In futuro, le temperature medie nelle città italiane aumenteranno. Questo è certo. Il punto è: di quanto? Se le amministrazioni porteranno avanti delle politiche climatiche serie, l’aumento sarà contenuto. In caso contrario, l’incremento sarà molto marcato, con conseguenze serie sull’ambiente e quindi sulla salute pubblica.
In un rapporto presentato martedì, il Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici sostiene che nelle sei principali città italiane – Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e Venezia –– l’aumento medio delle temperature da qui al 2100 sarà di due gradi centigradi in tutte le stagioni.
E questa è l’ipotesi più rosea, perché presuppone l’attuazione di politiche volta mitigare il rischio climatico. In assenza di provvedimenti, invece, l’aumento delle temperature potrà arrivare a 4-6 gradi, con incrementi mediamente più marcati in estate e in autunno.
AUMENTANO I GIORNI DI CALDO INTENSO
Il fenomeno delle ondate di calore è comune a tutte le città, con una tendenza di crescita che appare già in atto e con incrementi significativi ma diversificati nelle diverse realtà: 50 giorni in più di caldo intenso l’anno negli ultimi decenni del secolo per Napoli rispetto a inizio secolo. Ma è un fenomeno che interessa in maniera significativa anche Milano (+ 30 giorni), Torino (+ 29) e Roma (+28).
Una variazione davvero significativa, considerando che già oggi a Roma le temperature massime estive superano abbondantemente i 30 gradi e ogni anno, fra la popolazione over-65, si registrano fino a 600 decessi legati alle ondate di calore estive.
A Milano, invece, i giorni molto caldi sono aumentati del 45% negli ultimi 50 anni e la mortalità urbana legata alle ondate di calore si è impennata del 33,6% fra il 1990 e il 2004.
Non è migliore la situazione a Bologna, dove le temperature massime registrate nel 2018 erano più alte di 1,7 gradi rispetto alla media del periodo 1971-2000.
Per quanto riguarda Torino, negli ultimi trent’anni le massime sono aumentate di due gradi, ma vicino alle aree industriali – durante le ondate di calore – si registra un aumento anche di tre gradi rispetto alla media.
La situazione è ancora più diversificata a Venezia, dove nell’area urbana di Mestre, in periodi molto caldi, la temperatura può arrivare a sfiorare i 35 gradi nelle aree lontane dall’acqua, mentre vicino ai canali le colonnine dei termometri si fermano a livelli decisamente più contenuti (intorno ai 27 gradi).
Infine, Napoli è l’unica delle città esaminate in cui le temperature massime registrate nel 2018 sono risultate mediamente più basse (-0,9%) rispetto alla media del periodo 1971-2000.
PIOGGE E ALLAGAMENTI PEGGIORANO
I problemi legati agli allagamenti da piogge intense diventano più estremi in città per via della densità delle costruzioni, dell’asfalto che rende impermeabile il suolo e per le caratteristiche specifiche città per città.
“A Venezia, ad esempio, negli ultimi 150 anni il livello idrico relativo della città è cresciuto di oltre 30 cm e la soglia critica è stata superata 40 volte negli ultimi 10 anni”, precisa il rapporto.
A Milano si sono registrati 150 eventi di piena negli ultimi 140 anni e in anni recenti si sono manifestati meno giorni piovosi, ma piogge più intense.
A Napoli, piogge intense che fino ad oggi si sono verificate ogni 10 anni, potrebbero verificarsi ogni 4.
A Bologna, invece, mentre la rete di drenaggio protegge la città dal rischio idraulico, secondo le proiezioni climatiche ci si aspetta per il futuro un aumento di intensità e frequenza di fenomeni di allagamento.