Paola Muraro è indagata dal 21 aprile 2016, cioè da prima di diventare assessore al comune di Roma. Lei ne è a conoscenza fin dallo scorso 18 luglio. Lo ha rivelato ieri Alessandro Bratti, presidente della commissione Ecomafie, di fronte alla quale si sono presentate Muraro stessa e la sindaca di Roma Virginia Raggi.
Quest’ultima ha ammesso di aver saputo che ci fosse un fascicolo aperto a nome di Muraro “probabilmente il 19 luglio”, ma “si tratta di una contestazione generica – ha continuato Raggi – e non c’è ancora alcun avviso di garanzia e soprattutto abbiamo fatto questa valutazione in una riunione dove era presente anche l’ex capo di gabinetto che ci ha confortato dicendoci che era tutto troppo generico per sapere di cosa si stava parlando. Non appena si saprà qualcosa di più preciso si prenderanno provvedimenti. Le carte sono state chieste alla procura dall’assessora e dal suo legale”.
La sindaca ha poi detto di aver parlato delle indagini su Muraro “con alcuni parlamentari: Paola Taverna, Stefano Vignaroli, un eurodeputato e un consigliere regionale. Ma non con Grillo, Ruocco o Di Maio”. Eppure, quando in commissione le avevano chiesto se avesse informato i vertici del Movimento, Raggi aveva risposto: “Sì, certo”. Una posizione opposta a quella filtrata dal direttorio nazionale e romano del M5S: “Non sapevamo nulla”.
Il sospetto tra i deputati e i senatori della commissione è di trovarsi di fronte a una ricostruzione corretta in corsa per le ire del direttorio, tra la prima parte in streaming dei colloqui e la seconda a telecamere spente.
A chi le contesta di aver mentito fino ad ora sul coinvolgimento di Muraro, Raggi ha risposto: “Le domande che ci ponevate erano sull’avviso di garanzia e non c’è alcun avviso di garanzia. Se mi aveste chiesto delle indagini avrei risposto quello che ho risposto qui”.
Intanto, il direttorio prova a fare fronte comune: non sapevano che Muraro aveva chiesto la certificazione dell’avvenuta iscrizione sul registro degli indagati. “Ora Virginia dovrà chiarire”, concordano Grillo, Di Maio e Ruocco.