Cartelle esattoriali, rottamazione ter, saldo e stralcio, ipoteche, pignoramenti, rate e pagamenti della pubblica amministrazione. Sono molte le novità introdotte dal decreto Rilancio in tema di riscossione per alleggerire il peso sui contribuenti in questi mesi di crisi estrema legata alla pandemia di coronavirus. Con l’avvertenza che tutte le norme potrebbero essere modificate in Parlamento, vediamo quali sono gli interventi principali varati dal governo.
CERTELLE ESATTORIALI, IPOTECHE, PIGNORAMENTI
La sospensione dei termini per i pagamenti legati a cartelle esattoriali, avvisi di addebito e avvisi di accertamento esecutivi – che in base al decreto Cura Italia sarebbe dovuta durare dall’8 marzo al 31 maggio – viene estesa fino al 31 agosto 2020. Lo slittamento della scadenza interessa anche la notifica di nuove cartelle, procedure e altri atti di riscossione, compresa la possibilità per l’Agenzia delle Entrate di avviare azioni cautelari ed esecutive come fermi amministrativi, ipoteche e pignoramenti. Si interrompono anche i pignoramenti già avviati su stipendi e pensioni. I pagamenti sospesi dovranno essere saldati entro il 30 settembre 2020. Stessa scadenza anche per le richieste di rateizzazione.
ROTTAMAZIONE TER E SALDO E STRALCIO
Il decreto Rilancio interviene anche sulle scadenze per il pagamento delle rate della “rottamazione ter” delle cartelle esattoriali (febbraio, maggio, luglio e novembre) e del “saldo e stralcio” (marzo e luglio). Chi non riuscisse a effettuare i versamenti entro i termini avrà tempo fino al 10 dicembre 2020 per mettersi in regola senza perdere il diritto alla procedura agevolata e senza dover pagare sanzioni o interessi di mora. Ma attenzione: la scadenza del 10 dicembre è tassativa, ossia non prevede i 5 giorni di tolleranza ammessi per i termini ordinari.
Non solo: chi ha perso il diritto al beneficio della “rottamazione ter” o del “saldo e stralcio” per mancato, insufficiente o tardivo versamento delle rate scadute nel 2019 può ora chiedere di rateizzazione i debiti già rottamati e non pagati.
RATE: AMMESSI FINO A 10 RITARDI
Per i piani di rateizzazione dei debiti fiscali già iniziati all’8 marzo 2020 e per tutti quelli avviati in seguito a richieste presentate entro il 31 agosto, la tolleranza sui pagamenti raddoppia. La possibilità di pagare a rate, infatti, decade dopo il mancato pagamento di 10 rate (anche non consecutive), invece delle cinque previste dalla normativa ordinaria.
PAGAMENTI PA SENZA VERIFRICHE
Sempre fino al 31 agosto, le pubbliche amministrazioni possono pagare i debiti ai fornitori senza prima verificare se questi abbiano o meno debiti scaduti d’importo superiore a 5mila euro, circostanza che normalmente determina il blocco del pagamento. Le verifiche già effettuate (anche prima dell’inizio del periodo di sospensione) restano prive di effetto se l’agente della riscossione non ha notificato l’atto di pignoramento.
Leggi la guida dell’Agenzia delle Entrate.