In Romania ci sono più pensionati che lavoratori attivi e questo mette seriamente a rischio la tenuta del welfare negli anni a venire. Lo ha scritto oggi il quotidiano economico Ziarul Financiar.
Nel 1990, dopo la caduta del dittatore comunista Nicolae Ceausescu, la Romania aveva 8,1 milioni di abitanti attivi e 3,5 milioni di pensionati. Ma con la transizione all’economia di mercato e, poi, con la recessione, il Paese ha perso centinaia di migliaia di posti di lavoro.
Nel 2012 il numero degli occupati è sceso a 4,3 milioni, su una popolazione totale di 20 milioni, mentre il numero dei pensionati è salito a 5,3 milioni. “Se questo trend prosegue, la Romania rischia di non essere più in grado di sostenere i pagamenti delle pensioni in 10 anni”, ha spiegato il professore Mircea Cosea.
Oltre due milioni di rumeni hanno lasciato il Paese per trovare lavoro in altri paesi dell’Unione europea, prevalentemente in Spagna e Italia.