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Roma-Napoli e Atalanta-Lazio, due sfide che possono cambiare l’alta classifica. Milan vince facile, Inter al cardiopalma

FC Inter

Il Milan in scioltezza, l’Inter al cardiopalma. Vittorie completamente diverse quelle delle milanesi, che però ottengono lo stesso risultato, ovvero 3 punti fondamentali per la classifica. I rossoneri hanno battuto il Monza senza particolari problemi, permettendosi pure il lusso di fare un maxi turnover in vista della trasferta di Zagabria, i nerazzurri invece si sono presi Firenze al termine di una sfida incredibile, che certifica, se ancora ce ne fosse bisogno, l’indole pazza di questo club. Alla luce di ciò diventano ancor più importanti Roma-Napoli e Atalanta-Lazio di oggi, due sfide che potrebbero cambiare non poco gli equilibri dell’alta classifica.

Milan-Monza 4-1, Pioli stravince con il turnover: “Ho la fortuna di avere una rosa forte”

Il Milan nel frattempo s’è portato avanti battendo il Monza con un sonoro 4-1, in un match senza storia dall’inizio alla fine. La resistenza dei brianzoli, infatti, è durata appena 16’, giusto il tempo per permettere a Diaz di involarsi palla al piede e battere Di Gregorio per la prima volta. La seconda, sempre a firma dello spagnolo, è arrivata al 41’, dopodiché Origi ha chiuso i giochi a metà ripresa (65’) con un destro sotto la traversa. Il gol di Ranocchia su punizione (70’) è servito soprattutto per i tabellini, anche perché poco dopo Leao, tenuto inizialmente a riposo in vista della Champions, ha fissato il poker definivo (84’), ottenuto senza fatica nonostante il maxi turnover di Pioli. “A voi piace questo termine, ma i miei giocatori sanno che ho molta fiducia e tanti titolari – ha spiegato il tecnico rossonero -. Se non avessi avuto problemi con gli infortuni avrei fatto molte più rotazioni: ho la fortuna di avere una squadra forte. È stata una vittoria difficile, il Monza gioca un buon calcio e lo sapevamo, la squadra ha iniziato bene, rischiato poco e costruito molto”.

Fiorentina-Inter 3-4, Inzaghi felice: “La squadra mi ha sempre seguito, ora testa alla Champions”

Partita completamente diversa invece a Firenze, dove è successo davvero di tutto. Alla fine l’ha vinta l’Inter 4-3 grazie a un gol di Mkhitaryan al 94’, gelando così il Franchi ancora in festa per il momentaneo pareggio di Jovic di 4’ prima. Finale folle, in perfetta sintonia con il DNA nerazzurro (mica per niente la chiamano “pazza Inter”) ma anche con quello della Fiorentina di Italiano, tanto piacevole col pallone tra i piedi quanto da brividi in fase di non possesso. Sugli scudi dunque finisce l’armeno ex Roma, diventato ormai un perno del centrocampo nerazzurro (chissà cosa succederà quando tornerà Brozovic), anche se il simbolo della vittoria è sicuramente Lautaro, vero e proprio trascinatore con due gol (15’ e 73’ su rigore) e l’assist per lo 0-1 di Barella (2’). I viola hanno avuto il merito di non abbattersi mai, riuscendo a rimontare sia sullo 0-2 (Cabral su rigore al 33’ e Ikoné al 60’) che sul 2-3, ma anche la colpa di non aver saputo congelare il match quando, probabilmente, sarebbe bastato chiudersi un po’, al netto di alcune situazioni arbitrali quantomeno sfortunate (Dimarco ha rischiato l’espulsione e sul gol di Mkhitaryan c’è un probabile fallo di Dzeko su Milenkovic). Inzaghi ottiene così la terza vittoria consecutiva in campionato e si porta a 21 punti, ma soprattutto archivia definitivamente il periodo di crisi che lo aveva visto traballare in maniera pericolosa. “Abbiamo passato un momento particolare, abbiamo perso giocatori sui quali avevamo costruito tanto – il commento del tecnico nerazzurro -. Nel calcio ci sono momenti, ma la squadra mi ha sempre seguito e sono sempre stato sereno. Ci stanno le critiche quando alleni squadre come Inter e Lazio, giusto cercare di capirle. Non abbiamo fatto nulla, il passo più importante dobbiamo farlo mercoledì. Speriamo di recuperare qualche giocatore, davanti corrono ma dobbiamo continuare così”.

Roma-Napoli (ore 20.45, Dazn)

L’attenzione si sposta ora sulle partite odierne, a cominciare da quella dell’Olimpico tra Roma e Napoli. Un big match d’alta quota sia per gli ospiti, decisi a vincere per rimettere il Milan a distanza di sicurezza che per i padroni di casa, le cui ambizioni, dovesse arrivare un successo, diventerebbero addirittura da titolo. Tantissimi i temi racchiusi all’interno della sfida a cominciare dal duello tra Mourinho e Spalletti, finora nettamente vinto dal portoghese: nei sei precedenti tra i due, infatti, lo Special ha vinto 3 volte a fronte di altrettanti pareggi.

Insomma “Spallettone”, come l’ha ribattezzato José durante un siparietto televisivo, è ancora a quota zero, casella che spera di riempire già da questa sera quando il suo Napoli, arrivato a undici successi consecutivi tra campionato e Champions, se la vedrà contro una Roma in salute, a sua volta reduce da tre vittorie.

Mourinho: “Il Napoli è una grande squadra, ma a volte i favoriti perdono…”

“Non c’è molto da dire sul Napoli, è la prima in classifica e quando lo sei dopo 10 partite ha già un significato – le parole di Mourinho -. Questo lo sappiamo bene, ma noi abbiamo il diritto di giocare e di pensare che anche se loro sono favoriti, a volte i favoriti perdono. Noi andremo a fare la nostra partita per vincere, loro sono grandi ma vediamo cosa riusciremo a ottenere. Dopo tante partita di fila abbiamo avuto una settimana di lavoro piena, ci serviva per recuperare gente che aveva bisogno di allenarsi e preparare questa partita”.

Spalletti: “Mou è un allenatore super, ma pensiamo solo a noi”

“È una partita tra le più belle del calcio europeo, non solo italiano, è sentitissima e può incidere sul lavorare in maniera tranquilla e serena – ha replicato Spalletti -. Ora arriva Mourinho, il super-allenatore, di conseguenza bisogna sempre aumentare le nostre capacità, quello che sappiamo fare. Non lo so se loro penseranno a cosa sappiamo fare noi, ma noi pensiamo a noi, non a cosa pensa la Roma o cosa sa fare la Roma, ma solo la nostra forza. Lui è uno di quelli tremendissimi, ma poi secondo me conta sempre quello che la squadra sa fare in campo”.

Roma-Napoli, le formazioni: Abraham sfida Osimhen 

Le premesse per una gara spettacolare ci sono tutte, anche se si affrontano due squadre agli antipodi: basti pensare che il Napoli ha il miglior attacco del campionato con 25 gol, mentre la Roma ne ha segnati solo 13. A Mourinho però interessano soprattutto i punti e proverà a farli con un 3-5-2 che vedrà Rui Patricio in porta, Mancini, Smalling e Ibanez in difesa, Zalewski, Matic, Cristante, Pellegrini e Spinazzola a centrocampo, Zaniolo e Abraham in attacco.

Classico 4-3-3 invece per Spalletti, che andrà a caccia della dodicesima vittoria consecutiva con Meret tra i pali, Di Lorenzo, Kim, Juan Jesus e Olivera nel reparto arretrato, Ndombelé, Lobotka e Zielinski in mediana, Politano, Osimhen e Kvaratskhelia nel tridente offensivo.

Atalanta-Lazio (ore 18, Dazn)

L’altro grande match della domenica è quello di Bergamo, dove andrà in scena un interessantissimo Atalanta-Lazio. Anche qui, proprio come a Roma, ci sono in palio punti pesanti per la zona alta della classifica, con i nerazzurri che potrebbero addirittura prendersi il primo posto e i biancocelesti decisi a rientrare in zona Champions dopo il pareggio con l’Udinese. Inoltre, visto che abbiamo appena parlato di Mourinho e Spalletti, non va sottovalutato il confronto tra Gasperini e Sarri, da sempre sinonimo di gol e spettacolo.

Atalanta-Lazio, le formazioni: Felipe Anderson prende il posto di Immobile

In estate Atalanta-Lazio sarebbe stata sintetizzata con Zapata vs Immobile, invece il confronto tra bomber non ci sarà: se il colombiano, infatti, ha ormai recuperato dall’infortunio (ma partirà dalla panchina), l’italiano ci è appena finito dentro, tanto che lo rivedremo solo a gennaio. Gasperini comunque si è abituato da tempo a giocare senza il suo 9 per eccellenza e anche oggi schiererà la Dea con un 3-4-1-2 con Sportiello in porta, Okoli, Demiral e Djimsiti in difesa, Hateboer, De Roon, Koopmeiners e Soppy a centrocampo, Pasalic alle spalle della coppia offensiva composta da Lookman e Muriel.

Per Sarri invece rinunciare a Immobile è un bel guaio, anche perché non ha in rosa un sostituto con le stesse caratteristiche: ad ogni modo il sistema tattico non cambierà, dunque 4-3-3 con Provedel tra i pali, Lazzari, Patric, Romagnoli e Marusic nel reparto arretrato, Milinkovic-Savic, Cataldi e Vecino in mediana, Pedro, Felipe Anderson e Zaccagni in attacco.

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