere, raggiungerebbe ai vertici dell’albo d’oro Roger De Vlaeminck e Tom Boonen, due assi del ciclismo belga, il primo a cavallo degli anni 70 e 80, il secondo tuttora in sella anche se il fase calante. Anche Boonen perciò sogna il suo record, una cinquina da leggenda. “La Roubaix? E’ l’unico motivo per cui continuo a correre a 35 anni compiuti”, dice il fuoriclasse belga che l’ha vinta quattro volte, l’ultima nel 2012 con un memorabile assolo ma che da allora non ha più fatto granché imboccando un lento viale del tramonto. Ma da Tornado Tom c’è sempre da aspettarsi una zampata da leone anche se a differenza di Cancellara (dato a 5) Boonen non è tra i superfavoriti dell’edizione di quest’anno, essendo quotato solo 25.
Dal 2005, anno della prima vittoria del belga, Cancellara e Boonen hanno monopolizzato per ben sette volte il primo posto della Roubaix, lasciando spazio solo all’australiano Stuart o’Grady (2007), al belga Johan Vansummeren (2011), all’olandese Niki Terstra (2014) e al tedesco John Degenkolb (2015). Ma pur avendo vinto tanto, nemmeno Cancellara è il superfavorito di domenica. Dopo la spettacolare vittoria nel Giro delle Fiandre a sette giorni dal trionfo nella Gand Wevelgem, a portargli via per un soffio il primato nei favori della vigilia è lo slovacco Peter Sagan, dato a 4,5. Il campione del mondo è in uno stato di grazia che lo rende capace di ogni impresa. Centrata la sua prima classica-monumento, dovesse imporsi anche al Vélodrome, sarebbe il primo corridore non belga ad aggiudicarsi nello stesso anno Gand-Wevelgem, Fiandre e Parigi-Roubaix, tripletta finora riuscita solo a Rik Van Looy (1962) e a Boonen (2012).
Assente il vincitore dell’anno scorso, John Degenkolb che sta risalendo in bici solo in questi giorni dopo lo spaventoso incidente di gennaio; obbligati a dare forfait il belga Greg Van Avermaet e il francese Arnaud Démare dopo le cadute nella Ronde, dietro a Sagan e Cancellara nelle scommesse della vigilia ci sono il fiammingo Sep Vanmarcke, terzo nel Fiandre (quotato 6,5) e il norvegese Alexander Kristoff. Terpstra è dato a 25 come Boonen, Lars Boom e Ian Stannard. Per gli italiani, che l’hanno vinta 13 volte nel passato (l’ultima volta nel 1999 con Tafi dopo la doppietta di Franco Ballerini nel 1995 e 1998), si prospetta un‘altra Roubaix con un pavé di magre, anche se Os e Pozzato faranno del loro meglio.